Travedona - Dundas - Travedona.
Venerdì: si sale.
Pochi ma buoni, pochi ma giusti, pochi ma animati dal sacro fuoco dello stare insieme e scaldati da quel fuoco che monsieur Perkovic ha il dovere di accendere. Ringalluzziti dalla musica che parte subito ad un volume improbabile (sempre sia lodata la Sarina che mi ha passato la serata di Tania Vulcano e Loco Dice; da ascoltare dal minuto 36 in poi), gli eroi della Travedonata Only For Men si sparano subito tre salami anzi due e mezzo in men che non si dica. Si appropriano della cucina e, udite udite, estremo affronto, non portano la playstation. Ok, è colpa di Arlo Van Helden che si è dimenticato: ma sai che smacco per le signorine sapere che siamo lì senza di loro e non ci accaniamo neanche due minuti a Pro Evolution? Devono impazzire. Il Bagninazzo mostra fiero luci e colori: scatta l'ora del braccialetto fluorescente, monsieur l'albanese indossa la maglia di Jason Kidd mentre il sottoscritto diventa l'uomo fluo. Dani ci delizia con la marionetta e i racconti della sala due del Number e Nick, oltre ad istigare Geidueopi col salame si regala un'ora di live-set che manco al Cocoon di Francoforte. Bella lì. L'albanozzo sta lontano dal cielo stellato ma chiude in fretta la serata. Sparisce nella notte quando ancora la voglia di heineken è al massimo. Cerco di non stonarmi ma poi ci pensa Dani a sistemare ogni cosa: dividere il letto col Bagnino sarà comunque un'avventura.
Sabato: si scende.
Arlino Van Helden proclama a pranzo "armiamoci di salamelle e conquisteremo l'islam". Nick gli fa eco: "qqqqqueshtooooo goutturniooo è propio buono ma ora c'ho shonno". L'albanese è disperso ma abbiamo il suo sacco a pelo in ostaggio. Dani mi regala tranquillità. Torin Torello ci ha raggiunto con la EuteliaCar e si svacca sul divano mentre tutti vanno a raccogliere castagne. E Joe? Che cazzo di domanda. Sul divano cercando di non pensare al probabile ma impossibile incontro serale: ci sarebbe da ridere, eppure sul divano quasi quasi piango.
Si arriva al Dundas in discreto anticipo che l'AleGranny ha richiesto i nostri servigi: potevamo dirle di no? Bè, tenendo conto che una volta ho detto di no a una vecchia che mi chiedeva di farle posto sulla 95, potevamo anche dirle di no; voglio dire, non era poi così disdicevole. Comunque abbiamo detto sì. Sì perchè ci voleva, sì perchè il gran cuore del Bagnino, sì perchè ci si laurea una volta nella vita ed alcuni neanche quella, sì perchè dopo le ultime indiscrezioni mica potevamo non presentarci. Usciti da McDonald, è Joe a rinunciare al posto in macchina. "Albe vai tranquillo, c'ho bisogno di camminare".
Il primo impatto, che poi è quello che non conta, è quasi insignificante. Poi però... poi però lo stomaco si ribalta in un secondo. Ordino una Menabrea ma dopo il primo sorso mi viene da vomitare. Scappo su, poi torno giù, converso odiabilmente senza parlare e senza ascoltare. Mi butto nella musica perchè, in fin dei conti, music is my business e venti minuti in consolle mi aiuteranno. E' così. Arriva il momento dei regali e la mia serata sta per concludersi. Uno sguardo. Giro la testa. Ancora uno sguardo. Vado. Due parole veloci. Andiamo su? Serata finita.
E' tempo di tornare a Travedona: sono rimasto solo con Silvietto, dei miei compagni d'avventura e di serata non ho salutato nessuno. Ci sarà tempo per ognuno di loro, adesso l'ultima fatica è quella di guidare. Sto sedile troppo alto è scomodissimo, c'è tempo per un'ultima chicca: "certo che il destino disegna delle parabole che non possiamo comprendere". Ride. Ciao.
Meglio tacere del viaggio verso Trave. Su i raga si stanno sollazzando con "Il ragazzo di campagna" che non smetterà mai di farci ridere ("ma lei se ne freeeeeeega perchè ha firmato qua!"). Si fanno le cinque del mattino. Il Bagnino in sbatta nel letto, gli do retta per minuti quattro poi crollo.
Domenica: si resta.
