"Ciao Campione d'Italia. Ti Aspetto In Duomo Per Festeggiare il Nostro Diciottesimo."
Quante volte devi ripetere un'esperienza prima di classificarla come noiosa?
Io non lo so, so solo che questa è la quarta volta in quattro anni che vado in Duomo a svarionare con i miei fratelli di fede, sventolando bandiere, svalvolando a suon di birre fredde, poi fresche, poi tiepide e infine imbevibili. Questa è l'Inter, prendere o lasciare. Lasciare, perchè no?, ci abbiamo pensato tutti, come quella volta di Kallon ed il suo tiro rimpallato da un alluce di abbiati. O qualche mese dopo, fuori dalla Champions nel gironcino (esordio con vittoria stratosferica ad Higbury, si esce con un inutile pareggio a Kiev con Adani in campo). Adani, Kallon, Recoba, Djorkaeff, l'Inter è questa, mezze seghe e campioni uno via l'altro per molto, troppo tempo.
Ogni anno, e questo è il quarto consecutivo, mi ritrovo con i miei fratelli di fede ed arriva sempre il momento, dopo aver celebrato la vittoria, dopo aver insultato i nostri avversari, di ricordare i tempi che furono. Tempi costellati di Antonio e Massimo Paganin, di c'è solo un Walter Zenga, della pantegana bionda Klinsmann e del sempre encomiabile Fontolino Fontolino Fontolino Fontolan.
Brindiamo, ci abbracciamo ogni due minuti, saltiamo, tiriamo in mezzo chiunque passi di fianco a noi. Io non mi annoio cazzo, eppure, penso, questo è il quarto anno consecutivo che vengo a fare lo scemo in Duomo. E non me ne vado, cazzo, non me ne posso andare finchè i ragazzi non arrivano. L'anno scorso si son fatte le due, quest'anno arrivano molto prima, quindi c'è molta più gente, molta più ressa, ma anche molta più voglia di stare insieme. Chissà perchè. Sarà perchè ce ne andiamo a Madrid, e se lo canta Stankovic allora vuol dire che significa tanto.
In metropolitana, dopo essere stato indegnamente abbandonato da Robbinho (voto 0 per lui), un viaggio che da malinconico e solitario si trasforma in ubriaco e festante nello spazio di un secondo: il tempo delle porte che si aprono, ed ogni nerazzurro viene accolto con un fragoroso, festante, fantastico frastuono d'affratellamento. Ogni fermata è un'ovazione, è un coro, è un tripudio di sciarpe, maglie e battimani. Sale la sciura, ragazzi occhio occhio sale la sciura!, facciamo largo e tutti si alzano per farle posto. In un giorno normale la sciura di novant'anni rimarrebbe in piedi. Questa è l'Inter, abbiamo sofferto vent'anni ed oggi vogliamo sentirci buoni, e speciali, e unici.
Arrivo e la Mary è già ubriaca senza aver bevuto. Joe, devo pisciare! Joe, quanto è forte Maicon! Joe, ma Sneijder? Cazzo mi sono innamorata di Sneijder! Joe, andiamo a pisciare ti prego! E via discorrendo. Arrivano notizie dal matrimonio del Ragno, pare che il Varano al gol di Milito si sia scolato una bottiglia di Gutturnio dei Colli Piacentini alla goccia, mentre Nick per dimostrare la temerarietà del popolo nerazzurro ha inghiottito un raudo e l'ha fatto esplodere ruttando al tavolo dei testimoni. Quando i due arrivano, il tasso alcolico di Piazza Duomo improvvisamente si decuplica. E sono cori, sciarpate, battimani e ancora cori. Tanto la voce l'ho già persa in metropolitana, più o meno tra De Angeli e Pagano.
