Dolcemente Bigiare.
La prima -e fino a settimana scorsa anche ultima- volta che sono stato all'Aquatica era il giugno del 1996. Sono particolarmente fissato con le date, è vero, ma non posso dimenticarmi quella scottatura sulla schiena: soltanto sette anni più tardi, a Chianni, sarei riuscito a fare di meglio (o peggio, a seconda dei gusti).
E così, dopo quattordici anni, sono tornato a godermi gli scivoli -e mischiarmi coi marocchini- di quello che ora è chiamato "Gardaland WaterPark": porca puttana, manco il nome è quello di una volta!
Inutile star qui a raccontare episodi grotteschi o bizzarri o al limite del surreale: è passato qualche giorno e la memoria a breve termine è quella che è. Il dato importante, da sottolineare, è che mi sono fatto uno sbattimento allucinante per presentarmi alle 9.15 in ufficio in giacca e cravatta, bello come una banconota da 500 euro e poco sudato grazie a qualche miracolosa folata di vento; da quel momento è partita, insieme al mio socio NC detto Jefferson, la fantastica e pericolosa missione "bigiata strategica del venerdì".
No, voglio dire, sono soddisfazioni. Nove e un quarto in giacca e cravatta, undici e mezza col culo in acqua (insieme ai marocchini, ribadisco) (e insieme al prode Jefferson, un uomo in eterno ciondolamento, capace di tirare testate a ignare passanti quando starnutisce).
Avere un lavoro (se così lo si può definire) vuole anche dire che sussiste la possibilità di bigiare. E ciò è stupendo.
E così, dopo quattordici anni, sono tornato a godermi gli scivoli -e mischiarmi coi marocchini- di quello che ora è chiamato "Gardaland WaterPark": porca puttana, manco il nome è quello di una volta!
Inutile star qui a raccontare episodi grotteschi o bizzarri o al limite del surreale: è passato qualche giorno e la memoria a breve termine è quella che è. Il dato importante, da sottolineare, è che mi sono fatto uno sbattimento allucinante per presentarmi alle 9.15 in ufficio in giacca e cravatta, bello come una banconota da 500 euro e poco sudato grazie a qualche miracolosa folata di vento; da quel momento è partita, insieme al mio socio NC detto Jefferson, la fantastica e pericolosa missione "bigiata strategica del venerdì".
No, voglio dire, sono soddisfazioni. Nove e un quarto in giacca e cravatta, undici e mezza col culo in acqua (insieme ai marocchini, ribadisco) (e insieme al prode Jefferson, un uomo in eterno ciondolamento, capace di tirare testate a ignare passanti quando starnutisce).
Avere un lavoro (se così lo si può definire) vuole anche dire che sussiste la possibilità di bigiare. E ciò è stupendo.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home