BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

venerdì, ottobre 30, 2009

Stase Comple Diego, Buffet A Casa Sua


Bisogna Accorgersene.

Oltre ad una quantità indefinibile di fenomeni (che non capiscono le battute sul blog della Mary), in giro c'è anche e soprattutto l'influenza.

sabato, ottobre 24, 2009

Perderemo Ancora, Come Quella Sera...

Domani ho la partita contro l'Accademia Inter. Non sono più il mister di una volta, non compro più Sport&Sprint per sapere com'è la classifica e via dicendo, ma affronto ogni partita come fosse la prima di campionato. Il buon Ringhio ne è fiero. E poi la tipa che mi chiamava dalla redazione aveva la mia figurina -insieme a quella di Di Canio- attaccata al pc. Questi della Prealpina invece, figurati! Anche se lo ammetto, è sempre divertente fare la cronaca della partita. Io parlo sempre bene anche degli avversari, non so se la cosa sia reciproca ma chissenefrega. In tanti anni di carriera ho litigato solo con l'allenatore della Virtus Binasco, sono un tipo pacifico tutto sommato. Ringhio ne è contento. Dopo la partita ci faremo una birretta al bar dell'oratorio -anche se non c'è più Franchino- e poi ci dirigeremo a casa sua per una carbonara in compagnia (ma chi ci crede). Il resto verrà da sè.

Tra l'altro, domani torna nei ranghi anche la nostra punta di diamante, al quale avevamo dato una giornata di squalifica per aver scalciato un compagno a terra. Quel raptus di follia ci è costato tre punti sabato scorso, ma tanto nessuno di noi ha mai visto la classifica, quindi fa niente.

Domani sarà dura ed il risultato è praticamente scontato, ma non ha molta importanza. Quando i miei ragazzi scendono in campo al sabato indossando i colori dell'US Orione, io so che tutto questo ha un senso. Ed è l'unica cosa che conta veramente.


giovedì, ottobre 22, 2009

La Curiosità Uccise il Lettore Accanito.

Inizio la serata bevendo poco, pochissimo, un amaro e poi niente per un'ora e mezza, difatti a mezzanotte sono fresco come una rosa. Da lì in poi il ritmo si alza fino a diventare vorticoso intorno all'una e mezza, colpa del Southern Comfort (uno, due tre, quanti?) e dei chuputini di vodka alla menta insieme a Joop. Ero partito così bene che sono finito mediamente 'mbriaco: allegro, abbastanza in forma, comunque fattissimo. La Morosona a quel punto corre fuori per raccontarmi cosa accade nel locale, ma è proprio in quel momento che mi accorgo di non farcela quasi più: "more, sono affari loro". Ma come, ma ti rendi conto?, ma cioè ma dai ma insomma!, la tenera Morosona è agitata, sconquassata dalla visione di ciò che sta imbarazzando non solo lei. Ma io non ho altre parole che oh senti minchia son cazzi loro.

Mi sveglio la mattina dopo e ci sto abbastanza dentro. Mattinata tranquilla, pochi ricordi confusi della festa, pranzo domenicale a base di brasato, polenta e risate, poi vado a farmi un pisolino che va sempre bene. C'è ancora la Morosona insieme a me, che bello.


Poi ad un tratto mi risveglio dal sonnellino e mi sembra di essere in un incubo. ODDIO, MA IERI E' SUCCESSO QUEL CHE MI RICORDO??? MORE MA... MORE TU SEI VENUTA A DIRMI UNA COSA IERI SERA, ME LA SONO SOGNATA O E' VERA??? ODDIOOOOO ODDIOOOOO!!! AHHAHAHA NOOOOOOO AAAAAAAAAAAAA STO MALEEEEEEE, e lei che se la ride e rincara la dose eh sì io ero scandalizzata e mi sembrava strano che a te non importasse... ma ti dico che è stata una scena scandalosa!!!