Si fa tardi, fa freschino, non voglio più bere ma la vera notizia è che sta arrivando il Bagnino. Non può perdersela, chiaro. Nel pomeriggio ho chiamato MonnaPatrizia, e meno male che non mi ha risposto subito perchè come ha iniziato a squillare mi sono ritrovato imbastito e piangente. Sappiamo noi perchè. Sappiamo noi chi ci sta guardando da lassù. E non è finita, ci diciamo speranzosi, perchè questa è l'Inter, prendere o lasciare. Vent'anni ad inseguire un sogno chiamato scudetto, ed ora potrebbe quasi non bastarci. Ci sarebbe certo da raccontare, ed analizzare, l'amore del popolo nerazzurro per Josè Mourinho, uno degli allenatori più interisti della storia, ma certi sentimenti non si possono spiegare. Io sono convinto che l'Avvocato Prisco sarebbe fiero di Josè. Come noi eravamo fieri del nostro Peppino, sempre presente in ogni nostra vittoria.
Chiudo immerso in un meraviglioso marasma umano, una marea neroblu che accoglie a braccia aperte i nostri eroi. Guarda Lucio quanto cazzo è esaltato! E Arnautovic? Cosa faaaaaa ma è matto! Il Capitano in prima fila a cantare e saltare, El Principe di fianco a Maicon che chiede ai tifosi di lasciare un po' di spazio. Scene già viste, con altri protagonisti, ma che non mi stancheranno mai. Questo è essere interisti, questa è l'Inter. E mi dispiace per chi non c'era, per chi non se l'è goduta. Io ho quella fame atavica di chi non ha mangiato per secoli. Quattro feste in quattro anni per me non sono abbastanza, perchè niente sarà mai abbastanza.
Avanti così ragazzi, e forza Inter.
Io non lo so, so solo che questa è la quarta volta in quattro anni che vado in Duomo a svarionare con i miei fratelli di fede, sventolando bandiere, svalvolando a suon di birre fredde, poi fresche, poi tiepide e infine imbevibili. Questa è l'Inter, prendere o lasciare. Lasciare, perchè no?, ci abbiamo pensato tutti, come quella volta di Kallon ed il suo tiro rimpallato da un alluce di abbiati. O qualche mese dopo, fuori dalla Champions nel gironcino (esordio con vittoria stratosferica ad Higbury, si esce con un inutile pareggio a Kiev con Adani in campo). Adani, Kallon, Recoba, Djorkaeff, l'Inter è questa, mezze seghe e campioni uno via l'altro per molto, troppo tempo.
Ogni anno, e questo è il quarto consecutivo, mi ritrovo con i miei fratelli di fede ed arriva sempre il momento, dopo aver celebrato la vittoria, dopo aver insultato i nostri avversari, di ricordare i tempi che furono. Tempi costellati di Antonio e Massimo Paganin, di c'è solo un Walter Zenga, della pantegana bionda Klinsmann e del sempre encomiabile Fontolino Fontolino Fontolino Fontolan.
Brindiamo, ci abbracciamo ogni due minuti, saltiamo, tiriamo in mezzo chiunque passi di fianco a noi. Io non mi annoio cazzo, eppure, penso, questo è il quarto anno consecutivo che vengo a fare lo scemo in Duomo. E non me ne vado, cazzo, non me ne posso andare finchè i ragazzi non arrivano. L'anno scorso si son fatte le due, quest'anno arrivano molto prima, quindi c'è molta più gente, molta più ressa, ma anche molta più voglia di stare insieme. Chissà perchè. Sarà perchè ce ne andiamo a Madrid, e se lo canta Stankovic allora vuol dire che significa tanto.
In metropolitana, dopo essere stato indegnamente abbandonato da Robbinho (voto 0 per lui), un viaggio che da malinconico e solitario si trasforma in ubriaco e festante nello spazio di un secondo: il tempo delle porte che si aprono, ed ogni nerazzurro viene accolto con un fragoroso, festante, fantastico frastuono d'affratellamento. Ogni fermata è un'ovazione, è un coro, è un tripudio di sciarpe, maglie e battimani. Sale la sciura, ragazzi occhio occhio sale la sciura!, facciamo largo e tutti si alzano per farle posto. In un giorno normale la sciura di novant'anni rimarrebbe in piedi. Questa è l'Inter, abbiamo sofferto vent'anni ed oggi vogliamo sentirci buoni, e speciali, e unici.
