BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

lunedì, novembre 25, 2019

Life Finds A Way.


domenica, novembre 24, 2019

Hold Me Closer, Tiny Dancer

a Ilaria
Questo è un post che inizia dove gli altri finiscono.
Esco dallo studio pervaso da una inconsueta leggerezza, come se questa chiacchierata di quaranta di minuti fosse già servita a liberarsi di qualche peso.
Improbabile.
Eppure.
Scendo le scale con uno strano magone. E' meraviglioso, continuo a ripetermi scalino dopo scalino, sapere di essere trasparenti, e poter essere quindi riconosciuti per le proprie doti più significative. Perchè accade in continuazione ma troppo spesso non me ne accorgo.
Guardi Joe, lei deve stare molto attento...

Già, probabilmente non ho fatto attenzione, provando a toccare quelle corde là. E' ancora il Giovane allora, a guidarmi e redarguirmi in questo pomeriggio piovoso e altrimenti solitario, e desolante, e buio. Lo ragguaglio sull'ultima settimana di tentato silenzio, malriuscita lontananza, farsesco distacco emotivo. La mimica facciale lo tradisce, scuote la testa, non ci siamo, non ci siamo... NON. CI. SIA. MO. E' un confronto proficuo benchè carico di piatti filippini, birra e grappa cinese. Un confronto che si traduce in un monito ferreo, cerca di non far stronzate e ricordati che questa è una persona di valore. E come dimenticarsene. Ma questo non è l'unico monito.
perchè tutte le sue scelte...

Il finale di serata, e di settimana, è convulso. Sono uscito di casa ieri mattina alla stessa ora in cui rientravo il sabato precedente. Ho apprezzato l'ironia del paragone fra i due momenti e tutto ciò che c'è stato in mezzo. E di quello che verrà.
Una settimana per volta, una settimana dopo l'altra. Potrebbe funzionare. Può funzionare. Voglio crederci. E certo non mancheranno capriole d'umore, evitabili messaggi notturni, Ichnusa in eccesso, discorsi sull'amore e sul senso di solitudine lasciati colpevolmente a metà. Ma la strada sembra delinearsi, per una volta.
tutto ciò che lei fa...

Allora finisce con Jim che guarda Pam andarsene in macchina con Angela, poi si ferma un secondo a osservare il parcheggio ormai deserto. Poco prima, lei gli aveva chiesto "can I ask you a question?". Ma poi non aveva fatto nessuna domanda. Jim sorride per la serata. C'è stato un contatto, finalmente, anche se è un innocuo bacio a stampo. Sorrido a Jim che sorride pensando a Pam e a quel bacio innocente, poi parte Tiny Dancer in sottofondo e comincia a tremare tutto. Lei ha proprio ragione, Dottoressa.
... parte dal cuore.

martedì, novembre 19, 2019

Vocal, Club, Main.

Come ogni volta passerà, passerà
Non faccio in tempo a mettermi un po' a spulciare nell'archivio dei post mai pubblicati (quasi un centinaio) che subito riscopro Wildberry Tracks, e ve lo voglio dire siete fortunati a non essere dei malati di musica house altrimenti sareste già in sbattimento come me che me la sto sparando in loop in tutte le versioni (Vocal, Club, Main Mix). Da un momento all'altro mi aspetto che bussi alla porta il buon Piastrella, uno degli abitanti più bizzarri del Tombino di piazza Irnerio, locale che ho amato svogliatamente e che ho abbandonato forzatamente, teatro di almeno un innamoramento fatidico (il flipper) e di un goffo tentativo di omicidio (Giulia te la ricordi quella volta che hai provato a investirmi con la Musa?).


Anche stavolta passerà, passerà
La tenera Sirenetta mi ha chiesto di smetterla con le frasi strappalacrime, le ho dovuto rispondere che sono capace di scrivere frasi strappalacrime anche compilando un modulo con i miei dati anagrafici; ma la verità è che, come suggeriva Ennio Flaiano, il medium è il messaggio e quando riceviamo una lettera dovremmo leggere direttamente il postino (oh yeah wait a minute mister postman). In questo caso è pure un postino di un certo livello, capace di violenti ed improvvisi slanci d'affetto e di cedermi con delicatezza estrema le sue competenze in un ambito nel quale si può buffoneggiare ma non si può mica tanto scherzare.
Niente babbuini al pc, per intenderci.
Mentre continuo a tifare per la pioggia (su Genova, sia chiaro).

