PSV-MILAN
Guai a parlare del culo del Milan, se ne potrebbe rimanere travolti.
Stasera si è vista una grandissima squadra, spettacolare, concreta, dotata non di grandi mezzi ma di infinità volontà, ma soprattutto che dello spirito di sacrificio e dell'abnegazione tattica ha fatto il suo punto di forza: questo PSV strameritava di passare il turno.
Ancelotti, stavolta sì, ha fatto la figura del praticante al cospetto di Hiddink. Anzi, dirò di più, ha fatto la figura dell'aspirante praticante respinto al corso per diventare praticante di Hiddink. Il quale tutto poteva prevedere, e tutto aveva previsto: quindi anche la possibilità di perdere la qualificazione.
E' chiaro che quando giochi contro il Milan e Kakà sta bene, è lucido e in forma, il rischio è alto.
Un po' di culo, che non guasta mai, il Milan l'ha avuto, ma il punto di fondo è che anche quest'anno, come l'anno scorso e come spessissimo accade nel calcio, il più forte perde, il più meritevole esce. L'anno scorso la Champions l'ha vinta il Porto, senza rubare niente, ma senza i suicidi del Real e quel gol annullato al Manchester negli ottavi, chissà come sarebbe andata a finire.
Quest'anno secondo me il PSV e il Barcellona erano le squadre che si meritavano la finale, ma tant'è, ci va il Milan di Ancelotti che ha tentato di esonerarsi da solo (schieri una punta, prendi due gol e metti Tomasson: allora vuoi farti licenziare), e si scontra con un Liverpool italianissimo, nove difensori più un portiere e un "mona", come lo chiamava Nereo Rocco, là davanti a buttarla dentro.
Le finali di solito sono partite molto tese, non belle per chi le guarda con l'occhio del non-tifoso, ma non c'è problema: in questa Champions le giocate di Ronaldinho da una parte, e il gioco del PSV che ha stradominato stasera dall'altra, avranno ampiamente soddisfatto chi guarda il calcio per rimanerne estasiato.
Per una giustizia calcistica, bè, chi di dovere provveda: ad Istanbul il Milan si suppone che si presenterà in una forma un po' più decente, e allora bè, andrà bene anche il catenaccio di Benitez. Purchè alla fine Steven alzi quella cazzo di coppa.
Stasera si è vista una grandissima squadra, spettacolare, concreta, dotata non di grandi mezzi ma di infinità volontà, ma soprattutto che dello spirito di sacrificio e dell'abnegazione tattica ha fatto il suo punto di forza: questo PSV strameritava di passare il turno.
Ancelotti, stavolta sì, ha fatto la figura del praticante al cospetto di Hiddink. Anzi, dirò di più, ha fatto la figura dell'aspirante praticante respinto al corso per diventare praticante di Hiddink. Il quale tutto poteva prevedere, e tutto aveva previsto: quindi anche la possibilità di perdere la qualificazione.
E' chiaro che quando giochi contro il Milan e Kakà sta bene, è lucido e in forma, il rischio è alto.
Un po' di culo, che non guasta mai, il Milan l'ha avuto, ma il punto di fondo è che anche quest'anno, come l'anno scorso e come spessissimo accade nel calcio, il più forte perde, il più meritevole esce. L'anno scorso la Champions l'ha vinta il Porto, senza rubare niente, ma senza i suicidi del Real e quel gol annullato al Manchester negli ottavi, chissà come sarebbe andata a finire.
Quest'anno secondo me il PSV e il Barcellona erano le squadre che si meritavano la finale, ma tant'è, ci va il Milan di Ancelotti che ha tentato di esonerarsi da solo (schieri una punta, prendi due gol e metti Tomasson: allora vuoi farti licenziare), e si scontra con un Liverpool italianissimo, nove difensori più un portiere e un "mona", come lo chiamava Nereo Rocco, là davanti a buttarla dentro.
Le finali di solito sono partite molto tese, non belle per chi le guarda con l'occhio del non-tifoso, ma non c'è problema: in questa Champions le giocate di Ronaldinho da una parte, e il gioco del PSV che ha stradominato stasera dall'altra, avranno ampiamente soddisfatto chi guarda il calcio per rimanerne estasiato.
Per una giustizia calcistica, bè, chi di dovere provveda: ad Istanbul il Milan si suppone che si presenterà in una forma un po' più decente, e allora bè, andrà bene anche il catenaccio di Benitez. Purchè alla fine Steven alzi quella cazzo di coppa.
4 Comments:
At 04 maggio, 2005 23:55, Anonimo said…
e basta parlare di calciooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
At 05 maggio, 2005 00:43, Joe Rokocoko said…
già, cinque post degli ultimi quindici dedicati al calcio sono un po' troppi...
e firmati
At 05 maggio, 2005 00:55, Anonimo said…
ma come cazzo stai..certo che chi prevede di poter anche perdere avrà sempre ragione.
chi segna sempre ha ragione
le uniche milan-barça e milan-psv che contavano, quelle in cui si partiva da pari, le ha vinte il milan.
se nn vinci prima nn puoi adagiarti e rischiare poi. elementare
At 05 maggio, 2005 01:09, Joe Rokocoko said…
1) come cazzo stai lo dici a tua sorella
2) barcellona-milan al ritorno è finita 2-1 mi pare, ed eravate alla pari
3) con la regola dei gol in trasferta non parti MAI alla pari
4) il psv ha cercato di vincere anche a milano, il dominio di gioco c'è stato nei 180 minuti
5) hiddink ha messo il milan ai minimi termini, kakà l'ha però battuto, tutto qua.
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