BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

lunedì, febbraio 28, 2011

Don't Leave Me High.

La Prima volta non si scorda mai, soprattutto se quella autentica, di prima volta, l'hai scordata; a quel punto la seconda, la terza o la ventesima diventano, in automatico, la Prima. La Prima che ricordo, quindi, era un pomeriggio di sole dopo una finale persa dai miei bambinetti ai supplementari. Obbligai il Varanone ad uscire, anche se in fondo si era già convinto da solo. Se la ricorda anche lui, quella volta, perchè gli rubarono la moto. Eravamo in Cairoli, c'era un bel concorso e la MarySuperStar, come al solito, aveva il suo bel seguito di fan.

L'ultima, che è quella che si ricorda meglio in termini di memoria, ma più confusamente in quanto a sentimenti, è stata al Dundas sabato sera. Che poi. Io al Dundas manco ci volevo andare; come la prima volta assoluta al Dundas, non la terza o la quarta, no no proprio la prima, io me la ricordo, il posto mi inquietava e non fidandomi del barista ordinai un Campari Mixx. Ho buona memoria, sapete?

La SuperStar anche. Comincia con un vero e proprio tributo agli anni ed agli aperitivi che furono; quelli più belli, che si chiudevano alle nove di sera in piedi sui tavoli cantando a squarciagola. Aprire il concerto al Dundas con Nuvole e lenzuola è quanto di più geniale ed emozionante si possa pensare. La SuperStar ha buona memoria, vive di sentimenti, ne rimane talvolta travolta, forse troppo spesso, ma io non posso non adorare chi tenta in ogni modo di sopravvivere a se stesso. Attraverso la musica, l'arte, la poesia.

Il locale si è ovviamente trasformato e travestito per l'occasione: il peggior bar di Caracas, l'unico posto dove ogni sera è Capodanno, rifugio di balordi ed artisti in cerca di iNspirazione, diventa la cornice ideale per la poesia musicale dei tanto amati Masai. Tanto amati che vado ad un loro concerto più o meno ogni dieci inviti ricevuti. Ed io, stasera, non volevo nemmeno presentarmi.

Ma mi ha chiamato il Bufalone, sempiterna certezza in questo mondo di rapporti fugaci ed amicizie che si sciolgono per incomprensioni, tradimenti, forse soltanto pigrizia. Con il Bufalone il legame è indissolubile, gli rispondo al telefono ogni dieci chiamate (allora è una fissazione!), ma lui non molla, ha bisogno di me ed io sono sempre strafelice di vederlo, buttare giù qualche birra insieme, sragionare sulle donne e su quel rimbambito di Riky.

Arrivano, a seguire in rapida successione, volti e storie d'altri tempi, annidati nel profondo ed annodati da meccanismi che non possono smettere di funzionare; Nick avverte maliziosamente il Varano che la sua ragazza si sta baciando con un altro. Il Varanone risponde in silenzio, con una risata smorzata che vale più di mille battute, che per altro condividerà con me e Titinho qualche secondo dopo. Faccio finta di non ricordarmela, va'.

Qualche secondo dopo, è il Bagnino a regalarmi un sorriso malefico, perchè "senti senti senti che adesso canta Carmen", ci facciamo trasportare confusi e felici, Fez il 3 novembre del 1997 noi c'eravamo! Noi c'eravamo cazzo al concerto di Carmen!, e lui risponde sul finale, "certo, all'epoca la mia fidanzata era l'ex fidanzata di Nick!", i famosi meccanismi che non smettono di funzionare.

Scappo in bagno, la porta non si chiude da troppo tempo ormai ma sono problemi per le femminucce, non per me; sorrido mentre partono le note di You Oughta Know di Alanis, fisso lo specchio e penso, "devo ricordarmi l'esatta percezione di questo momento", la porta è chiusa ma voce e musica sono avvolgenti, penetranti, scuotono l'anima. Alanis! E quell'estate a Travedona del 96, ho buona memoria, ve l'ho già detto? Non ricordo...