Chiacchiero col Bagnino, mi faccio raccontare i dettagli delle ultime ore di serata al Dundas ma c'è poco da dire (sto clamorosamente mentendo: vogliamo parlare della macchina del fumo ed i suoi effetti collaterali?). La sua curiosità lo uccide ma me ne frego: non gli dico un cazzo e poi ormai la decisione è definitiva, l'estate prossima devo andare a Key West. Ci sarebbe da scrivere un post incredibilmente lungo e sostanzioso per spiegare l'ennesima visionaria scommessa vinta dal Bagnino ai miei danni, ma poi se vi do tutte le chiavi di lettura non mi diverto più.
Pomeriggio d'agitazione che si risolve all'arrivo di un messaggino tanto inaspettato quanto bello: qualcuno ha dei vuoti di memoria, io ho la maglietta segnata dal mascara. Ne valeva la pena.
E' che potevo riassumere il tutto in una sola parola; una sola parola pronunciata là sopra, lontani da tutti ma non dalla musica e dall'atmosfera, lontani dagli errori ma non dalle conseguenze, lontani, certamente, dal rancore e non certo da quel mosaico di sentimenti che non moriranno mai.
"Abbracciami!", ordina Sua Maestà R.L., proprietaria della mia anima da diversi mesi. La abbraccio. In un istante il mio mondo ricomincia a girare. Dopo tanto, troppo tempo. Mi lascio andare e finalmente posso dimenticarmi del tempo e dello spazio: finalmente posso soltanto pensare a me, a lei, a quella via d'uscita impossibile da trovare. Finalmente vedo l'alba all'orizzonte: un'alba di lacrime e sorrisi, di frasi sussurrate e cantate, di carezze e dita intrecciate. Ci stritoliamo a vicenda, che in fondo un po' di rabbia è ancora da smaltire: ma ci stritoliamo per via di quel bene che, miracolosamente, anche questa volta sembra trionfare.
E dire che ve l'avevo scritto alla fine del post precedente: qualcosa, in fin dei conti, doveva succedere.
Pochi ma buoni, pochi ma giusti, pochi ma animati dal sacro fuoco dello stare insieme e scaldati da quel fuoco che monsieur Perkovic ha il dovere di accendere. Ringalluzziti dalla musica che parte subito ad un volume improbabile (sempre sia lodata la Sarina che mi ha passato la serata di Tania Vulcano e Loco Dice; da ascoltare dal minuto 36 in poi), gli eroi della Travedonata Only For Men si sparano subito tre salami anzi due e mezzo in men che non si dica. Si appropriano della cucina e, udite udite, estremo affronto, non portano la playstation. Ok, è colpa di Arlo Van Helden che si è dimenticato: ma sai che smacco per le signorine sapere che siamo lì senza di loro e non ci accaniamo neanche due minuti a Pro Evolution? Devono impazzire. Il Bagninazzo mostra fiero luci e colori: scatta l'ora del braccialetto fluorescente, monsieur l'albanese indossa la maglia di Jason Kidd mentre il sottoscritto diventa l'uomo fluo. Dani ci delizia con la marionetta e i racconti della sala due del Number e Nick, oltre ad istigare Geidueopi col salame si regala un'ora di live-set che manco al Cocoon di Francoforte. Bella lì. L'albanozzo sta lontano dal cielo stellato ma chiude in fretta la serata. Sparisce nella notte quando ancora la voglia di heineken è al massimo. Cerco di non stonarmi ma poi ci pensa Dani a sistemare ogni cosa: dividere il letto col Bagnino sarà comunque un'avventura.
Sabato: si scende.
Arlino Van Helden proclama a pranzo "armiamoci di salamelle e conquisteremo l'islam". Nick gli fa eco: "qqqqqueshtooooo goutturniooo è propio buono ma ora c'ho shonno". L'albanese è disperso ma abbiamo il suo sacco a pelo in ostaggio. Dani mi regala tranquillità. Torin Torello ci ha raggiunto con la EuteliaCar e si svacca sul divano mentre tutti vanno a raccogliere castagne. E Joe? Che cazzo di domanda. Sul divano cercando di non pensare al probabile ma impossibile incontro serale: ci sarebbe da ridere, eppure sul divano quasi quasi piango.
