BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

domenica, dicembre 02, 2007

Le Domande Impossibili, Lo Spirito Della Festa, E Quell'Insegnamento Di Kurt.

Sono lì a mettere la musica, non c'è l'Albanozzo a mettermi l'ansia e tutto va a gonfie vele. Mi guardo un po' in giro, lo spettacolo di luci e suoni è davvero notevole. Ebbravo il Bagnino, non c'è dancefloor migliore che quella di casa sua. Si balla e non ci si sballa, si esagera un po', ma ora sono qui da solo in consolle e posso osservare movimenti ed ossessioni. Le donzellette accorse per la festa ci stanno mettendo del loro: certo sono troppo giovani per capire... troppo timide e l'alcol... bè, è meglio che ne stiano lontane. Azzardano un giro di chupito e già mi preoccupo, anche se in fondo non dovrei (la maggiorenne maggiorata, poi, può proprio far ciò che vuole). Il Bagnino è sparito con la nostra birrozza, ma dove cazzo è andato. Dovrei parlargli proprio ora. Vorrei chiedergli se gli sembra tutto giusto, tutto a posto. Che cazzo di domanda, so già che mi risponderà di no. Eppure continuo a farmi le stesse domande, forse perchè non riesco a darmi una risposta esauriente. Questi sono i nostri 26 anni, penso mentre mi scateno in pista perchè ormai l'allegria è generale. Tra gli invitati della festa sono tra i più anziani, ma rimango pur sempre un ospite gradito e dunque è mio preciso dovere divertirmi e fare casino: non sono capace di viverle altrimenti, le serate (queste serate). Me l'ha insegnato J.Ax in Messa di vespiri, è stato tanto tempo fa. Ed è in quel momento che riappare l'hombre, il brother. Pezzo, io e te cazzo! Io e te! Mi sta gridando confusi concetti a venti centimetri dall'orecchio ma il volume della house sovrasta comunque le sue parole. OOOOOH PEZZOOO hai capito??? Gli faccio segno di sì, gli dico che è un pazzo, scoppio a ridere e poi lo vedo disperdersi nella nebbia, che la macchina del fumo è stato l'acquisto del secolo ed ora la sala di casa sua è una mattina di novembre in val Padana. Torno in consolle dove Teo e il Bufalo stanno cominciando a prendere confidenza con la follia del mestiere (il microfono in mano a Teo è deleterio), una risposta che chiuda le mie ansie non l'ho trovata ma di certo non avevo questa pretesa. Ripenso alla chiacchierata su messenger (con annesso scazzo) avvenuta venerdì sera (Martì, ti adoro) e mi chiedo se si troverà mai un equilibrio in certi rapporti: ancora con queste domande impossibili? Ma non c'è più tempo per perdersi nei ricordi. Dopo cinque ore annuncio che sto per mettere l'ultimo pezzo: partono le note di "The man who sold the world" cantata da Kurt Cobain in quel concerto passato alla storia. Prendo il microfono e faccio gli ultimi auguri alla festeggiata. Kurt comincia a cantare ed io concludo: "pelle d'oca".
















Vado a svaccarmi sul divano: lancio un'occhiata alla maggiorenne maggiorata che sta cantando. Sti ggiovani d'oggi: anche loro, ogni tanto, capiscono qualcosa.