Il Circuito Affascinante, piccolo ed ahimè sconosciuto capolavoro di Moltheni, ce lo godiamo cantando dal fondo del locale e dei primi boccali; non riesco ad arrivare al bancone, ma possibile che al Dundas o ci sono tre persone o ce ne sono duecento? Vedo quel che vedo, comunque, evito i tuoi movimenti, Moltheni l'ho sentito dal vivo nel giugno del 2006 ma arrivammo tardi al Magnolia, in pratica riuscimmo ad ascoltare soltanto un paio di pezzi. Con chi ero? Ho buona memoria ma a volte è meglio dimenticare. O anche soltanto far finta di niente.

Certo, ha ragione la SuperStar, quando abbiamo tirato fuori i cellulari per filmare la sua performance sulle note di Fumodenso... è stato il momento più intenso. La volevamo, io ed il Varanone dispensatore di chicche di vario genere, e l'abbiamo avuta. Mi spiace per chi non conosce gli Otto Ohm, ma sono davvero affari che non mi riguardano. C'è tempo per scoprire un altro pezzo stratosferico, High & Dry dei Radiohead, c'è tempo per un'altra birra che non voglio, Nick continua a sbattersi con la videocamera e noi, ovviamente, non possiamo fare altro che infastidirlo. Va così fino alla fine della serata e delle bottiglie, delle chiacchiere e degli ammiccamenti. Mi perdo il Bagninazzo ad un certo punto, ma so che abbiamo parlato a lungo, anche se ora non ricordo di cosa. Sto facendo ancora finta?

La prima volta non si scorda, se ti è rimasta nel cuore. Nemmeno l'ultima, che è più facile da ricordare ma è di sicuro meno in profondità. Tra cinque anni mi ricorderò di questo concerto, ne sono sicuro. Aperto con un tributo che ci rimanda indietro di altri tre anni, e via così fino al prossimo Campari Mixx. Grazie Masai.

giovedì, febbraio 24, 2011

Dare Vita A Storie, Personaggi, Emozioni.

Quando una domenica pomeriggio di otto o nove anni fa mi sono inventato il coro per l'amico Corby ("Dall'America è arrivato/ e nessuno l'ha cagato/ con la bocca palleggiava/ e col culo lavorava/ ora è un idolo perchè/ è più babbo di S***è/ che dei babbi è il grande re/ Corby culo alè alè"), il mio attuale vice-allenatore non aveva più di 9 anni.

Oggi, all'allenamento, questo ragazzetto ancora minorenne mi parla dell'US Orione e dei suoi personaggi storici: sai, mi dice sorridendo, come quel tipo del coro di Corby, S***é il grande re dei babbi... che nessuno sa chi sia eppure tutti qui lo conoscono.

Allora quel coro è rimasto! Ho sorriso, ed ho ripensato alle parole di CrisWhite ieri sera, e della Betty sei mesi fa, e di R.L. un secolo fa, e di centinaia di altre persone che da un millennio circa cercano di inculcarmi nella testa un concetto tanto semplice quanto -evidentemente- difficile per me da recepire.

E non lo so poi cosa voglia dire questo piccolo aneddoto, ma mi piacerebbe tanto dargli un senso.

"Tu sei sprecato, Joe."

martedì, febbraio 22, 2011

La Diritta Via.

Not everyone understands house music. It's a spiritual thing. A body thing. A soul thing.

Mi chiedo in un lampo dov'è finito tutto quanto, poi mi chiama il Perkovic e lo inondo di domandine maliziose, com'è Bilbao?, quanto ci si mette?, e lui controbatte con un perchè non facciamo un aperitivo?, allora ci vediamo dopo.
Dopo. Lo chiamo ma non mi risponde lui, bensì il suo compare di sventura: ma sì ma sì adesso finiamo qui e ti raggiungiamo...

Ma pazienza tanto non avevo voglia di uscire, lo sussurro appena, così posso rimanere con i miei pensieri poco fugaci e troppo efficaci: che fine hanno fatto i personaggi che animavano qualche tempo fa Breathing, celeberrimo ed irripetibile Teatro Sott'Acqua? Mi perdo negli archivi e trovo aneddoti, pensieri, traumi, amori disperati, cocci ovunque, cumuli di roba e di spade, bastoni e carote, un cellulare che non funziona, le entrate notturne all'Old, le uscite mattutine dal Rolling, una bustina di parmigiano che non riuscivo ad aprire... dove cazzo siete finiti tutti quanti? O sono io che sono sparito, scomparso, svanito tra le righe di questo spazio inesistente? Eppure, un attimo fa ero qua. Accidenti a me, devo ritrovarmi.

