La Faccia Di Uno Che Non Ha Mai Avuto Paura.
"E poi c'era quel tipo che si chiamava Sansone di cognome,
che aveva gli occhi verdi e giocava da dio a pallone.
Aveva gli occhi verdi e la pelle scura
e la faccia di uno che non ha mai avuto paura
e che giocava ancora meglio
se sapeva che lei guardava
e le brillava lo sguardo quando gli sorrideva."
(Eugenio Finardi - Katia)
Ci abbracciamo, io e il Bagninazzo, quando ormai l'orario è indefinibile e la pista si è svuotata. Ci stringiamo, ci guardiamo intorno, forse il panorama è desolante, paragonato a qualche tempo fa, ma non importa: in pista ci siamo noi due, mentre Caesar suona in questo problematico Capodanno 2010. La musica ci scuote, allora gli urlo nell'orecchio, Fez, questo è l'anno della svolta, è l'anno dell'arroganza... è il nostro anno!
che aveva gli occhi verdi e giocava da dio a pallone.
Aveva gli occhi verdi e la pelle scura
e la faccia di uno che non ha mai avuto paura
e che giocava ancora meglio
se sapeva che lei guardava
e le brillava lo sguardo quando gli sorrideva."
(Eugenio Finardi - Katia)
Ci abbracciamo, io e il Bagninazzo, quando ormai l'orario è indefinibile e la pista si è svuotata. Ci stringiamo, ci guardiamo intorno, forse il panorama è desolante, paragonato a qualche tempo fa, ma non importa: in pista ci siamo noi due, mentre Caesar suona in questo problematico Capodanno 2010. La musica ci scuote, allora gli urlo nell'orecchio, Fez, questo è l'anno della svolta, è l'anno dell'arroganza... è il nostro anno!
E lui mi stringe ancora più forte, ma non sorride, risponde gridando, sì Fez è l'anno della svolta, ma sarà un anno duro... sarà durissimo... dobbiamo restare uniti perchè sarà veramente un anno bestiale. L'abbraccio e la festa finiscono. Il 2010 segna tante piccole svolte, una nuova fine ed un nuovo inizio, è tutto un susseguirsi di piccoli passi e strappi consistenti.
Oggi, in questa notte insonne, con i vulcani islandesi in rivolta e gli aerei fermi, le parole del primo gennaio assumono un senso più preciso. Il senso che sapevamo. Ciao Vittorio.
Oggi, in questa notte insonne, con i vulcani islandesi in rivolta e gli aerei fermi, le parole del primo gennaio assumono un senso più preciso. Il senso che sapevamo. Ciao Vittorio.
1 Comments:
At 20 aprile, 2010 12:05, Anonimo said…
Grazie Brotherboy.
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