Ora io lo so che mi darete del bastardo, ma non posso proprio raccontarvi di preciso cos'è successo all'interno del Dundas cafè sabato notte. Sappiate che la mia reazione, ancora adesso a giorni di distanza, quando ci penso è: OOOOOMMIOOODDDDDIOOOOOOO MAAAA AAAAAAGHHHHHHH MA COM'E' POSSIBILEEEE AAAAAAAGH NON FARMICI PENSARE TI PREGOOOOOOO DIO MIOOOOOOOOOOOOOOO!!!


E non sto esagerando...

martedì, ottobre 20, 2009

Stai Male, Sto Male.

Mi sono perso Parnassus. E pure l'allenamento degli sbambinetti. Ho sudato sulla 61 stamattina, e sono arrivato in portineria, poco prima di risalire a casa, completamente esausto. Col cappuccio in testa per tenerla calda e con la testa al caldo di quest'estate per non raggelare anche l'anima. Il resto è una storia di Tylenol, Fluimucil e Tachipirina. La solita storia, verrebbe da dire. La storia che mi interessava però era quella di Parnassus, che invece mi sono perso. Pinketts direbbe che il lupo perde il pelo ma il vizio ce l'ha l'agnello, ed io continuo a perdermi qualcosa, qualcuno, spesso me stesso. Nemmeno il Bagnino oggi voleva rispondere al telefono. Un po' come faccio io quando leggo "Numero privato". Un vizio d'altri tempi, un vizio sempre attuale. Come quello di ammalarsi ad ottobre. Perdere Parnassus non è un dramma, direte voi. Nemmeno rimanere coerenti con se stessi, in fondo. Domani starò un po' peggio, ma state tranquilli perchè la situazione non è seria. Tutto, fuorchè seria. In pratica, un film già visto. Anche se non è Parnassus.

sabato, ottobre 17, 2009

"Que La Chupen, y Que La Sigan Chupando."

Diego sei stupendo.


La Foto Non Mente E Nella Foto Sei Tu.

Sono andato a prenderla con il mio arrogante pickup nero.
Per l'occasione ho anche rispolverato l'album capolavoro di Junior Jack regalatomi dal peggior ballerino d'Albania. Però non l'ho sparato a manetta.
Una gitarella notturna, subito dopo la birretta da Ringhio ed i suoi preziosi insegnamenti: "non si può vivere con la paura".
Ora ascolto Anywhere is di Enya per l'ultima volta. Poi Spirito dei Litfiba e me ne vado a nanna.
E sarà come addormentarsi nel magico millenovecentonovantasei.

Se non fosse che.

venerdì, ottobre 16, 2009

La Memoria Che Aiuta.

