BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

venerdì, maggio 28, 2010

SEI UN GRANDE, JOSE'.











SEI UN GRANDE.

giovedì, maggio 27, 2010

LA TERZA COPPA DEI CAMPIONI.

Boh. La terza Coppa dei Campioni. Cioè, rendiamoci conto. I gol di Milito, il pianto di Josè, Javier che alza la coppa con quello sguardo da invasato, i racconti che arrivano da Madrid. C'è decisamente ancora troppa roba in testa, materiale da rielaborare, come se, a distanza di cinque giorni, ancora non mi fossi reso conto di ciò che è successo. Ero là ad aspettare i ragazzi, certo, ho resistito fino alla fine, ed erano le sei del mattino ormai. Ho urlato, ho gioito, forse ho pianto per qualche istante (oh, sì). Ma è ancora tutto qui, da metabolizzare. Siamo campioni d'Europa per la terza volta. Continuo a ripensare alla terza volta dei cugini, mille anni fa ormai. Vivere a Milano vuol dire questo, misurarsi con una tifoseria che ha conosciuto la gloria (ma è finita) e le disfatte (com'è il campionato di serie B? Noi non lo sappiamo); la loro terza risale al 1989, ed io me la ricordo bene quella notte, le doppiette degli olandesi, la Steaua umiliata, il tizio che abita di fronte a me che espone una bandiera rossonera ad ogni gol. Non potrà mica averne una quarta, mi dico verso la fine. E invece ce l'aveva. Ne seguirono altre, certo, ed è meglio tacere forse degli anni Novanta. Ma oggi, nel presente, i campioni siamo noi, noi che abbiamo dominato in Italia negli ultimi quattro anni, noi che quest'anno ci siamo presi tutto. Continuo a pensare che niente, nemmeno dieci Coppe dei Campioni consecutive mi restituiranno ciò che altri ci hanno indebitamente tolto; niente mi restituirà il pomeriggio del 26 aprile 1998, che sia chiaro. Continuiamo a volare, con questa fiducia, con questo spirito, senza curarci degli altri. Ripetersi sarà impossibile ma il belllo è proprio questo; averli distrutti, relegandoli al silenzio, è un qualcosa di cui godere all'infinito. Abbiamo vinto tutto ciò che c'era da vincere.

Ancora una volta, è stupendo essere Interisti.





















"A me, che sono innamorato
non venite a raccontare
quello che l'Inter deve fare"

domenica, maggio 23, 2010

Day After Da Pazzi


GRAZIE JAVIER.

GOBBI DI MERDA















RIVOLETE ANCHE QUESTA???

sabato, maggio 22, 2010

Questo Dev'Essere...

Ed è questo fantastico remix dei Cube Guys, su un capolavoro dell'immortale Coolio, che mi accompagna in questa pazzesca vigilia. Come along and ride on a fantastic voyage.

venerdì, maggio 21, 2010

COPIA INCOLLA


A SMALL GUIDE


Un CheeseBurger Di Silenzio


Anzichè Metterti il Pollice In Bocca...











Ma Cocek E' Pazzesca

Cocek, Soferska, Gas, Gas, Prawy Do Lewego,
mi rallegro mi immalinconisco mi rivitalizzo poi svario
Memories, I Think I Like, One 2 3 Four, La Trumbaza
e mi rendo conto che sto ballando da seduto sul 31, oppure siamo schiacciati come sardine in metropolitana, e quando le porte si aprono esco più molleggiato che mai, e rido, rido alla vita anche se la giornata non è stata esattamente come la sognavo; Diego, un uomo nato per non comandare, mi ha intimato di non rovinare i rapporti personali per colpa del lavoro. ME L'HA INTIMATO. Ed è per via della fiducia che ripongo in quest'uomo, sempre così posato, composto, equilibrato, un uomo che conosco da un mesetto, non certo da 23 anni, che le ultime 36 ore della mia vita sono state un'allucinante altalena di sentimenti contrastanti.

Perchè se dipendesse da me, cazzo.

Domani Parlerò Del Diciottesimo./2

Lo incontro fuori dal Dundy, l'unico locale al mondo nel quale ogni giorno è Carnevale. Lo evito per qualche minuto, poi devo rientrare, allora mi blocca.

Allora, che cazzo è successo l'altro giorno?

Le stranezze della vita. Si sta riferendo al
casino che è successo, nel quale lui era protagonista ed io testimone, come se il protagonista fossi io (tutto ciò mi inquieta: allora lui mi ha proprio visto).

Poi mi spiega, e così vengo a scoprire dettagli che, ovviamente, avrei preferito non conoscere. O forse no. Mi rendo conto infatti che questo balordo di fronte a me, ex boss ed ex galeotto, delinquente di prim'ordine, metà vita dentro, ha salvato una vita umana con poche semplici parole. Ora riesco a giudicare l'accaduto da un'altra angolazione. Non è più un semplice pestaggio avvenuto nel mio cortile. E il punto non è la goccia di sangue che mi è schizzata sulla mano mentre passavo di lì per caso.

