Quella Magia.
Il Varanone, amico vero, uomo saggio, ricorrente personaggio di questo teatro sott'acqua, una volta mi ha detto che tra le mie ex fidanzate, vai a sapere perchè, ce n'è una che gli sta particolarmente a cuore, che è la sua preferita. Rese ben evidente questo concetto nell'ormai lontano 2008, quando mi regalò i biglietti per il concerto dei Pumpkins (ma puoi andarci solo con Audrey, sentenziò); chi se la scorda più Porcelina of the Vast Oceans in apertura... Ma lasciamo stare Billy Corgan e soci, anzi, tuffiamoci nel vasto oceano di ricordi perchè oggi, ventinovenovembre 2017, un sorriso questi ricordi me l'hanno strappato e di questi tempi, devo ammetterlo, anche un solo attimo di batticuore è merce rara, preziosissima.
Che poi, nel 1997 il Varanone era in tutt'altre faccende affaccendato, diciamocelo.
Io invece camminavo per via Paleocapa, in un sabato pomeriggio piovoso, mano nella mano con questa ragazza dal viso d'angelo e dallo sguardo ammaliante, incurante dell'orario e delle incombenze: avevo spaccato le scarpe da calcio nell'ultimo allenamento, e per l'indomani ne avevo bisogno un paio nuovo (scelsi le ValSport gialle fluorescenti, migior acquisto della mia vita).
Il pullman partì e quell'ingenuo bacio sulle labbra decretò l'inizio di tutto.
"Vent'anni.", le scrivo oggi pomeriggio su whatsapp.
Abbiamo ancora la forza di raccontarci, di emozionarci, di riviverci. Restiamo sul vago perchè onestamente non c'è tempo nè modo per tutto il resto, il bello è anche questo, le vite sono andate avanti anche se a volte non ci sentiamo molto diversi da allora. G. ti adora, sai? E chi è che non lo fa. Sai, ho parlato spesso di te negli ultimi due anni, sarà per via del ritorno di Twin Peaks, chi lo sa.
So per certo che il Varano non è l'unico ad adorarti, per esempio. So che chiunque faccia parte della mia vita sa chi è Audrey, che cosa significa Audrey, che valore ha Audrey. So che il cuore sussulterà sempre ripensando agli Embrace, a Wyclef Jean, la metropolitana di Vienna e Buffalo '66. I nostri pomeriggi all'Eliseo, le corse per il pullman alle undici di sera, le lettere scritte a mano e le mattine in via Cerano. Le partite a carte a Vittorio Veneto, la ziona con il volume della tele sempre al massimo, la pizzeria l'Incontro sullo stradone pieno di camion. Le gite in bici, la spesa al Billa, un pomeriggio ti vengo a trovare a Legnano e ti trovo mezza brilla sdraiata in cucina; il buon Fabri mi chiamò, quella sera, posso vedermi seduto al tavolo di fronte alla lavagna (I SEND THIS SMILE OVER TO YOU). E poi ancora Mao, Moltheni, le tue vacanze a Daytona Beach, i Mùm e Noi Albinoi, l'orso gigante per il nostro primo anniversario, i gin lemon casalinghi, le gite a Jesolo, la corsa a Capodanno per venirti a prendere in Stazione Centrale. Il tempo passa ma quel noi non passa mai.
Giocavamo a fare i grandi, era bello, tento di concludere per non farmi travolgere.
Quella magia mi ha cambiato per sempre, risponde.
Auguri a noi, è sempre bello questo giorno, e sorrido un po' stupito mentre la metro mi riporta a casa.
E' vero. sempre romantico. Tanti auguri a noi. A noi sedicenni e a noi trentaseienni.
Ti voglio bene.
Ventinovenovembre.
Audrey resterà sempre Audrey.
Che poi, nel 1997 il Varanone era in tutt'altre faccende affaccendato, diciamocelo.
Io invece camminavo per via Paleocapa, in un sabato pomeriggio piovoso, mano nella mano con questa ragazza dal viso d'angelo e dallo sguardo ammaliante, incurante dell'orario e delle incombenze: avevo spaccato le scarpe da calcio nell'ultimo allenamento, e per l'indomani ne avevo bisogno un paio nuovo (scelsi le ValSport gialle fluorescenti, migior acquisto della mia vita).
Il pullman partì e quell'ingenuo bacio sulle labbra decretò l'inizio di tutto.
"Vent'anni.", le scrivo oggi pomeriggio su whatsapp.
Abbiamo ancora la forza di raccontarci, di emozionarci, di riviverci. Restiamo sul vago perchè onestamente non c'è tempo nè modo per tutto il resto, il bello è anche questo, le vite sono andate avanti anche se a volte non ci sentiamo molto diversi da allora. G. ti adora, sai? E chi è che non lo fa. Sai, ho parlato spesso di te negli ultimi due anni, sarà per via del ritorno di Twin Peaks, chi lo sa.
So per certo che il Varano non è l'unico ad adorarti, per esempio. So che chiunque faccia parte della mia vita sa chi è Audrey, che cosa significa Audrey, che valore ha Audrey. So che il cuore sussulterà sempre ripensando agli Embrace, a Wyclef Jean, la metropolitana di Vienna e Buffalo '66. I nostri pomeriggi all'Eliseo, le corse per il pullman alle undici di sera, le lettere scritte a mano e le mattine in via Cerano. Le partite a carte a Vittorio Veneto, la ziona con il volume della tele sempre al massimo, la pizzeria l'Incontro sullo stradone pieno di camion. Le gite in bici, la spesa al Billa, un pomeriggio ti vengo a trovare a Legnano e ti trovo mezza brilla sdraiata in cucina; il buon Fabri mi chiamò, quella sera, posso vedermi seduto al tavolo di fronte alla lavagna (I SEND THIS SMILE OVER TO YOU). E poi ancora Mao, Moltheni, le tue vacanze a Daytona Beach, i Mùm e Noi Albinoi, l'orso gigante per il nostro primo anniversario, i gin lemon casalinghi, le gite a Jesolo, la corsa a Capodanno per venirti a prendere in Stazione Centrale. Il tempo passa ma quel noi non passa mai.
Giocavamo a fare i grandi, era bello, tento di concludere per non farmi travolgere.
Quella magia mi ha cambiato per sempre, risponde.
Auguri a noi, è sempre bello questo giorno, e sorrido un po' stupito mentre la metro mi riporta a casa.
E' vero. sempre romantico. Tanti auguri a noi. A noi sedicenni e a noi trentaseienni.
Ti voglio bene.
Ventinovenovembre.
Audrey resterà sempre Audrey.
1 Comments:
At 29 novembre, 2017 22:20, Audrey said…
Io e la mia insicurezza cronica...ma anche io e il mio cuore che sa scaldarsi come un sole...ma solo qualcuno è stato capace di accenderlo così intensamente. Grazie Damon...un amore senza fine
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