Arrivo e la Mary è già ubriaca senza aver bevuto. Joe, devo pisciare! Joe, quanto è forte Maicon! Joe, ma Sneijder? Cazzo mi sono innamorata di Sneijder! Joe, andiamo a pisciare ti prego! E via discorrendo. Arrivano notizie dal matrimonio del Ragno, pare che il Varano al gol di Milito si sia scolato una bottiglia di Gutturnio dei Colli Piacentini alla goccia, mentre Nick per dimostrare la temerarietà del popolo nerazzurro ha inghiottito un raudo e l'ha fatto esplodere ruttando al tavolo dei testimoni. Quando i due arrivano, il tasso alcolico di Piazza Duomo improvvisamente si decuplica. E sono cori, sciarpate, battimani e ancora cori. Tanto la voce l'ho già persa in metropolitana, più o meno tra De Angeli e Pagano.
Si fa tardi, fa freschino, non voglio più bere ma la vera notizia è che sta arrivando il Bagnino. Non può perdersela, chiaro. Nel pomeriggio ho chiamato MonnaPatrizia, e meno male che non mi ha risposto subito perchè come ha iniziato a squillare mi sono ritrovato imbastito e piangente. Sappiamo noi perchè. Sappiamo noi chi ci sta guardando da lassù. E non è finita, ci diciamo speranzosi, perchè questa è l'Inter, prendere o lasciare. Vent'anni ad inseguire un sogno chiamato scudetto, ed ora potrebbe quasi non bastarci. Ci sarebbe certo da raccontare, ed analizzare, l'amore del popolo nerazzurro per Josè Mourinho, uno degli allenatori più interisti della storia, ma certi sentimenti non si possono spiegare. Io sono convinto che l'Avvocato Prisco sarebbe fiero di Josè. Come noi eravamo fieri del nostro Peppino, sempre presente in ogni nostra vittoria.
Chiudo immerso in un meraviglioso marasma umano, una marea neroblu che accoglie a braccia aperte i nostri eroi. Guarda Lucio quanto cazzo è esaltato! E Arnautovic? Cosa faaaaaa ma è matto! Il Capitano in prima fila a cantare e saltare, El Principe di fianco a Maicon che chiede ai tifosi di lasciare un po' di spazio. Scene già viste, con altri protagonisti, ma che non mi stancheranno mai. Questo è essere interisti, questa è l'Inter. E mi dispiace per chi non c'era, per chi non se l'è goduta. Io ho quella fame atavica di chi non ha mangiato per secoli. Quattro feste in quattro anni per me non sono abbastanza, perchè niente sarà mai abbastanza.
Avanti così ragazzi, e forza Inter.
4 Comments:
At 18 maggio, 2010 17:00, Mary said…
Io un po' sono rimasta lì...sembrava insieme Travedona, Corvino,il Dundas del giovedì e la taverna di Albi...sembravamo noi, tutti, senza nessuno assente nonostante le assenze per ovvie ragioni calcistiche e non ovvie ragioni di altri 10000 sbattimenti...sembrava via Papiniano dopo i mondiali 2006...ero ubriaca di ricordi ed emozioni...questa volta l'alcool non c'entrava nulla, hai ragione tu...come su Wesley e Ibra...
At 19 maggio, 2010 11:44, krepa said…
questa è l'inter cazzo...
ancora troppe ore ci dividono dal sogno, perchè è un cazzo di sogno...cazzo
quanto è bella piazza Duomo neroazzurra???
At 21 maggio, 2010 00:13, robbinho said…
voto 0 però due birre te le sei bevute.. e io vado a madrid domani!
toh!
At 21 maggio, 2010 00:58, Joe Rokocoko said…
sì ho bevuto due birre, quindi?
vai a madrid domani, e quindi?
eh?
non ti stai schiodando di molto dallo zero
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