Il punto vero è che poteva andare molto, ma molto peggio. E il fatto che questa cosa in un certo senso mi sollevi, per quanto paradossale, è la spiegazione di tutto quanto.

martedì, maggio 18, 2010

"Ciao Campione d'Italia. Ti Aspetto In Duomo Per Festeggiare il Nostro Diciottesimo."

Quante volte devi ripetere un'esperienza prima di classificarla come noiosa?
Io non lo so, so solo che questa è la quarta volta in quattro anni che vado in Duomo a svarionare con i miei fratelli di fede, sventolando bandiere, svalvolando a suon di birre fredde, poi fresche, poi tiepide e infine imbevibili. Questa è l'Inter, prendere o lasciare. Lasciare, perchè no?, ci abbiamo pensato tutti, come quella volta di Kallon ed il suo tiro rimpallato da un alluce di abbiati. O qualche mese dopo, fuori dalla Champions nel gironcino (esordio con vittoria stratosferica ad Higbury, si esce con un inutile pareggio a Kiev con Adani in campo). Adani, Kallon, Recoba, Djorkaeff, l'Inter è questa, mezze seghe e campioni uno via l'altro per molto, troppo tempo.
Ogni anno, e questo è il quarto consecutivo, mi ritrovo con i miei fratelli di fede ed arriva sempre il momento, dopo aver celebrato la vittoria, dopo aver insultato i nostri avversari, di ricordare i tempi che furono. Tempi costellati di Antonio e Massimo Paganin, di c'è solo un Walter Zenga, della pantegana bionda Klinsmann e del sempre encomiabile Fontolino Fontolino Fontolino Fontolan.
Brindiamo, ci abbracciamo ogni due minuti, saltiamo, tiriamo in mezzo chiunque passi di fianco a noi. Io non mi annoio cazzo, eppure, penso, questo è il quarto anno consecutivo che vengo a fare lo scemo in Duomo. E non me ne vado, cazzo, non me ne posso andare finchè i ragazzi non arrivano. L'anno scorso si son fatte le due, quest'anno arrivano molto prima, quindi c'è molta più gente, molta più ressa, ma anche molta più voglia di stare insieme. Chissà perchè. Sarà perchè ce ne andiamo a Madrid, e se lo canta Stankovic allora vuol dire che significa tanto.
In metropolitana, dopo essere stato indegnamente abbandonato da Robbinho (voto 0 per lui), un viaggio che da malinconico e solitario si trasforma in ubriaco e festante nello spazio di un secondo: il tempo delle porte che si aprono, ed ogni nerazzurro viene accolto con un fragoroso, festante, fantastico frastuono d'affratellamento. Ogni fermata è un'ovazione, è un coro, è un tripudio di sciarpe, maglie e battimani. Sale la sciura, ragazzi occhio occhio sale la sciura!, facciamo largo e tutti si alzano per farle posto. In un giorno normale la sciura di novant'anni rimarrebbe in piedi. Questa è l'Inter, abbiamo sofferto vent'anni ed oggi vogliamo sentirci buoni, e speciali, e unici.
Arrivo e la Mary è già ubriaca senza aver bevuto. Joe, devo pisciare! Joe, quanto è forte Maicon! Joe, ma Sneijder? Cazzo mi sono innamorata di Sneijder! Joe, andiamo a pisciare ti prego! E via discorrendo. Arrivano notizie dal matrimonio del Ragno, pare che il Varano al gol di Milito si sia scolato una bottiglia di Gutturnio dei Colli Piacentini alla goccia, mentre Nick per dimostrare la temerarietà del popolo nerazzurro ha inghiottito un raudo e l'ha fatto esplodere ruttando al tavolo dei testimoni. Quando i due arrivano, il tasso alcolico di Piazza Duomo improvvisamente si decuplica. E sono cori, sciarpate, battimani e ancora cori. Tanto la voce l'ho già persa in metropolitana, più o meno tra De Angeli e Pagano.
Si fa tardi, fa freschino, non voglio più bere ma la vera notizia è che sta arrivando il Bagnino. Non può perdersela, chiaro. Nel pomeriggio ho chiamato MonnaPatrizia, e meno male che non mi ha risposto subito perchè come ha iniziato a squillare mi sono ritrovato imbastito e piangente. Sappiamo noi perchè. Sappiamo noi chi ci sta guardando da lassù. E non è finita, ci diciamo speranzosi, perchè questa è l'Inter, prendere o lasciare. Vent'anni ad inseguire un sogno chiamato scudetto, ed ora potrebbe quasi non bastarci. Ci sarebbe certo da raccontare, ed analizzare, l'amore del popolo nerazzurro per Josè Mourinho, uno degli allenatori più interisti della storia, ma certi sentimenti non si possono spiegare. Io sono convinto che l'Avvocato Prisco sarebbe fiero di Josè. Come noi eravamo fieri del nostro Peppino, sempre presente in ogni nostra vittoria.
Chiudo immerso in un meraviglioso marasma umano, una marea neroblu che accoglie a braccia aperte i nostri eroi. Guarda Lucio quanto cazzo è esaltato! E Arnautovic? Cosa faaaaaa ma è matto! Il Capitano in prima fila a cantare e saltare, El Principe di fianco a Maicon che chiede ai tifosi di lasciare un po' di spazio. Scene già viste, con altri protagonisti, ma che non mi stancheranno mai. Questo è essere interisti, questa è l'Inter. E mi dispiace per chi non c'era, per chi non se l'è goduta. Io ho quella fame atavica di chi non ha mangiato per secoli. Quattro feste in quattro anni per me non sono abbastanza, perchè niente sarà mai abbastanza.






