Ma voi mi state ancora seguendo, vero?

lunedì, febbraio 21, 2011

Ed E' il Tuo Uomo Che Te Lo Ripete.

tu pensa a cosa eravamo predestinati,
vecchi tossici sdentati (al peggio)
o se va bene calcio sky, e il sabato ubriachi,
insieme per paura di star soli
sopportare lavori che non ami
e donne che non brami
e uomini bugiardi infedeli nati
noi ci siamo salvati

baby we got it

giovedì, febbraio 17, 2011

Forse Senza Calcio Sarai Più Felice.

Ronnie. Venire a vederti era uno spettacolo, un'emozione intensissima, fino a quel momento sconosciuta. Anche se alla prima fu Recoba a regalarci la vittoria, con quei due missili all'incrocio dei pali che a ripensarci... che giocatore sarebbe potuto diventare. Ma non si possono avere rimpianti sul Chino... con te sì però. Ronnie, il primo gol a Bologna e dover aspettare Novantesimo Minuto per gustarlo. Sublime. La cavalcata d'inizio anno ed il primo stop proprio quando non ci sei tu, in quel di Udine. La vittoria sulla juve ed un periodo difficile... Ronnie, il milan annichilito nel derby con quello scatto che culmina in un pallonetto al volo. La partita contro il Lecce a far coppia con Kanu, il gol contro lo Spartak Mosca sentito via radio durante gli allenamenti, correndo con gli auricolari, uno io e uno Sfo: ue ragazzi il Fenomeno deve aver segnato un gol dei suoi, qui il cronista sta impazzendo! Ronnie, un pomeriggio di Aprile che mai nessuno mi restituirà e che oggi in molti, in troppi, si dimenticano. Ronnie. Una stagione complicata ed il doppio infortunio. L'inquietudine di quella sera di primavera del 2000, e la mattina dopo Fabri che scherza mimando la caduta: io con uno sguardo gli intimo di smetterla. L'attesa, la speranza, le inevitabili cadute, dolorosissime e frequenti. Ronnie, il giocatore che più abbiamo amato e che forse non tornerà più. E invece. Il 4 Novembre del 2001 contro il Lecce, ma te ne vai fuori per un piccolo risentimento dopo pochi minuti. Il ritorno a Brescia, un mesetto dopo, ed io sul pullman che mi porta a Legnano ad ascoltare la radio, piango di nascosto al tuo gol, seduto in un angolino là in fondo. Ronnie, quante volte abbiamo pianto per te? La doppietta contro il Brescia al ritorno, allo stadio col Krepa e Sfo. La punizione contro il Piacenza, noi là nell'angolino al primo anello blu. La trasferta contro il Chievo, cazzo eri ad un metro da me mentre esultavi per il 2-1 che ci avrebbe spianato la strada. Ricordo il tuo sguardo, il tuo sorriso, e poi vado ad abbracciarmi con cento sconosciuti là giù nel parterre del Bentegodi. Ronnie, le lacrime di chi si è perso al momento sbagliato ad inizio Maggio. Le dichiarazioni sballate dopo aver sollevato la Coppa del Mondo, le rivelazioni di Cadena Ser, non poterci credere. No. Ronnie. Il tuo addio, la tua fuga inspiegabile, il tuo ritorno quantomeno irritante. Nessuno ti ha mai amato quanto noi, Ronnie. E' bene che tu lo sappia. Io ti ringrazio per ogni volta che hai toccato il pallone con indosso la maglia nerazzurra. E' stato qualcosa di magico ed irripetibile. Ronnie, quanto t'abbiamo amato. Chissà se lo capirai mai.

lunedì, febbraio 14, 2011

Come Se Fosse... Impazzito

Non E' Un Qualcosa, Poi.

