La Scala Della Babbità.
Quando hai quindici anni, il confine tra essere un babbo o un regolare è a volte sottile, a volte un limite invalicabile. Ripenso spesso a quegli anni spensierati e, come mi è capitato stamattina, mi faccio inevitabilmente delle gran risate. Io e quel mezzo pazzo del Bagnino (all'epoca lo conoscevo solo a metà) eravamo i degni rappresentati di una via di mezzo un po' indefinibile: eravamo quindi capaci di trasformarci repentinamente da babbi assurdi a botte di regolari a seconda dei casi.*
Uno degli elementi che ci rendeva impietosamente babbi agli occhi dei veri regolari era che noi a quindici anni andavamo ancora agli incontri dopo-Cresima. Ora, voglio dire, noi ci si divertiva parecchio a passare tempo con amici e AMICHE accaniti con la Chiesa e tutto quanto. Ci rifiutavamo di andare a Messa ogni domenica, ma ci piaceva recitare il Padre Nostro tutti mano nella mano. Bastava scegliersi il giusto vicino di sedia, voglio dire. All'interno del gruppo, inutile dirlo, eravamo certamente i più regolari. Insieme certo a Davide G, a Forme e altri elementacci che però mollarono il colpo ben presto. E ben presto dunque, io ed il compare di mille avventure ci ritrovammo soli. Contro tutti e contro Dio. Bè, non proprio contro di Lui, ma contro alcune delle Sue leggi. O meglio, contro le interpretazioni delle Sue leggi date da personaggi che noi non riconoscevamo come autorità. Non eravamo mica dei babbi eh.
Un bel giorno ci portano in una sala a parlare di sessualità. No vi prego, non cominciate a ridere. Questa tizia, psicologa fino a prova contraria, tiene tipo tre lezioni da un'ora l'una per spiegare il periodo dell'adolescenza, del cambiamento, degli istinti primordiali e via dicendo. Noi non eravamo babbi per cui la cosa ci sembrava assurda, intollerabile. Noi sapevamo già tutto perchè cazzo, a quindici anni eravamo già uomini (seee come no). Facevamo i fighi. Sapevamo già tutto, facevamo gli scazzati, gli arroganti, com'è nello stile mio e del Bagninazzo (quando ci mettiamo, siamo inarrestabili). Guardavamo gli altri del gruppo con occhi di superiorità. Perchè noi non eravamo dei babbi.
Finchè l'ultima lezione ci danno un foglio sul quale scrivere i nostri commenti a queste lezioni di sessualità. Dovete essere sinceri, ci imposero. Non abbiate paura ad esprimere i vostri dubbi!, praticamente ci provocarono. E come ovvio, non ne venne fuori niente di buono.
Devo dire la verità, non ricordo molto bene quello che scrissi, sono passati troppi anni. Ricordo di aver usato un tono perlomeno fastidioso (definii la psicologa "quella lì che è venuta a parlare"), e di aver infarcito di polemiche e velati insulti tutta la pagina. Ogni domanda diventava l'occasione per uno sproloquio, sempre senza essere volgari ovviamente. Parlai col Bagnino al termine del misfatto; mi rassicurò sapere che anche lui si era scatenato, in particolare nel polemizzare sul tema dell'omosessualità, che la Chiesa ancora oggi vede come una malattia. Il Bagninazzo non poteva tollerare simili argomentazioni. Eravamo felici delle nostre risposte (i fogli dei commenti erano anonimi), ma dopo una settimana ci cagammo un po' in mano.
Venne agli incontri Don W.
Don W era stimato e rispettato da tutti. Il suo stile calmo, severo e perentorio era una garanzia di autorità. Non si scherzava con Don W, non si rideva, ma si lavorava, si ottenevano risultati, si andava avanti uniti e compatti. Stop. E quando ce lo trovammo davanti, capimmo che la nostra spavalderia era stata notata da qualcuno.
Don W parlò con la solita calma. Dieci parole al minuto, non di più, in modo da farti sentire la pressione psicologica al massimo. Teneva in mano tre foglietti, e spiegava che qualcuno nel nostro gruppo non si era comportato bene, aveva frainteso, aveva avuto un tono offensivo e volgare. Il confine tra essere babbi ed essere regolari mi si presentò davanti. Ovviamente tutti sospettavano di me, del Bagnino e del terzo pazzo che insieme a noi si era ribellato al potere precostituito (purtroppo non mi ricordo chi fosse).
Don W ogni tanto agitava i foglietti, e io potei riconoscere la mia inguardabile calligrafia fatta di scarabocchi, cancellature e parole scritte in grassetto per sottolineare la forza delle mie argomentazioni. Don W continuava a parlare e ben presto mi accorsi che non riuscivo a trattenere un sorriso beffardo che ho ancora adesso che scrivo.
Ci dissero che non conoscevano i "colpevoli", ma che chiunque poteva riscrivere i suoi commenti in modo che fossero presentabili (gli altri, quelli dei babbi, li avevano già portati alla psicologa). Nessuno si fece avanti, e lì forse fummo dei babbi, perchè auto-accusarci sarebbe stato un segno di grandezza. Ma tant'è. Le nostre critiche sul modo di vivere e intendere la sessualità da parte della Chiesa non arrivarono mai al giusto destinatario. O forse sì, in fin dei conti.
Mentre attraversavo piazza Frattini ho ripensato a quest'episodio ormai remoto, ho riso e ho commentato nella mia testa: "che bbabbi cazzo". Però in fondo, regolarissimi. Come sempre.