Io lo dico sempre che non bisogna mettersi a scrivere alle due di notte.
E dico sempre anche che certe porte non andrebbero mai aperte; che poi siano porte fisiche (vedi stanza di Travedona) o metaforiche (vedi archivi di Breathing), poco cambia. Certo le porte metaforiche, e metafisiche, fanno un po' più male. Un po' come chiudersi un dito nella porta. Sono cose che succedono, e in fondo chi se ne importa. Ma il discorso cambia se la porta te la sbatti in faccia da solo. Questo è un altro discorso.
E allora cos'è questa sensazione di vuoto se non la certezza (ma non si vive di certezze, cazzo, questa è l'unica certezza di cui vivo) che qualcosa sta per succedere? Qualcosa domani, o forse dopo, o forse la settimana prossima... Intanto, dopo aver beccato mille persone e personaggi al Dundas giovedì scorso, mi appresto a beccarne altrettanti (nei sogni!) questo sabato, che il peggior bar di Caracas a venti minuti dal Duomo di Milano compie sei anni. Sei anni vissuti pericolosamente insieme a me e al Bagnino, che un pomeriggio di ottobre mi disse: "ti porto in un posticino che ho appena scoperto, vedrai, ti piacerà". Quel cazzo di posto non mi è mai piaciuto, ma questo è un altro discorso.
Poi cos'è questo costante sforzo di dimenticare e ricordare tutto? Come si fa a ricordare il mondo intero, e come si può invece al contrario dimenticare un singolo evento, una sfumatura, un appiglio dell'anima? Non ricordo l'ultima volta che ho mangiato gli gnocchi al ragù, potrebbero essere passati secoli o forse no, non ricordo l'ultima volta in cui ho pensato "hey, in questo momento è tutto magicamente in ordine", però ricordo la prima lezione della mia professoressa di Lettere in prima media: ci dettò Autunno di Vincenzo Cardarelli e da sedici anni ogni volta che a Settembre piove mi torna in mente quella mattina grigia e quella prima lezione, emblematica e sopraffina. Ma dimenticare una poesia, no, non si può, anche se parla di un amore malato, anche se inizia con un bacio e finisce con un addio nemmeno urlato; e neanche sussurrato. La memoria non fa altro che ingannarci e l'unico antidoto è buttarsi a capofitto in ogni ricordo per destabilizzare la nostra stessa coscienza. Solo così ci si può sentire veramente liberi, veramente padroni di noi stessi. Ma questo è un altro discorso. Io non devo rileggere quel che ho scritto in quel preciso periodo, lo so punto e basta; siamo cambiati, sono cambiate tante cose, l'Autunno di Cardarelli presagiva un Inverno di morte mentre io ho la certezza (ma di quali certezze si può vivere?) che domani sorgerà di nuovo il sole. Forse anche questo è un altro discorso. Chissà se stai leggendo.

martedì, ottobre 13, 2009

E Frank Era Indubbiamente Un Uomo, In Tutta La Sua Debolezza.

Ogni tanto Fabri mi tira in mezzo con le sue domandine sullo sport che diventano costantemente motivo di dibattiti e risate. Stasera mi ha chiesto quali sono i calciatori che più mi esaltano in questo periodo, ed io non ho saputo rispondere perchè, queste le mie parole, a me piacciono quelli tipo Djalminha (un uomo capace di tirare una testata in faccia al proprio allenatore durante un allenamento). Fabri si è messo puntualmente a ridere.

Se mi avesse chiesto il ciclista che più mi ha esaltato negli ultimi dieci anni, bè, a parte ovviamente il magico Pantani non avrei avuto dubbi: Frank Vandenbroucke.

Di lui si sono dette davvero tante cose, sin dagli esordi, circa dieci anni fa. Che era l'erede di Merckx. Che era più forte di Merckx. Che tutti avrebbero perfino dimenticato Merckx perchè Vandenbroucke avrebbe riscritto la storia del ciclismo. Vandenbroucke in effetti era un bel corridore: forte, fortissimo, precoce e dirompente... ma un po' pazzerello.

Si disse che quando si mollò con la fidanzata storica, i suoi genitori lo buttarono fuori di casa e addirittura proposero alla povera fanciulla di trasferirsi a vivere da loro. Perchè Frank era completamente fuori di senno, un pazzo furioso. Un ragazzo strano, un ciclista che doveva ancora dimostrare tutto. Un ciclista che ho amato da subito.


Frank però non è riuscito a dimostrare quello che voleva, o che forse gli altri volevano lui dimostrasse. Dapprima si è distrutto la carriera con le sue mani con storiacce di flebo, pastiglie e droghe varie. Poi ha cercato di rientrare nel giro, a volte partecipando a corse sotto falso nome per via delle squalifiche per doping. Non poteva gareggiare, ma lo faceva lo stesso per far vedere che si stava ripulendo, che era ancora un atleta.

Frank Vandenbroucke era uno di quei personaggi dei quali la maggioranza degli sportivi farebbe volentieri a meno. Uno di quei personaggi che però meritano la mia attenzione, nonchè la mia totale solidarietà.

Solo che Frank non correrà più. Se n'è andato a trentaquattro anni. Senza aver cancellato il nome di Merckx. Senza aver vinto tutte quelle corse che dovevano essere sue. Molto prima di quanto tutti si potessero aspettare.


