Mi Tocca Partire.
Alla fine le ferie sono arrivate, quindi mi tocca partire. Vado.
Vado perchè devo, vado perchè volevo, vado perchè forse voglio ancora, vado perchè TommyBoy ha bisogno, vado perchè basta il suo nome.
Vado anche se, vado ma non so, vado e vedo, vado e capirò.
Londra è pur sempre Londra ed evoca ricordi importanti, un Capodanno nudo con i tacchi e un ri-fidanzamento epocale, scatto una foto ad un bacio con parrucca fucsia e mi lascio fregare i muffin da chi ha più fame di me; 2006, 2013 e 2018, questa volta me la prendo un po' più comoda e spero sia la migliore di tutte. Voglio tornare a Covent Garden...
Ma dovrei anche smetterla di tornare, e ritornare, e tornare a ritornare, e rimuginare sugli eterni ritorni, sui rovesci del destino, sull'abbandono, su un paio di anniversari che stanno per arrivare. Torno sempre lì, anzi non è vero, non torno perchè non me ne sono mai andato.
Mi dispiace, devo dirlo. Vorrei urlarlo al mondo ogni giorno, e dopo quasi un anno lo voglio scrivere, voglio dare vita a questo pensiero urticante. Mi dispiace, ok?, mi dispiace da morire per tutto quanto. Dev'essere stato difficile anche per te, l'ho sempre saputo e finalmente voglio dirlo, voglio liberarmi di questo pensiero che mi tormenta. Dev'essere stata dura anche per te, forse un miliardesimo di quanto lo è stato e lo è ancora per me, ma dev'essere stata dura salire su quell'aereo con la scelta ormai in tasca. E poi salire le scale di casa sapendo che ti stavo aspettando col cuore in gola, le braccia aperte e le candele accese per via del blackout che durava da ormai due ore, terrificante segno premonitore di ciò che credevo non sarebbe mai potuto accadere.
Non parlo di perdono o di lasciarti andare, sto tentando disperatamente entrambe le strade ma i risultati non sono quelli sperati, perlomeno da me. Ho in mente le tue parole, il tuo sospiro prima di pronunciarle, il nostro risveglio la mattina dopo. Mi fermo qui con i ricordi ma un punto fermo andava messo, nero su fucsia, semplice ed eterno. Mi dispiace da morire Giulia, mi dispiace averti portato a questa decisione, e se è vero che sono io quello che sta morendo di dolore, non posso fare a meno di dedicarti la mia comprensione. Non ho più voglia di tenermi dentro queste parole, questa sensazione, questa incomprensibile empatia. Non voglio prendermi la colpa di ogni cosa e dopo un anno vedo tutto più chiaramente; ma mi squarcia l'anima il pensiero che tu abbia dovuto prendere questa decisione per sopravvivere, che sia colpa mia o meno. Mi dispiace Giulia, anche se non dovrei dirtelo, anche se non dovrei pensarlo, anche se non dovrei scriverlo, anche se gli amici mi insulteranno per queste parole, anche se il blackout è ancora in corso e le candele sono tutte spente, consumate da un anno di buio. Mi dispiace anche se non ti meriti questo pensiero, questa compassione, questo mio cuore. Me l'hai detto tu che è grande, e ancora una volta ti ho creduto. Mi dispiace. Ora l'ho detto.
Le ferie sono arrivate, alla fine.
Mi tocca partire.
Vado.
Vado perchè devo, vado perchè volevo, vado perchè forse voglio ancora, vado perchè TommyBoy ha bisogno, vado perchè basta il suo nome.
Vado anche se, vado ma non so, vado e vedo, vado e capirò.
Londra è pur sempre Londra ed evoca ricordi importanti, un Capodanno nudo con i tacchi e un ri-fidanzamento epocale, scatto una foto ad un bacio con parrucca fucsia e mi lascio fregare i muffin da chi ha più fame di me; 2006, 2013 e 2018, questa volta me la prendo un po' più comoda e spero sia la migliore di tutte. Voglio tornare a Covent Garden...
Ma dovrei anche smetterla di tornare, e ritornare, e tornare a ritornare, e rimuginare sugli eterni ritorni, sui rovesci del destino, sull'abbandono, su un paio di anniversari che stanno per arrivare. Torno sempre lì, anzi non è vero, non torno perchè non me ne sono mai andato.
Mi dispiace, devo dirlo. Vorrei urlarlo al mondo ogni giorno, e dopo quasi un anno lo voglio scrivere, voglio dare vita a questo pensiero urticante. Mi dispiace, ok?, mi dispiace da morire per tutto quanto. Dev'essere stato difficile anche per te, l'ho sempre saputo e finalmente voglio dirlo, voglio liberarmi di questo pensiero che mi tormenta. Dev'essere stata dura anche per te, forse un miliardesimo di quanto lo è stato e lo è ancora per me, ma dev'essere stata dura salire su quell'aereo con la scelta ormai in tasca. E poi salire le scale di casa sapendo che ti stavo aspettando col cuore in gola, le braccia aperte e le candele accese per via del blackout che durava da ormai due ore, terrificante segno premonitore di ciò che credevo non sarebbe mai potuto accadere.
Non parlo di perdono o di lasciarti andare, sto tentando disperatamente entrambe le strade ma i risultati non sono quelli sperati, perlomeno da me. Ho in mente le tue parole, il tuo sospiro prima di pronunciarle, il nostro risveglio la mattina dopo. Mi fermo qui con i ricordi ma un punto fermo andava messo, nero su fucsia, semplice ed eterno. Mi dispiace da morire Giulia, mi dispiace averti portato a questa decisione, e se è vero che sono io quello che sta morendo di dolore, non posso fare a meno di dedicarti la mia comprensione. Non ho più voglia di tenermi dentro queste parole, questa sensazione, questa incomprensibile empatia. Non voglio prendermi la colpa di ogni cosa e dopo un anno vedo tutto più chiaramente; ma mi squarcia l'anima il pensiero che tu abbia dovuto prendere questa decisione per sopravvivere, che sia colpa mia o meno. Mi dispiace Giulia, anche se non dovrei dirtelo, anche se non dovrei pensarlo, anche se non dovrei scriverlo, anche se gli amici mi insulteranno per queste parole, anche se il blackout è ancora in corso e le candele sono tutte spente, consumate da un anno di buio. Mi dispiace anche se non ti meriti questo pensiero, questa compassione, questo mio cuore. Me l'hai detto tu che è grande, e ancora una volta ti ho creduto. Mi dispiace. Ora l'ho detto.
Le ferie sono arrivate, alla fine.
Mi tocca partire.
Vado.
1 Comments:
At 30 luglio, 2018 11:52, Anonimo said…
vai e torna...io ti aspetto al Gainatt fratello, sarà aperitivo per tutto agosto...
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