BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

giovedì, agosto 28, 2008

Welcome To DisneyWorld.

Avete presente i posti tipo DisneyWorld? Ecco, a me mettono una tristezza infinita. C'è chi s'intristisce con Venezia, chi col Natale, chi con altre mille cazzate. A me personalmente, Venezia mette allegria e voglia di vivere: ed anche il Natale me lo godo abbastanza (senza esserne euforico, è chiaro). Ma un posto come DisneyWorld, signore e signori, è quanto di più vicino all'inferno io possa immaginare.

A parte sta fissa per Topolino ovunque. Una persona normale (e non una deviata come me) già di suo darebbe di matto. Gli accaniti della Disney gironzolano come degli invasati: ovunque ti giri, trovi raffigurati tutti quei cazzuti di personaggi, con MickeyMouse a farla da padrone ovviamente. C'è da impazzire. Ma fin qui vabbè, l'immersione in un altro mondo non dà comunque troppi problemi.

L'angoscia mi è salita fortissimo la mattina seguente al nostro arrivo. Andiamo a fare colazione e c'è un viavai assurdo di gente. C'è un tempo di merda, e tra tutti gli avventori della cittadella c'è chi come noi ha dovuto fare ore di aereo e di macchina per esserci: la pioggia, dunque, regala quel sapore di beffa che di certo non mette allegria. Tutti intorno a noi però, i lavoratori della cittadella si producono in un'infinità di finte gag, vocine bagninescamente dolci, sorrisi falsissimi per rendere piacevole il nostro soggiorno nel parco. Ma che cazzo vi ridete brutti stronzi! Un topo vi dà da mangiare, inetti che non siete altro! Cristo ma vengo qui una volta nella vita, mi becco l'Uragano Fay, e voi ridete??? Ma che cccazzo!!!

Decido insieme a Nick di creare allora un po' di scompiglio. Aiutati dal fatto che non capiscono la nostra lingua, blocchiamo drammaticamente la fila al buffet al momento della scelta della brioche. Nick apre la vetrina. "Nick, fai una roba, c'è una lì di fianco a te che sta aspettando. Perdiamo tempo facendo finta di essere indecisi". Il coglionazzo comincia a ridere ma ci sta. Allora quale brioche vuoi, questa? Oppure quest'altra? Io comincio a indicarle tutte, e lui fa come per prenderle e sempre ridacchiante si gira chiedendomi se sono sicuro, se non ci ho pensato abbastanza. La tipa si sta innervosendo parecchio e io continuo: Nick quella! No, quell'altra! No, quella lì sopra, ma non quella, quell'altra!
Lo scompiglio ha fine e ce ne torniamo al tavolo con la nostra brioche al cioccolato: la prima che avevo indicato.

A questo punto usciamo: mentre gironzolo scoglionato senza una meta, un inserviente fuori dalla hall allieta le clienti mostrando le sue mani coperte dai guanti bianchi di Topolino. E vai di risatine. La tristezza mi assale nuovamente. Quanto dev'essere difficile svolgere un lavoro in cui si deve essere felici per forza, sempre e comunque, qualsiasi cosa succeda per ore ed ore consecutive, giorno dopo giorno, mese dopo mese...

Saliamo sul pullman e ovviamente parte il coro "se facciamo un incidente muore solo il conducente". In certi casi è sempre meglio tirarsi fuori da soli: se aspetto questi della Disney sto fresco. Durante il viaggio io e Nick esponiamo il nostro desiderio di prendere a calci nei coglioni la mascotte di Winnie The Pooh: il Bagnino veste i panni del Moralizzatore e la smettiamo. Guai a toccargli la Disney, per lui è cosa sacra.

Ma il clou, bè, era stato l'arrivo nella nostra stanza. Sul letto avevamo trovato gli asciugamani che, in una composizione semplice e simpatica, andavano a delineare i contorni del faccione orecchiuto di Topolino. E visto che per il Bagninazzo la Disney è cosa sacra, io e Nick abbiamo deciso di apportare una leggera modifica a quanto creato dagli inservienti disneyani.



















Perchè la Disney è sacra.