BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

mercoledì, settembre 26, 2012

Cherokee

Una sera un anziano capo Cherokee raccontò al nipote la battaglia che avviene dentro di noi. Gli disse: "Figlio mio la battaglia è fra due lupi che vivono dentro noi. Uno è infelicità, paura, preoccupazione, gelosia, dispiacere, autocommiserazione, rancore, senso di inferiorità. L'altro è felicità, amore, speranza, serenità, gentilezza, generosità, verità, compassione." Il piccolo ci pensò su un minuto poi chiese: "Quale lupo vince?"
L'anziano Cherokee rispose semplicemente: "Quello a cui dai da mangiare."

lunedì, settembre 17, 2012

Qui Lo Posso Pubblicare, Su Facebook No

"Il problema non è lo stress dato dalle continue scadenze contrattuali, il problema non sono le ferie forzate, il problema non è la gente che si fa una doccia all'anno e puzza di immondizia, il problema non sono i clienti rompicoglioni e ignoranti, il problema non è l'ambiente sporco e polveroso, il problema non sono i colleghi lobotomizzati e/o leccaculo, il problema non è lo stipendio, il problema non è l'agenzia che mi minaccia di licenziamento perchè comunico che è morta mia nonna, il problema non sono la monotonia e la mancanza di prospettiva. Il problema è che di tutto questo non frega un cazzo a nessuno. Buon lunedì a tutti quanti." (Anna Moiseevna Rozenštejn)

domenica, settembre 09, 2012

"Tu Avevi Creato Un Gruppo Di Amici Capaci Di Superare Ogni Sconfitta."

Con la mia andatura goffa e sgraziata mi muovo nel sabato pomeriggio, terra di conquista per noia, apatia, afasia, cattivi pensieri; cerco il regalo per la Meravijosa, ma oggi non è giornata. Allora corro verso via Kuliscioff per fare quattro chiacchiere sotto questo sole settembrino che acceca la vista e confonde i sentimenti; sembra primavera ma in due minuti si farà autunno. Il mite BigFour si confessa, finalmente, dopo i miei 33 indemoniati giorni d'assenza dal lavoro, spettegola e s'incupisce, si mostra rassegnato, tento di scuoterlo ma non c'è niente da fare: io ho quarant'anni, Carlè, non hanno bisogno di uno come me. Tu te la sei giocata male, forse, ma io non posso farmi più illusioni. Lo saluto in quel di Bisceglie, un secondo prima di incrociare sguardo e panza di Pianeta, un uomo per tutte le stagioni, ma non per questo sabato pomeriggio. Vuoi venire allo spettacolo di Alby? Per carità di Dio, gli rispondo pacatamente, ne ho visti talmente tanti che potrei replicarli io sul palco. Me ne vado all'Orione, o forse no. Nel frattempo arriva la Sylvie, insieme cercano di risolvermi la giornata ma è una settimana nata male, deve finire in egual modo. Scappo a prendere la 58, parlare al telefono con Cristian non è semplice allora riaggancio. Mi sveglio dal torpore all'Orion Square Garden Paradise Circus. Qui ho lasciato bei ricordi, fiducia, un bel po' di persone che mi vogliono bene e che si domandano dove cazzo spasrisco ogni tanto (ma soprattutto perchè). Ed infatti FourSquare si complimenta per il mio check-in, è da Marzo che non ti registravi qui!, anche se ho barato perchè sono passato ad inizio Agosto (dovrei raccontare anche quella visita, ma sono quasi le tre, BoboVieriAlè). E allora sono chiacchiere, strette di mani, abbracci, dove sei finito cosa fai quest'anno non puoi abbandonare la nave torna da noi i ragazzi sarebbero contentissimi... ne riparliamo sabato prossimo?
Prima di rientrare a casa mi regalo qualche brivido d'adrenalina minacciando un ragazzetto che sfrecciava in bici facendo il pelo ai bambini di tre anni... se lo rifai ti stacco la testa dal collo, ok?, ciao buona giornata divertiti
La serata, in linea con il pomeriggio, in linea con la settimana, non regala nulla se non le mie solite alzate d'ingegno; qualcuno piange al telefono, ma sono morbido, mi denudo dei miei soliti strumenti d'offesa e d'inganno verbale, voglio solo esprimere il mio turbamento interiore, niente più. Finisco di guardare la puntata dei Robinson poi ci risentiamo, non sai che risate mi sto facendo... Sai perchè mi piacciono i Robinson? Perchè è come leggere Topolino, le tematiche sono leggere e sai sempre che andrà a finire bene. Non come me. Io vado sempre a finire male. Ma non mi faccio abbattere. Non voglio. Non ora, non per questo sabato, non per questa settimana. La mia andatura si farà più sgraziata, la scrittura più opaca, ma la testa rimane alta a scrutare l'orizzonte. La Meravijosa ha indicato un punto d'uscita ben preciso; se mi fermerò a guardare il dito, a questo punto, sarà solo colpa mia.