Ma è chiaro che domani devo vedere il Bagninazzo. Altrimenti... altrimenti la settimana che viene sarà più dura di quella passata, ed io non sono minimamente pronto. Non può essere, non può esistere. E già sono partito male.

C'è davvero qualcosa che mi sfugge... o forse dovrei dire qualcuno, o forse dovrei dire... che quel qualcosa, quel qualcuno, come al solito... sono io.


C'è Arte Ovunque

mercoledì, febbraio 09, 2011

And Then.



















Non sarebbe stata mai più la stessa. La mia vita, intendo. Anche se non ne avevo la certezza (anzi...). Anche se i miei periodi bui stavano durando troppo a lungo, e risalire verso la luce è sempre stato troppo faticoso. Ma tutto stava andando in una direzione precisa. Non mi sono fatto scappare l'occasione, perchè era molto più che ghiotta o succosa; era imperdibile, unica, vitale. L'ho intravisto nella tua camminata a piedi nudi. Celentano direbbe che
è tutto un portamento, o meglio ancora è un'andatura andalusa. Il tuo sorriso mi aveva abbagliato, ma sono state le chiacchiere notturne (anche se mi ero scolato una bottiglia di vodka alla mela verde) a scatenare un piccolo Big Bang di emozioni. Da quella notte, non sarebbe stata mai più la stessa vita. Niente più solitudini angosciate, niente più cattivi pensieri, niente di tutto questo. Soltanto una profonda sensazione di pace, di serenità, di amore. Quello scritto con la a minuscola, per non fare troppi proclami qui su Breathing. Ma che diventa maiuscolo, gigante, infinito, se torniamo anche solo per un istante quei due pazzi che si incontrano di nascosto per una pasta al pesto, vanno a studiare filosofia al parco, perdono l'ultimo autobus ma non il sorriso.

E ad un certo punto, ti ho incontrata.
Buon Triniversario, Morosona Dolce.

martedì, febbraio 08, 2011

Salvarsi.

E va bene lo ammetto dai, mi sono fatto un po' prendere dallo sconforto. Ma non preoccupatevi, suvvia. Dovete vivermi in un altro modo, ormai mi conoscete. Mi faccio travolgere, e sconvolgere, dalle piccole cose. Lo sanno tutti. Certo a volte, quando si sommano tutte queste piccole cose, viene fuori un bel pugno nello stomaco. Ma cosa volete che sia. Ci ha pensato poi la Morosona Esperta di Linguistica a salvarmi. L'avevo detto, l'avevo scritto, l'avevo preannunciato.

Ora, dopo un salvataggio così, lo spavento rimane (così come un po' di tristezza); ma sento che si può davvero ripartire. Domani non è un giorno qualunque. Ora spalancherò la finestra e mi farò accarezzare da questa insolita aria tiepida, che a volte so salvarmi da solo (ma non ditelo a nessuno).

lunedì, febbraio 07, 2011

Donnie Darko Timeline Diagram

Alle 17.02 Di Un Lunedì Qualunque

AAAAAAGGGGGHHHHHHH

Cazzo non ci voleva questa...
O forse serviva proprio questo per farmi capire... fino a che punto...
Come direbbe il Patatone, filosofo metropolitano, "che brutta fine che abbiamo fatto". Ma questa volta senza il plurale, lo penso, lo interiorizzo, me lo sento cucito addosso. Alle 17.02 di un lunedì come tanti... non ho voglia di parlare... chiamerò la Morosona... ci pensi lei a salvarmi.

NEL FRATTEMPO, A DETROIT...

Come Doveva Andare?

Dev'essere sempre così la domenica sera? La Sylvie sente la mancanza delle mie mail dalla Neoen... ma cos'è questa malinconia irrefrenabile? Ho riguardato le foto della cena di fine luglio, cos'è che non è andato poi come doveva? Per tanto, troppo tempo non mi sono più fatto le giuste domande.

E ora sento, inevitabilmente, che c'è qualcosa che non va. Un qualcosa che mi appartiene, che è parte di me, o che forse... anzi, senza forse. Sono proprio io.

mercoledì, febbraio 02, 2011

Bellissimo Lui.

Bella Lei.