Come ogni storia finirà, finirà
E cara Wildberry Tracks grazie per i ricordi che stai facendo riaffiorare, grazie per questo sentimento antico, domani mattina ti ascolto per trentacinque minuti (Santa-Villa) poi ricomincia il vortice, trentacinque minuti di te anche al ritorno, fino in Wagner, fino al Bagnino ("ora capisco un po' meglio, prima non avevo la percezione", parole di questa sera), fino al Varano ("hai capito che cosa ti fa star male finalmente", parole di questa mattina), e pazienza se Alan è irReperibile, ieri mi ha scritto che sente la mia mancanza e sono sempre ricchionate apprezzabili. Anche la fan del CDV mi ha lusingato di recente commentando Breathing Underwater, in quanti ti hanno chiesto di farne un libro?, ed ho sorriso allo schermo del cellulare perchè non lo so nemmeno più (and this is Joe Rokocoko showing off).

E questa terrà fiorirà, fiorirà
Poi mentre sono al Claro con il Giovane mi agito, disarciono lo sgabello e devo per forza shazammare questa melodia pazzesca, è So Far To Go (J Dilla), ancora adesso mi fa danzare sulla poltrona Markus che Rocco e la Minou hanno devastato ma questo è il senso profondo: il Giovane, appena citato in queste righe, mi scrive su whatsapp per chiedermi se sto bene. La risposta è nella domanda, no? Allora torno alle frasi strapalacrime che la Sirenetta vorrebbe che io evitassi, non è mica colpa mia se ho appena scoperto questa super chicca di Ceri (Passerà) che si adatta oltre la perfezione (è quasi imbarazzante) alla mia attuale situazione emotiva; avrei potuto e dovuto evitare, invece, quel post-it piazzato sotto la tastiera, ma il gioco di ogni segreto è in fin dei conti farsi scoprire. Sento arrivare in lontananza Andrea Laszlo de Simone, è l'incipit di Fiore Mio eppure ho tolto le cuffie già da un pezzo; sarà che ho preso due biglietti per il concerto del 30 novembre e mi tocca addirittura il lusso di scegliere da chi farmi accompagnare (mentre tu, bè, quella sera non ci sei). Occhiolino.

Ripensandoci.

a Giulia
per l'irruenza del tuo silenzio
Eppure ripensandoci
la sere che mi mancano di più
sono quelle in cui non c'eri

Mi mettevo sul balconcino a guardare fuori
pieno della mia incorreggibile malinconia
divorato dall'insoddisfazione

Quelle sono le sere che mi mancano di più
quando la tua assenza definiva i miei contorni
invitavo sempre qualche amico per non pensarti
ma tanto finivo a parlare di te, tutto il tempo

Quelle sono le sere che mi mancano da morire
quando mi toccava arrangiarmi e potevo concedermi un po' di sana solitudine
quando dovevo accontentarmi di una tua telefonata fugace
e ci amavamo alla follia, ma mi sentivo contorcere dentro
non era normale e non lo scopro certo adesso
ti ho amato disperatamente ma ho sbagliato, ho sbagliato
ho sempre e solo sbagliato
ma è questo che vorrei dirti
sono le sere in casa da solo che mi mancano di più
perchè sono quelle in cui eri più presente

E allora mi mettevo a scrutare il Naviglio, l'entra ed esci dei nostri vicini, la movida
e salutavo il nostro fiumiciattolo prima di andare a dormire
restando nella mia parte di letto
un abbraccio al tuo cuscino

Quelle sere mi mancano da morire
perchè tu non c'eri ma io lo sapevo

che potevo dedicarti la mia vita

lunedì, novembre 18, 2019

Ventisei Agosto Diciassette

a Riki
anche se non mi spiego mai un granchè
il mio eterno ringraziamento
per queste parole