*(nella scala della babbità, al piano zero ci stanno i babbi assurdi, mentre la botta di regolare è il massimo dell'essere fighi e popolari)
Uno degli elementi che ci rendeva impietosamente babbi agli occhi dei veri regolari era che noi a quindici anni andavamo ancora agli incontri dopo-Cresima. Ora, voglio dire, noi ci si divertiva parecchio a passare tempo con amici e AMICHE accaniti con la Chiesa e tutto quanto. Ci rifiutavamo di andare a Messa ogni domenica, ma ci piaceva recitare il Padre Nostro tutti mano nella mano. Bastava scegliersi il giusto vicino di sedia, voglio dire. All'interno del gruppo, inutile dirlo, eravamo certamente i più regolari. Insieme certo a Davide G, a Forme e altri elementacci che però mollarono il colpo ben presto. E ben presto dunque, io ed il compare di mille avventure ci ritrovammo soli. Contro tutti e contro Dio. Bè, non proprio contro di Lui, ma contro alcune delle Sue leggi. O meglio, contro le interpretazioni delle Sue leggi date da personaggi che noi non riconoscevamo come autorità. Non eravamo mica dei babbi eh.
Un bel giorno ci portano in una sala a parlare di sessualità. No vi prego, non cominciate a ridere. Questa tizia, psicologa fino a prova contraria, tiene tipo tre lezioni da un'ora l'una per spiegare il periodo dell'adolescenza, del cambiamento, degli istinti primordiali e via dicendo. Noi non eravamo babbi per cui la cosa ci sembrava assurda, intollerabile. Noi sapevamo già tutto perchè cazzo, a quindici anni eravamo già uomini (seee come no). Facevamo i fighi. Sapevamo già tutto, facevamo gli scazzati, gli arroganti, com'è nello stile mio e del Bagninazzo (quando ci mettiamo, siamo inarrestabili). Guardavamo gli altri del gruppo con occhi di superiorità. Perchè noi non eravamo dei babbi.
Finchè l'ultima lezione ci danno un foglio sul quale scrivere i nostri commenti a queste lezioni di sessualità. Dovete essere sinceri, ci imposero. Non abbiate paura ad esprimere i vostri dubbi!, praticamente ci provocarono. E come ovvio, non ne venne fuori niente di buono.
Devo dire la verità, non ricordo molto bene quello che scrissi, sono passati troppi anni. Ricordo di aver usato un tono perlomeno fastidioso (definii la psicologa "quella lì che è venuta a parlare"), e di aver infarcito di polemiche e velati insulti tutta la pagina. Ogni domanda diventava l'occasione per uno sproloquio, sempre senza essere volgari ovviamente. Parlai col Bagnino al termine del misfatto; mi rassicurò sapere che anche lui si era scatenato, in particolare nel polemizzare sul tema dell'omosessualità, che la Chiesa ancora oggi vede come una malattia. Il Bagninazzo non poteva tollerare simili argomentazioni. Eravamo felici delle nostre risposte (i fogli dei commenti erano anonimi), ma dopo una settimana ci cagammo un po' in mano.
Venne agli incontri Don W.
Don W era stimato e rispettato da tutti. Il suo stile calmo, severo e perentorio era una garanzia di autorità. Non si scherzava con Don W, non si rideva, ma si lavorava, si ottenevano risultati, si andava avanti uniti e compatti. Stop. E quando ce lo trovammo davanti, capimmo che la nostra spavalderia era stata notata da qualcuno.
Don W parlò con la solita calma. Dieci parole al minuto, non di più, in modo da farti sentire la pressione psicologica al massimo. Teneva in mano tre foglietti, e spiegava che qualcuno nel nostro gruppo non si era comportato bene, aveva frainteso, aveva avuto un tono offensivo e volgare. Il confine tra essere babbi ed essere regolari mi si presentò davanti. Ovviamente tutti sospettavano di me, del Bagnino e del terzo pazzo che insieme a noi si era ribellato al potere precostituito (purtroppo non mi ricordo chi fosse).
Don W ogni tanto agitava i foglietti, e io potei riconoscere la mia inguardabile calligrafia fatta di scarabocchi, cancellature e parole scritte in grassetto per sottolineare la forza delle mie argomentazioni. Don W continuava a parlare e ben presto mi accorsi che non riuscivo a trattenere un sorriso beffardo che ho ancora adesso che scrivo.
Ci dissero che non conoscevano i "colpevoli", ma che chiunque poteva riscrivere i suoi commenti in modo che fossero presentabili (gli altri, quelli dei babbi, li avevano già portati alla psicologa). Nessuno si fece avanti, e lì forse fummo dei babbi, perchè auto-accusarci sarebbe stato un segno di grandezza. Ma tant'è. Le nostre critiche sul modo di vivere e intendere la sessualità da parte della Chiesa non arrivarono mai al giusto destinatario. O forse sì, in fin dei conti.
Mentre attraversavo piazza Frattini ho ripensato a quest'episodio ormai remoto, ho riso e ho commentato nella mia testa: "che bbabbi cazzo". Però in fondo, regolarissimi. Come sempre.
*(nella scala della babbità, al piano zero ci stanno i babbi assurdi, mentre la botta di regolare è il massimo dell'essere fighi e popolari)
2 Comments:
At 09 dicembre, 2009 21:35, théo said…
stupenda
At 24 dicembre, 2009 17:28, lin said…
la nota con asterisco alla fine fa molto professional XD
Posta un commento
<< Home