BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

mercoledì, giugno 30, 2010

Ogni Tanto Eh. Ci Vorrebbe, Dico.

martedì, giugno 29, 2010

Dolcemente Bigiare.

La prima -e fino a settimana scorsa anche ultima- volta che sono stato all'Aquatica era il giugno del 1996. Sono particolarmente fissato con le date, è vero, ma non posso dimenticarmi quella scottatura sulla schiena: soltanto sette anni più tardi, a Chianni, sarei riuscito a fare di meglio (o peggio, a seconda dei gusti).
E così, dopo quattordici anni, sono tornato a godermi gli scivoli -e mischiarmi coi marocchini- di quello che ora è chiamato "Gardaland WaterPark": porca puttana, manco il nome è quello di una volta!
Inutile star qui a raccontare episodi grotteschi o bizzarri o al limite del surreale: è passato qualche giorno e la memoria a breve termine è quella che è. Il dato importante, da sottolineare, è che mi sono fatto uno sbattimento allucinante per presentarmi alle 9.15 in ufficio in giacca e cravatta, bello come una banconota da 500 euro e poco sudato grazie a qualche miracolosa folata di vento; da quel momento è partita, insieme al mio socio NC detto Jefferson, la fantastica e pericolosa missione "bigiata strategica del venerdì".
No, voglio dire, sono soddisfazioni. Nove e un quarto in giacca e cravatta, undici e mezza col culo in acqua (insieme ai marocchini, ribadisco) (e insieme al prode Jefferson, un uomo in eterno ciondolamento, capace di tirare testate a ignare passanti quando starnutisce).
Avere un lavoro (se così lo si può definire) vuole anche dire che sussiste la possibilità di bigiare. E ciò è stupendo.

If You See.

La differenza tra il vecchio Joe e il nuovo è che ora ho un taccuino.
E anche un'agenda.
E' pazzesca sta cosa.

lunedì, giugno 28, 2010

Tre Anni Dopo.

E' bello sapere che ci sono cerchi che si chiudono.
Per chi non sapesse di cosa sto parlando, un piccolo aiuto
qui e soprattutto qui.

Appena avrò tempo (e voglia), racconterò cos'è stato l'abbraccio di venerdì pomeriggio dopo tre anni.

giovedì, giugno 24, 2010

IO SONO INTERISTA...

... ed è per questo che stasera non piango.

martedì, giugno 22, 2010

Puoi Fare Quel Cazzo Che Vuoi, Ma Prima O Poi Dovrai Renderne Conto A Qualcuno...

You can crush us
You can bruise us
But you'll have to answer to
Oh, the guns of Brixton

sabato, giugno 19, 2010

Frasi Veramente Pronunciate.

"Non ti capita mai di pensare a quello che avevi costruito... e che ora non c'è più?"

mercoledì, giugno 16, 2010

Novantotto Duemiladieci

E sono tornato a cercarti Snake, in ogni nuvola, in ogni soffio di vento, c'è un ricordo di te scritto dai tuoi fratelli, compagni di suonate ed avventure, che mi farà sempre piangere e non c'è soluzione; io ti porto con me, ti guardo e ti penso ogni volta che qualcosa non va, vorrei avere la tua forza per andare avanti ma a volte è così difficile. Tornavo a piedi l'altra notte, dopo una giornata incredibilmente negativa, e il ricordo del tuo sorriso mi ha dato la forza per non piangere, e anzi, per ridere di piazza Frattini illuminata, con i barboni sulle panchine e le scarpe che mi stavano devastando i piedi. Vorrei andare a Granara e parlare con nostri vecchi amici del Centro, quei pazzi schizzati anarco-comunistoidi pieni di sogni e contraddizioni; vorrei sapere che fine ha fatto Beccia, se Francesca vive ancora a Berlino, da bambini eravamo tutti innamorati di lei, se Dario lotta ancora da solo contro i mulini a vento e se tu, là dall'alto, ogni tanto butti giù un occhio. Ne abbiamo tutti quanti bisogno, Snake. Vorrei che tu non te ne fossi mai andato, so che saremmo ancora in contatto dopo tutto, ne sono certo. Ma forse è ancora così, non è vero? Non so che posto abbiamo nell'Universo infinito ma so che certi sentimenti non potranno mai sparire.

Mi manchi

domenica, giugno 13, 2010

(Pubblicato Su Blog Ravery - 8 Giugno 2008).