Avanti così ragazzi, e forza Inter.


lunedì, maggio 17, 2010

Domani Parlerò Del Diciottesimo.

Oggi, per la prima volta nella mia vita, mi ha attraversato la mente il pensiero che vivere in via Giambellino faccia schifo.

Un pensiero fugace, certo, istintivo ed istantaneo. Ma è stata davvero la prima volta.

domenica, maggio 16, 2010

E' Un Crescendo, Ovviamente.

1) Sono fatto come una triglia.
2) Sai come fa, fa move your move your body...
3) No ma... sai cosa ti dico? Sei proprio un rimbambito!
4) E' un quadrilatero praticamente: Meibi, Toco, Dundas, baracchino della Metro.
5) Minchia ma io e te non dovevamo non vederci sto weekend?

giovedì, maggio 13, 2010

Emme.

Oggi pomeriggio, intorno alle cinque e mezza, mi ha chiamato il mio alter-ego.
Ebbene sì, ne ho uno. Voi no? Bè... cazzi vostri.
Se rimango senza fazzoletti, ora so da chi farmeli prestare.

Tupac, Changes.

Lo sai che devi andare a dormire, lo sai. I malanni tipici di Ottobre, anche se tra venti giorni è Giugno, e pensarci ti mette i brividi (ma non di freddo). La stanza, sì, è gelida rispetto alle medie stagionali, questo bisogna dirlo. Dovresti andare a dormire e invece sei sveglio, che il riposino pomeridiano è durato quattro ore. Dannate Tachipirine, a furia di mandarle giù a mazzi poi ti stroncano. Maggio è il mese dei pensieri, da sempre, più di Settembre, più di Gennaio, più di qualsiasi altro momento dell'anno. Te lo ricordi il 2008, tra il matrimonio della ValeRoga, il primo UnisonDay e tutto il resto? Ma certo, certo che torna tutto in mente proprio quando, visto che è l'una meno dieci, dovresti andartene a dormire. I gol dell'Atletico li hai visti, ti è dispiaciuto per il vecchio Roy Hodgson e hai scritto a Paul, domani mattina tirarsi su dal letto sarà una lotteria ma solo andando a dormire ora potresti forse vincere. Lo sai Joe, lo sai che è così. Anche se non siamo più gli stessi, nè tu nè io, anche se questo Maggio potrebbe cambiare e stravolgere le nostre esistenze, anche se tutto sommato qualcosa è già successo (e non da poco), anche se venti giorni sono pochi per cercare di chiarire tutto. Vai, vai a dormire vecchio Joe. Domani mattina te la puoi prendere con comodo; lo dico con la tranquillità di chi sa che sei davvero cambiato.

lunedì, maggio 10, 2010

Filicchio!