Io non ci credo, nel destino. Credo solo nelle storie degli uomini.

lunedì, ottobre 12, 2009

Fenomenale. We Stare You Down!

I’ve seen your photo, your photo don’t look a thing like you
I’ve seen your photo for a second I could see right through
I rubbed my eyes, swear that they must be telling me lies
But that’s you in the photo and the photo don’t lie
We get around, we get around
We stare you down from the walls
We get around, we get around
On your call, on your call

domenica, ottobre 11, 2009

Missing Who.

Mi sono seduto sul muretto mentre Caesar era dentro che suonava. Caesar è il mio dj preferito dopo Villalobos, lo sanno tutti. Anche se, dopo quella domenica sera di pioggia in quel di Trave, l'hombre monzese non ha mai più ritrovato lo stesso feeling. E allora mentre è lì che smanetta con We don't need another hero, io mi siedo fuori a prendere un po' d'aria fredda, che dentro si suda. Si suda e non va bene. Oggi a Nick sarà toccato di portare il vetro da solo, giù per la stradina che così tante volte abbiamo fatto insieme. Gli sarò mancato, credo. Un po' come sono mancato a me stesso. In questo weekend faticoso, pieno all'inverosimile di Pinot Nero e gesti sinceri, di Billy Corgan e risate col Perkovic. Domani voglio tornare ad essere presente. Presente a me stesso. Là sul muretto mi sono accorto che mi sono davvero mancato.

mercoledì, ottobre 07, 2009

Stavolta Due Ore e Ventiquattro Minuti.

Diventa sempre più difficile volermi bene

lunedì, ottobre 05, 2009

A Future Journey Into Outer Space


venerdì, ottobre 02, 2009

Ed Una Stretta Forte Della Mia Mano

La nostra stanza negli alberghi tristi
dove la notte calda ci scioglierà
come un gelato al limon, gelato al limon, gelato al limon...

Esistono tempi perfetti e parole perfette. Persone perfette ed artisti perfetti. Esiste Paolo Conte e la sua incredibile musica fatta di malinconia e dignità. Esiste la sensualità delle vite disperate ed il dubbio che la strada percorsa sia servita a qualcosa. Io non lo so, non lo so ancora ma vorrei tanto scoprire qualcosa di più. Prendo quel che viene ma rimpiango quella nottata finita con una foto sul materasso per strada in Forze Armate. Mi godo quello che mi prendo, mi prendo più del dovuto, mi preoccupo solo del passato e qualche volta, sì, anche del presente. Paolo Conte, ancora lui, e questa canzone che mi fa venire sto magone inestirpabile. Abbiamo corso talmente tanto che non ci ricordiamo più nemmeno da cosa stavamo scappando. E questo non è un bene. Stringerò forte la MorosaDolce; che almeno lei riesca a non farmi volare via.

giovedì, ottobre 01, 2009

Se Becco i Controllori Mi Metto A Ridere

Il piccione era lì di fianco a me, sdraiato, immobile. Abbiamo passato insieme una decina di minuti, nel fresco di una serata già autunnale. Immagino stesse aspettando la 78, perchè sulla 49 insieme a me non ci è salito. Ma chi voglio prendere in giro. L'ho lasciato da solo a godersi i suoi ultimi istanti, che avrà vissuto con grande paura per via dei rumori delle macchine che sfrecciavano sul vialone. Mi sono buttato, dopo un quarto d'ora, nel cuore del Dundas e ho cercato di affogare il piccione in una birra media. Ma era la quarta e non faceva più nessun effetto. Ho scosso la testa appena mi sono seduto sull'autobus, ero senza biglietto ma non per questo preoccupato. Se tutto quanto ha un senso, anche la vita di un piccione, allora ce l'ha anche la strana sensazione che mi ha assalito mentre percorrevo via Inganni. Il problema non è mai "se", ma sempre e soltanto "perchè".