José Mourinho è uno che ne sa. Io lo seguo e lo stimo da diversi anni; molti si sono accorti di lui solo ora, ma pazienza.
Un giorno il buon José, mago nell'infondere sicurezza ai propri giocatori, rilasciò una dichiarazione molto particolare. Dopo una serie di sette, otto, forse nove successi consecutivi in campionato, disse infatti ai giornalisti: non vedo l'ora che il mio Chelsea perda una partita, così vi dimostro la solidità del gruppo. Un pazzo? Macchè, un genio.
Già, perchè come forse in molti non sanno, nel calcio come nella vita bisogna imparare a perdere il prima possibile.
Anche il leggendario professor Scoglio disse la sua una volta a tal proposito: "che libidine quando perdo. La sconfitta mi esalta come le vittorie: posso riassaporare degli stimoli insostituibili".
Un famoso giocatore di football americano, di cui ovviamente non ricordo il nome, una volta spiegò che dopo ogni sconfitta prendeva un pezzo di terra dal campo e se lo metteva in bocca. "Così, la prossima volta che entro in campo, mi ricordo di questa sensazione schifosa e darò ancora di più per evitare di perdere". Un genio anche lui.
Secoli e secoli fa anch'io ero un calciatore: dopo le sconfitte avevo bisogno di docce millenarie per riprendermi. Da tifoso interista poi, ho avuto tantissimo tempo per assimilare il concetto di sconfitta. Non sto neanche a raccontare le annate buie, le umiliazioni, il 5 maggio, bla bla bla. Un giorno arriva comunque il sole a spazzare via le nuvole. Questa è una certezza che ti deve spingere sempre in avanti. Ma il momento della sconfitta, bè, quello va preso, gustato e interiorizzato al meglio.

Soltanto poche settimane fa, mi ritrovavo al Burger King in piazza del Duomo insieme a centinaia di fratelli di fede: al mio tavolo soltanto gente stupenda, dal Bagnino al Varanazzo, passando per Nick e la proprietaria di questo blog. Tavolo pieno di birre, e tanta voglia di cantare e fare macello. Siamo noi, siamo noi. Chi non salta è rossonero, Ambrosini è tempo che tu sappia di chi sei figlio e via dicendo. Poi ad un certo punto, all'improvviso, mi tornano alla mente i famosi anni bui, quelli che la Ravery manco li ha visti perchè aveva sei anni. Allora guardo Nick e insieme intoniamo "Fontolan, Fontolan, Fontolino Fontolino Fontolino Fontolan". La gente ci segue, ride, si esalta. Quelli erano i nostri anni difficili, quelli erano i campioni sbagliati, che baciavano la maglia ma in campo facevano ridere. Noi, dopo una decina d'anni, ancora cantiamo i loro nomi perchè dopo mille sconfitte sono arrivate le vittorie. Ma tutto è nato da lì, da quelle sofferenze sbagliate e inutili, da quelle figure di legno epocali, da quelle nottate insonni ripensando ai cugini campioni e noi persi nell'oblio, che anche il Lugano una volta riuscì nell'impresa di sbatterci fuori dalla Coppa. Eppure, cazzo, quelle sconfitte sono servite. Ora ci godiamo meglio le vittorie, e siamo veri fratelli. Bisogna perdere insieme, bisogna saper perdere. Chi si scorda più quel pomeriggio del cinque maggio. Chi si scorda le delusioni. Ma oggi, oggi che per noi c'è il sole mentre per il resto d'Italia s'è fatto buio, è giusto godere e ricordarsi di quanto ci siamo sudati queste sensazioni.

E' giusto ricordarsi di quanto ci abbia fatto schifo perdere. Perchè abbiamo perso, e tante volte. Ma ci siamo rialzati, e abbiamo scoperto cosa voglia dire la parola dignità.

Nella vita, come nel calcio, ci sono le vittorie e le sconfitte. Io oggi dedico righe e pensieri a chi ha perso. Godetevi la sconfitta, lasciatevi pervadere da questa orribile sensazione: un giorno ve ne ricorderete, e riderete di chi pensa di aver vinto -oggi- con facilità.

Perchè la dignità e il rispetto, no, quello non si guadagna nelle interrogazioni e non si quantifica da zero a dieci in un tabellone appeso a scuola. Io sto parlando con due persone che mi possono capire. Direi che il concetto è chiaro.

mercoledì, giugno 09, 2010

Eh Oh.

Va beeeeene va beeeeeene torno a scrivere, d'accordo. Un attimo cazzo

venerdì, giugno 04, 2010

THIS IS WHAT YOU GET!

Allora è questo che succede quando si è sempre chiari, decisi e determinati. E' questo che si ottiene dopo quattro mesi di richieste.

Fai qualcosa, ti prego, perchè io sono davvero in difficoltà. Te ne prego.


E' questo che si ottiene. L'insolente piagnisteo di una persona che non sa percepire la pesantezza delle proprie malefatte, e che riesce invece a lamentarsi per le presunte "prese di posizioni" altrui (in realtà si tratta soltanto di scelte obbligate).

Vai, vai via, che hai capito tutto.

giovedì, giugno 03, 2010

Comincio A Nutrire Dei Sospetti

Sono tornato in possesso del mio amatissimo pc; in compenso la sua assenza forzata non ha destato i frutti sperati. Dunque viviamo alla giornata. Mica può andare sempre male, dico io. Certo, ieri ci hanno rimbalzati nonostante ore e ore di sbattimenti. Ma suvvia, un po' di ottimismo ci vuole.