(Scena: seduti al Carlsberg per la laurea di Riky. Il Bufalone e AleCapo disquisiscono di traumi vari, ossa spezzate, infortuni clamorosi e quant'altro. Il tono della conversazione è vagamente macabro; AleCapo ribadisce più volte che assistere a certe scene lo fa star male, mentre il Bufalone racconta di aver visto esplodere una cassa toracica in seguito a un calcio volante. Poi aggiunge la storia di quel tale che in seguito a una caduta durante un incontro di judo si è fracassato tutto: tipo che si sentivano le molecole che implodevano creando un frastuono tipo trictrac che dalle arterie gli perforavano l'anima. A quel punto il buon Joe si inserisce, alzando il tono della voce per le prime parole, in modo da farsi ascoltare anche da chi era assorto nei propri pensieri. La platea è folta).
IO INVECE SONO RIMASTO VERAMENTE TRAUMATIZZATO QUANDO IL CANE DEL MIO VICINO DI BANCO AL MERCATO... era il '99 e d'estate ho lavorato al mercato no, allora praticamente questo bellissimo cane nero di nome Filicchio, che bello che era... cosa fa... porca puttana da non crederci (e qui l'attenzione è totale, i miei ignari ascoltatori pendono dalle mie labbra)...
in pratica mi ha traumatizzato sta cosa, perchè lui è andato a rubare del pollo in giro tra la spazzatura, tra i banchi del mercato... l'ha mangiato, è stato male, ha vomitato tutto... POI DOPO E' TORNATO A CERCARE IL SUO VOMITO E SE L'E' MANGIATO!!!
(risate generali, il mio pubblico è schifato ma non riesce a smettere di ridere)
DAI RAGAZZI MINCHIA QUEST'ESPERIENZA E' STATA TOTALE, VE LO DICO... QUELLA SCENA DOMINA ANCORA I MIEI INCUBI, DI TANTO IN TANTO!!! SCANDALOSO CAZZO... SI E' MANGIATO IL SUO VOMITOOOOOO PORCAMMERDA MA COME CAZZO SI FA!!! HUAHAHAHAHAHAHAHHAHAAAHHAHAHAHA IL SUO VOMITOOOOOO!!!

Ah, e complimenti a Greppinho che finalmente si è laureato eh.

sabato, maggio 08, 2010

Il Terzo Elemento.

Ma quant'è buono il kebab di Hakan? Sembra passato un secolo, e mi ripresento al suo cospetto vestito per la festa, che in realtà è già andata in scena dalla Sylvie (che è il personaggio del secolo, o quantomeno del mese).
Questa volta però stiamo un po' sulle nostre, e Hakan sulle sue: sarà la cravatta con le tartarughine a bloccarlo, o è rimasto senza parole di fronte all'oggetto del suo amore? Ma no, che quando la vede si scioglie e si rivela docile come un agnellino... E poi noi dobbiamo parlare, parlare e ancora parlare: un'attività che diventerebbe impossibile inserendo tra mittente e destinatario della comunicazione il "terzo elemento", ovvero l'inventore di meta-linguaggi tifosissimo del Galatasaray. Lo lasciamo da parte, ci complimentiamo per le squisitezze, l'Ayran nel cartoncino come il Billy non si può vedere, ed è già ora di partire per la serata (che ovviamente non racconterò mai).

Quando rientro a casa ho l'impressione di essere stato via due giorni, e forse è proprio così. Ho una marea di cravatte nuove (ma cosa me ne farò? e da dove arrivano?), i soldi giusti giusti per ordinare al Castello di Hong Kong un involtino un riso cantonese una porzione di gamberetti piccanti e un cocacolone di salvataggio. Mi chiama il Bufalone e mi chiede di stasera: un po' vorrei mandarlo al diavolo, un po' vorrei piangere. Con estrema calma, e snervante lentezza, cercherò di dar retta a tutti quanti.

Comincio dalla Minou e dalle coccoline sul letto.

venerdì, maggio 07, 2010

Fobia


giovedì, maggio 06, 2010

Apparizione.


Sparizione.


domenica, maggio 02, 2010

Ma Arriveranno.

Non c'è solo l'Inter in questo periodo, certo, ma cosa ci volete fare? Mi distraggo un attimo e mi ritrovo in finale di Champions, così, neanche a crederci, neanche a sperarci, buttiamo fuori prima la corazzata Chelsea poi il fantastico Barça (l'ammirazione è profonda, come testimonia la gita estiva al Camp Nou per la SuperCopa). E ora siamo lì, trentotto anni dopo, per chi c'era, la prima volta in assoluto per quelli come me. Un'emozione lunga ventuno giorni, ancora, e già si soffre. Mentre il Bayern è già campione di Germania, noi abbiamo davanti tre partite...

E la Sylvie, vogliamo parlare della Sylvie? Io direi che è meglio di no. Quella ragazzaccia me ne combina una ogni settimana. E non sto esagerando! E io devo esserci, devo sapere, devo poter aiutare; quando sono io a chiamare, questo pretendo. La Sylvie, ragazzi, una contessa in mezzo ai balordi; un po' per redimerli, un po' per metterli in soggezione, un po' per conquistarli.

Si parlerà, tra un po' di tempo, di feste, viaggi, piccoli abbandoni. Ma è ancora troppo presto, anche se il calendario è stampato nella testa e un po' d'ansia comincia a crescere. La Minou si gode il fresco di questi giorni, che l'estate si avvicina. Io mi godo la frenetica calma di questo nuovo inizio lavorativo, pieno di idee e progetti ancora senza sostanza.

Poi l'Inter scenderà in campo. E a quel punto tante cose saranno ormai chiare.