"Ci ho messo almeno un'ora per capire se volessi o meno scriverti questo messaggio. Poi ho pensato che non sapevo se avrei mai trovato un'occasione migliore per farlo, e nemmeno se ne avrei avuta una. Perché non è un messaggio dettato dalla situazione. E non è nemmeno un messaggio triste, mi sembra giusto specificarlo nelle prime righe di modo che possa leggere il proseguo col cuore un po' più leggero. È uno di quei messaggi che non ci si ritrova mai a scrivere perché sembra quasi inutile dire ad una persona quanto e perché le si vuole bene. Però ho recentemente scelto che non voglio più correre il rischio di non aver detto abbastanza, anche a costo di dire troppo. Vorrei che lo sapessi che per me, e mi permetto in questo caso di dire per noi, sei un'ispirazione e un esempio. Forse non capirai il perché, ma penso che in questi anni abbiamo imparato a conoscerti anche più di quanto non avresti voluto. Non ti ho mai visto soddisfatto in pieno, ho piuttosto intravisto un fuoco che si alimentava con la voglia di spingersi oltre ed un attimo dopo lo stesso fuoco quietarsi per mettersi al servizio delle persone che ami. Ti ho visto regalare sorrisi anche nel momento più difficile. Ti ho visto avere fiducia sempre e incondizionatamente in queste persone al punto da incazzarti e rimanerci male quando queste non facevano quanto avrebbero potuto. Ti ho visto fare tutto col cuore ed è una cosa che rimane dentro a chi ha la capacità di accorgersene. E per quanti colpi bassi la vita ti possa sferrare ti auguro di non perdere mai questa dote e di non lasciarti sopraffare perché hai quel qualcosa che può portarti a fare tutto ciò che vuoi. Io credo in te, forse anche più di quanto non ci creda tu."



e per quello che raccontano.

domenica, novembre 17, 2019

Meglio Se Ci Teniamo Per Mano.

a valeriawally

Occasionalmente, accade ancora.
Cerco di definire i contorni della serata, ma la realtà mi appare più confusa di un sogno. L'ordine cronologico degli eventi assume un'importanza relativa, in fin dei conti, allora procedo come mio solito a sbalzi temporali, anacoluti e déjà-vu.
C'è Jack che osserva divertito gli avvenimenti del privè, ride, quasi si imbarazza, poi mi racconta i movimenti, le storie, le interpretazioni. C'è un livello di ignoranza che pórcatróia soltanto dopo un'adeguata preparazione io e te potremmo competere.

Poco tempo prima, in effetti, una particolare ballerina del suddetto privè era stata musa ispiratrice di una mia gag, che aveva poi ridotto in lacrime la più leopardata delle donzelline che questa notte ci fanno compagnia. Il gruppo si è inevitabilmente scremato e rimango con gli indomabili, che tra noi animali notturni ci si riconosce per natura.

Jack, mio fido scudiero da qualche tempo, ci accompagna per una gitarella fuori dalla pista; ne segue una mezz'oretta di chiacchiere allegre mentre restiamo in coda dietro un bagno vuoto, con questa pioggerellina insistente che detta tempi e spostamenti. Te la ricordi quella birra che ci siamo bevuti insieme un anno fa... La Leopardata sghignazza per la pronuncia del mio protetto che parla senza sosta, finchè a un certo punto è ora di rientrare nella bolgia.

Da quanto tempo non mettevo piede in discoteca? E chi lo sa... direi da troppo. Il punto poi è questo, ci voleva semplicemente la giusta compagnia per smuovermi. Certo le consumazioni costano un'esagerazione e lo spazio è tragicamente ristretto, ma è sempre una questione di leggiadria: di movimenti, di sguardi, di momenti. Ti accompagno dall'altra parte del delirio ma è meglio se ci teniamo per mano, finiti i cocktail mi verrà ancora sete e ti chiederò del ghiaccio, la Festeggiata ci redarguisce ma l'orario è indecente e non mi domando nemmeno perchè.

Venti McNuggets più tardi, l'alba non riesce a risplendere mentre tremo di freddo e di stanchezza. Non so quante volte mi hai fatto ascoltare questo pezzo dei Queen ma sono dolci perfino i tuoi dispetti, tanto che alla fine hai skippato quasi giustificandoti: avevo paura di darti fastidio.

Non resta che il finale, da compiersi in un abbraccio. Paolo Conte mi presta le sue parole, poi lasciamo a metà un paio di discorsi per non aggravare la mastodontica stanchezza.

Un ultimo saluto. Sì, i tuoi capelli sono meravigliosi. Un brivido. Una carezza. Pelle d'oca.


"in parte ti auguro che vada bene
in parte no per vedere le tue storie drama che adoro"