BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

domenica, dicembre 01, 2019

Il Goffo Splendore di Andrea Laszlo de Simone.

a Maddalena
Belgrano.
Ci sediamo al bancone, scelta troppo spesso sottovalutata, e beviamo un paio di birrette veloci di riscaldamento, raccontandoci il venerdì sera con quel pizzico di rammarico per non esserci beccati (ripensandoci, sarebbe stato epocale).
Con la Gaggella è semplice organizzarsi e il piano d'attacco alla serata è totalmente condiviso. Per tre quarti d'ora allietiamo l'affettuosissimo Fabietto con i nostri soliti discorsi, che spaziano dai soprusi lavorativi perpetrati a nostro danno in Alma alle angherie che ci siamo lasciati infliggere fuori da Alma; qualche piccola rivincita però ce la siamo presa anche noi, come quella volta che Max collassò sul tavolo del Tombino e toccò a G. presentarsi in farmacia per spiegare la situazione. Sto quasi piangendo dal ridere quando è ora di affrontare il freddo e il piazzale della stazione di Lambrate.
Fermata dell'autobus.
La situazione appare poco chiara, e decisamente in salita, fin da subito.
Il freddo che punge non dovrebbe essere un problema, anche se c'è scritto che la 54 arriverà tra dieci minuti. Cosa saranno mai dieci minuti. Noi impavidi milanesi non ci lasciamo spaventare da dieci minuti di attesa. L'andirivieni nel piazzale è brulicante. I ragazzetti urlano. Siamo in orario. Non ho ancora tirato fuori il berretto, la Gaggia è senza sciarpa. Da quando sono stato a Roma tre anni fa non mi sono più lamentato dell'ATM perciò resto fiducioso. Tre minuti, due minuti, un minuto... ricalcolo.
Ora il freddo punge. Il berretto dei Buffalo Sabres aiuta, ma intanto abbiamo un altro problema perchè il vociare dei ragazzetti si è tramutato in una mezza rissa, iniziata comicamente e finita con grida preoccupanti. Il calcolo della 54 intanto è ripartito da quota tredici minuti, per arrivare fino a uno e magicamente... trasformarsi in ricalcolo. Il freddo mi ha congelato una mano e anche se eravamo partiti con ampio margine, siamo ufficialmente in un ritardo clamoroso. Ma sono insieme alla Gaggella quindi non me ne frega un cazzo; e poi diciamocelo, sto cornuto di cantante mica comincerà il concerto puntuale alle nove, dai.
Serraglio.
No, non ha iniziato alle nove.
E non ha iniziato nemmeno alle nove e mezza.
Dopo un paio di birrette si sono fatte le dieci e mezza quando magicamente, sul lato del palco, vedo spuntare Andrea Laszlo de Simone in tutto il suo goffo splendore.
Immensità, La nostra fine, Mistero, Conchiglie. Una lacrimuccia riesce già a spuntarla.
La Gaggia è attonita, rapita da questo sound così lagnoso eppure maledettamente anni Settanta, semi-psichedelico, avvolgente. Piccola pausa, vi presento la band, lo so l'ultimo album sono solo quattro canzoni, cosa dite, ne faccio qualcuna di quelle vecchie? Ovazione. A questo punto comincio a soffrire davvero.
Canto e giro qualche breve video, la Gaggia decide che è ora dell'amaro e non posso darle torto, intanto si affratella con una tipa che sta piangendo tutte le sue lacrime allora sogghigno di nascosto, Vieni a salvarmi non fa questo effetto soltanto a me.
Il finale è un crescendo spaventoso, lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo che sarebbe stato un concerto meraviglioso ma tu non sei qui con me e allora canto a squarciagola splendono gli astri metallici e bianchi, la Gaggia mi abbraccia e continua a ringraziarmi, fiore mio, fiore della mia anima, ma tu dove sei, tu non ci sei, io sto continuando indomito a portarti con me...
Fermata dell'autobus.
Siamo usciti con i biccheri di amaro in mano, anche se lo Jaeger a quest'ora è un affronto al mio stato psichico. Mi salva la 54, proprio lei, che arriva dopo due minuti (o così mi è sembrato) salvandomi da un mezzo tentativo di coma etilico. Le chiacchiere nel frattempo sono diventate rivelazioni, che ci hanno portato a un'ultima birretta seduti sugli scalini della metropolitana. Il freddo è sparito, certe sensazioni no. Ma ci pensi che ci siamo conosciuti grazie a quel posto di merda? Sorrido perchè quel posto di merda mi ha regalato alcune amicizie di quelle indispensabili. Di quelle che non si possono abbandonare mai. Max, LaccoAmeno, il Giovane, Fratm... e anche tu Gaggella mia.
Poi non lo so perchè sulla strada del ritorno ti sei messa a cantare Antonello Venditti, ma questa forse è un'altra storia.
Spaghettata.
L'affettuoso Fabietto ha preparato questa pasta al formaggio che è una delizia, me ne riempie due piatti e li finisco in un secondo. La nottata assume un tono idilliaco quando decidiamo di scovare vecchi video musicali pieni di tope clamorose. Lit è una chicca, Claudia Schiffer una certezza, Smack My Bitch Up è censurato, arrivano in soccorso J.Lo e Christina Aguilera. Prima di andare via mi permetto di segnalare all'Affettuosissimo che nel video di Adore You Miley Cyrus è semplicemente una bomba.
E' a questo punto che la Gaggia mi uccide e la serata è finita. Seppur in bellezza, ovviamente.
Ci credo che questo video ti fa impazzire, Carletto. Scusa se te lo dico, ma...