BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

lunedì, giugno 27, 2016

Vinciamo Noi, Grace.

Rimane una scritta sul muro sopra il caminetto, a fine serata; una citazione forse poco colta ma puntuale, di un'efficacia perforante, una rivendicazione di speranza senza tregua. Vinciamo noi perchè abbiamo già vinto, noi che qui abbiamo bevuto, ballato e pianto, come in fondo dovrebbe sempre essere.

Mi agito in consolle alla ricerca di un pezzo di apertura, il Varano mi dà una mano ma non trovo Tribute dei PastaBoys, forse meglio così. TestaDiCane mi delizia con le sue perle che riempiono lo spirito, ci scambiamo un paio di cartellini gialli a vicenda per via dei miei fazzolettini Tempo visto che i Fria hanno fatto, per l'appunto, il loro tempo. Mangiare abbiamo mangiato, parlare abbiamo parlato, sono stato perfino redarguito dalla MarySuperStar che su un certo argomento ha sempre ragione (pensa a quelli che vorrebbero ma non possono: e cazzo, tu che puoi, cosa fai?); per bere c'è tutta la sera, ora si tratta di agitarsi un po', giusto per scrollarsi di dosso quell'inquietudine che ci ha portati qui alla White per l'ultima volta. Mi immergo tra mille playlist e la serata si scalda, il Varanone mixa senza controllo e senza doppia uscita, ma come fa?, CalamityGiuly comincia il suo show ed il Bagnino... bè, il Bagnino accende la macchina del fumo e da lì i gesti si fanno confusi, ed i ricordi cominciano ad annebbiarsi.

Ma è una nebbia sottile. Viaggio nel 2008 con Bucovina e To be with you, avevamo sogni e freschezza, tanta vodka e voglia di stare insieme. E balliamo allora, che tutto passa mentre Hombre risuona ad un volume illegale ed il dj non sa trattenere qualche lacrimona. Il viaggio è appena cominciato ma devo, voglio chiuderlo in fretta, gironzolo per le stanze che mi hanno accolto in tempi diversi ma devo chiudere in fretta ogni porta. Due ore in consolle mi sembrano un'eternità ma voglio rendere omaggio al meglio a questo luogo di sentimenti spaventosi ed immortali.

Richiamo Sista.Ste.Herself a parlare d'amore come solo Kidro e Double exposure, poi abbraccio Sere ma è un fluire incontenibile di ricordi da scacciare. Calamity è una strobo impazzita che non vuole fermarsi, la scruto dalla consolle e rimango sembre abbagliato; portami una sambuchina va', che brindo con il Polpettino prima della tanto agognata Spirale Ovale. Si riparte per l'ultimo giro della giostra, ho dato tutto ma mi manca di parlottare un po' col Bagninazzo, evidentemente. Poteva essere la casa della vita, ma non lo è stata, non avrà il senso della frase ma sa farsi capire bene, quando vuole. Ci siamo abbracciati davanti alla cassa ed in quel preciso momento, non potendo sentire le reciproche parole, abbiamo dovuto ascoltare qualche voce più profonda. Dannazione, sta per finire... adesso arriva Hey there Delilah ed è veramente finita.

Rimane una scritta sul muro, a fine serata. Un grido disperato che è fame di vita e di riscatto. Vinciamo noi, ne sono sicuro. Perchè non perderemo questo spirito, questa voglia, questa compattezza propria di un muro fatto di tanti singoli mattoni. Abbiamo senso solo se stiamo insieme, ma questo lo sapevamo già.

Addio WhiteHouse, potevi essere la casa della vita, ed in fondo lo sei davvero stata.