Si arriva al Dundas in discreto anticipo che l'AleGranny ha richiesto i nostri servigi: potevamo dirle di no? Bè, tenendo conto che una volta ho detto di no a una vecchia che mi chiedeva di farle posto sulla 95, potevamo anche dirle di no; voglio dire, non era poi così disdicevole. Comunque abbiamo detto sì. Sì perchè ci voleva, sì perchè il gran cuore del Bagnino, sì perchè ci si laurea una volta nella vita ed alcuni neanche quella, sì perchè dopo le ultime indiscrezioni mica potevamo non presentarci. Usciti da McDonald, è Joe a rinunciare al posto in macchina. "Albe vai tranquillo, c'ho bisogno di camminare".
Il primo impatto, che poi è quello che non conta, è quasi insignificante. Poi però... poi però lo stomaco si ribalta in un secondo. Ordino una Menabrea ma dopo il primo sorso mi viene da vomitare. Scappo su, poi torno giù, converso odiabilmente senza parlare e senza ascoltare. Mi butto nella musica perchè, in fin dei conti, music is my business e venti minuti in consolle mi aiuteranno. E' così. Arriva il momento dei regali e la mia serata sta per concludersi. Uno sguardo. Giro la testa. Ancora uno sguardo. Vado. Due parole veloci. Andiamo su? Serata finita.
E' tempo di tornare a Travedona: sono rimasto solo con Silvietto, dei miei compagni d'avventura e di serata non ho salutato nessuno. Ci sarà tempo per ognuno di loro, adesso l'ultima fatica è quella di guidare. Sto sedile troppo alto è scomodissimo, c'è tempo per un'ultima chicca: "certo che il destino disegna delle parabole che non possiamo comprendere". Ride. Ciao.
Meglio tacere del viaggio verso Trave. Su i raga si stanno sollazzando con "Il ragazzo di campagna" che non smetterà mai di farci ridere ("ma lei se ne freeeeeeega perchè ha firmato qua!"). Si fanno le cinque del mattino. Il Bagnino in sbatta nel letto, gli do retta per minuti quattro poi crollo.
Domenica: si resta.
Chiacchiero col Bagnino, mi faccio raccontare i dettagli delle ultime ore di serata al Dundas ma c'è poco da dire (sto clamorosamente mentendo: vogliamo parlare della macchina del fumo ed i suoi effetti collaterali?). La sua curiosità lo uccide ma me ne frego: non gli dico un cazzo e poi ormai la decisione è definitiva, l'estate prossima devo andare a Key West. Ci sarebbe da scrivere un post incredibilmente lungo e sostanzioso per spiegare l'ennesima visionaria scommessa vinta dal Bagnino ai miei danni, ma poi se vi do tutte le chiavi di lettura non mi diverto più.
Pomeriggio d'agitazione che si risolve all'arrivo di un messaggino tanto inaspettato quanto bello: qualcuno ha dei vuoti di memoria, io ho la maglietta segnata dal mascara. Ne valeva la pena.
E' che potevo riassumere il tutto in una sola parola; una sola parola pronunciata là sopra, lontani da tutti ma non dalla musica e dall'atmosfera, lontani dagli errori ma non dalle conseguenze, lontani, certamente, dal rancore e non certo da quel mosaico di sentimenti che non moriranno mai.
"Abbracciami!", ordina Sua Maestà R.L., proprietaria della mia anima da diversi mesi. La abbraccio. In un istante il mio mondo ricomincia a girare. Dopo tanto, troppo tempo. Mi lascio andare e finalmente posso dimenticarmi del tempo e dello spazio: finalmente posso soltanto pensare a me, a lei, a quella via d'uscita impossibile da trovare. Finalmente vedo l'alba all'orizzonte: un'alba di lacrime e sorrisi, di frasi sussurrate e cantate, di carezze e dita intrecciate. Ci stritoliamo a vicenda, che in fondo un po' di rabbia è ancora da smaltire: ma ci stritoliamo per via di quel bene che, miracolosamente, anche questa volta sembra trionfare.
E dire che ve l'avevo scritto alla fine del post precedente: qualcosa, in fin dei conti, doveva succedere.
3 Comments:
At 23 ottobre, 2007 12:52, Anonimo said…
MI SA CHE DEVI RACCONTARMI QUALCOSINA...E ANCHE SE NON LO FARAI...SONO FELICE...E ANCHE SE NON HO CAPITO UN CAZZO SONO FELICE LO STESSO...PECCATO NON ESSERCI STATO...MA TANTO...
At 24 ottobre, 2007 17:33, Anonimo said…
Se queste sono le ultime sensazioni, mio caro ex compagno di banco e di mille risate, sono strafelice x te!
At 25 ottobre, 2007 14:20, Anonimo said…
...E CMQ CERTE COSE NON DOVRESTI SCRIVERLE...
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