Meglio Se Ci Teniamo Per Mano.
a valeriawally
Occasionalmente, accade ancora.
Cerco di definire i contorni della serata, ma la realtà mi appare più confusa di un sogno. L'ordine cronologico degli eventi assume un'importanza relativa, in fin dei conti, allora procedo come mio solito a sbalzi temporali, anacoluti e déjà-vu.
C'è Jack che osserva divertito gli avvenimenti del privè, ride, quasi si imbarazza, poi mi racconta i movimenti, le storie, le interpretazioni. C'è un livello di ignoranza che pórcatróia soltanto dopo un'adeguata preparazione io e te potremmo competere.
Poco tempo prima, in effetti, una particolare ballerina del suddetto privè era stata musa ispiratrice di una mia gag, che aveva poi ridotto in lacrime la più leopardata delle donzelline che questa notte ci fanno compagnia. Il gruppo si è inevitabilmente scremato e rimango con gli indomabili, che tra noi animali notturni ci si riconosce per natura.
Jack, mio fido scudiero da qualche tempo, ci accompagna per una gitarella fuori dalla pista; ne segue una mezz'oretta di chiacchiere allegre mentre restiamo in coda dietro un bagno vuoto, con questa pioggerellina insistente che detta tempi e spostamenti. Te la ricordi quella birra che ci siamo bevuti insieme un anno fa... La Leopardata sghignazza per la pronuncia del mio protetto che parla senza sosta, finchè a un certo punto è ora di rientrare nella bolgia.
Da quanto tempo non mettevo piede in discoteca? E chi lo sa... direi da troppo. Il punto poi è questo, ci voleva semplicemente la giusta compagnia per smuovermi. Certo le consumazioni costano un'esagerazione e lo spazio è tragicamente ristretto, ma è sempre una questione di leggiadria: di movimenti, di sguardi, di momenti. Ti accompagno dall'altra parte del delirio ma è meglio se ci teniamo per mano, finiti i cocktail mi verrà ancora sete e ti chiederò del ghiaccio, la Festeggiata ci redarguisce ma l'orario è indecente e non mi domando nemmeno perchè.
Venti McNuggets più tardi, l'alba non riesce a risplendere mentre tremo di freddo e di stanchezza. Non so quante volte mi hai fatto ascoltare questo pezzo dei Queen ma sono dolci perfino i tuoi dispetti, tanto che alla fine hai skippato quasi giustificandoti: avevo paura di darti fastidio.
Non resta che il finale, da compiersi in un abbraccio. Paolo Conte mi presta le sue parole, poi lasciamo a metà un paio di discorsi per non aggravare la mastodontica stanchezza.
Un ultimo saluto. Sì, i tuoi capelli sono meravigliosi. Un brivido. Una carezza. Pelle d'oca.
"in parte ti auguro che vada bene
in parte no per vedere le tue storie drama che adoro"
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