L'Aquila 2009.
Non ci sono mai troppe cose da dire quando accadono eventi del genere. In un lampo mi è tornata in mente quella mattina lontana, il terremoto in Molise, la scuola elementare crollata, le mille domande senza risposta.
Qualche giorno dopo la tragedia andammo a giocare su un campaccio di periferia, e prima della partita Toro senior prese la parola in spogliatoio -evento più unico che raro sotto la gestione di Panozza- chiedendoci di riflettere un secondo su quanto era successo: "ci sono venti bambini che mai diventeranno calciatori, mai godranno delle gioie della vita, mentre noi oggi siamo qui a giocarci una partita. Siamo fortunati, e l'impegno è l'unico modo che abbiamo per onorare la vita e la memoria di quelle povere vittime innocenti."
Quella mattina vincemmo.
Qualche giorno dopo la tragedia andammo a giocare su un campaccio di periferia, e prima della partita Toro senior prese la parola in spogliatoio -evento più unico che raro sotto la gestione di Panozza- chiedendoci di riflettere un secondo su quanto era successo: "ci sono venti bambini che mai diventeranno calciatori, mai godranno delle gioie della vita, mentre noi oggi siamo qui a giocarci una partita. Siamo fortunati, e l'impegno è l'unico modo che abbiamo per onorare la vita e la memoria di quelle povere vittime innocenti."
Quella mattina vincemmo.
1 Comments:
At 08 aprile, 2009 14:28, silvia said…
grazie, perchè in un momento dove si sentono milioni di voci che sprecano parole di circostanza, tu hai scritto un riflessione profonda.
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