O almeno credo.

sabato, settembre 01, 2012

Ritorno A Diano.

Mi è capitato spesso di viaggiare nel tempo. Credo capiti a tutti, ogni giorno. Ai melancomaniaci come me, poi, basta una nota, un alito di vento. Ma non mi era mai capitato di parlare con il me stesso di due anni più giovane, com'è invece accaduto in quel di DianoMarina, proprio qualche giorno fa. E' stato qualcosa di unico.

In macchina con Pianeta l'atmosfera è di alto livello, abbiamo mescolato hip-hop storico, house da viaggio e techno da carica pastigliosa. Siamo entrati a Diano freschi come due sbarbatelli alla prima vacanza insieme; poi il RaffyHotel si materializza sulla mia sinistra, il balconcino ad angolo sopra il CafeDesAmis mi ricorda le infinite chiacchierate notturne, il vialone è sempre uguale e questo non aiuta. Entrare in casa poi, non ne parliamo. Lì, spiegherò più avanti, siamo stati molto felici in quattro, ma infelici in due. Questo dice tutto, ma non racconta la chiacchierata con me stesso.

E allora, mentre il caldo e l'amaretto di Saronno mettono a dura prova il fisico ed ostacolano il sonno, ripercorro quei giorni di due anni fa e mi godo i miglioramenti, i passi in avanti, le insicurezze svanite, le paure vinte, la strada intrapresa. Mi chiedo a che prezzo ho ottenuto tutto ciò, ma Joe versione 2010 non sa rispondermi. Mi parla della sua impossibilità di amare fino in fondo, e di cambiare qualche sfumatura per salvaguardare un bene più grande. Mi racconta della sera di Supercoppa Europea, della solitudine sul divano (oltre che della tristezza nel vedere Benitez sudare come in un bagno turco). Ci soffermiamo, ridendo amaramente, sulla sala giochi, le lunghe camminate diurne e serali, su una staticità affettiva, emozionale ma anche fisica, che ci stava logorando e che ci ha poi condotti, effettivamente, all'abbandono reciproco. Non c'è più tempo per sorridere, non ora, non subito, forse in futuro. Perchè ti comportavi così, Joe2010? E lui arranca nelle risposte, allarga le braccia, sbuffa, cerca degli alibi poi all'istante spiega che non esistono giustificazioni plausibili, è tutta una seria di cause ed effetti, la sua vita non si può comprendere se non si affrontano mille passi preliminari; di tempo ne ho, ne abbiamo, a sufficienza, mentre passeggio per i vialetti pieni di vecchi e bambini, alla ricerca di un'emozione forte insieme al buon Pianeta che sopporta giocosamente i miei continui sbalzi d'umore.

La casa, il balconcino, la stanza nella quale non entro; siamo stati felici ed infelici, continuo a ripetermi, e non so cosa mi faccia più male. Joe2010, dammi qualche risposta; ma la chiacchierata è un circo di ricordi, la sera ad Alassio, la felpa prestata, tecnicamente non ho mangiato. Torniamo al Bastoncino d'Oro, cercato per tutto il paese, e sono risate, evocazioni, colpi al cuore (stavolta il gelato fritto ce l'avevano, e Pianeta era bello contento). Continuo ad accusare il mio precursore di aver sbagliato e rovinato tutto. Non importa quello che è successo dopo, voglio che paghi per avermi fatto stare così male, per aver sbagliato così tante volte. Mi inchiodo senza appello; se mai c'è stato un momento per pensare a tutto quello che è successo nell'ultimo anno, bè quel momento è ora.

La notte porta sogni agitati, un braccio addormentato ed una spossatezza d'altri tempi. Mi sveglio con un magone inesprimibile. Devo sentire la Meravijosa, al più presto. Respirare sott'acqua è la mia specialità, ma io qui sto soffocando in una nube di auto-ribrezzo e condanna. Joe2010, con te non voglio più parlare. Per sapere chi sono basta ripensare alle Sue parole al telefono, proprio l'altro ieri: non devi cambiare... io adoro le tue insicurezze, i tuoi punti deboli, adoro prendermi cura di te. Senza tutto questo... non saresti tu. E non saremmo noi.