BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

giovedì, gennaio 31, 2008

Uno Scalino Alla Volta, Per Carità.

Finisce l'allenamento, scambio quattro chiacchiere con un po' di genitors, sono iperdiffidente nei confronti della categoria ma con questo gruppo so che le cose sono un po' più facili. Mi avvio per ultimo verso l'uscita, come sempre, perchè rimango a spegnere le luci e a controllare che in spogliatoio non sia rimasto niente (jeans, felpe, calze, denti rotti nel 1995 giocando a calcio con una scarpa). E' una lenta processione, quella di genitori e bambini: una processione festante e allegra. Io chiudo la fila con la mia espressione a metà fra il divertito ed il malinconico, che quella è pur sempre la mia scuola media. Salgo il primo scalino e scorgo là in alto un volto a me noto: il primo effetto, come sempre (lo diceva Pascal, credo), è la negazione. Succede così quando ti danno una brutta notizia: per prima cosa dici "no". Non serve a un cazzo dire no, eppure è una reazione umana incontrollabile. Quindi il primo scalino lo salgo con in testa un secco NO. No!, non è lei, sì, il volto è quello, i capelli, lo sguardo, tutto corrisponderebbe, ma non è lei, non può essere lei, allora è qualcun altro ed ora scoprirò chi.

Quanto ci si mette ad associare un nome ad un volto? Meno di una frazione di secondo, non è vero? E allora, per un secondo mi illudo che non sia lei, ma alla fine devo cedere. E' proprio lei. A questo punto continuo nella elementare elaborazione: volto + nome + varie ed eventuali ed infinità di sbattimenti a quel volto ed a quel nome connessi. La storia si fa grossa.

Eh sì, perchè io so che questa misteriosa persona mi odia. Sto salendo il secondo gradino, potrei fare finta di niente, mi basterebbe guardare da un'altra parte. Comincio quella serie di elucubrazioni mentali che mi porterebbero al di là dell'infinito, poi però torno indietro al punto di partenza: inutile chiedersi cosa ci faccia lei qui, fra sei scalini saremo faccia a faccia e per ora sto sfoderando la mia più riuscita faccia da poker per far finta di non averla vista. Mentre avanzo lentissimamente per quella salita che metaforicamente e non si fa sempre più ardua, mi dico ok Joe, fai finta di niente guarda dall'altra parte. Ma cazzo, fosse facile!

Mi avvicino sempre di più ed a questo punto, quando il contatto visivo è imminente ed inevitabile, sento che il sangue mi si è gelato nelle vene. Il cuore mi fa malissimo, metafore ed allegorie si sprecherebbero ma qui parlo del muscolo, di un dolore fisico che proviene, certamente, da un dolore morale e sentimentale.
Accidenti a me, e pensare che io adoro farmi odiare dalle persone. Prendete Nick, per esempio. Cazzo, io ci sguazzo all'idea di fargli il culo ogni volta che mi metto qui a scrivere. Godo fisicamente nel farmi odiare da qualcuno: ma questo qualcuno dev'essere accuratamente scelto da me, perchè voglio sempre avere il controllo della situazione. Farmi odiare dai vari Nick, Bagnino, Fayna, eccetera eccetera, mi dà la possibilità di sfogarmi, far incazzare un po' le persone, farle stare male, riavvicinarle a me e sentirmi bene... insomma io adoro essere odiato. Ma lei no, lei non mi odia come gli altri. Lei mi odia perchè, cazzo,

a volte si corre insensatamente lungo strade che conducono verso errori imperdonabili. Ho qualche alibi e, come diceva il buon Arrigo, anche una buona dose di coerenza. Ma a volte si sbaglia e non ci si può nemmeno perdonare da soli: figuriamoci pretendere un ipotetico, misericordioso perdono da qualcuno che non sa nemmeno come stanno realmente le cose, e che mai potrà saperlo perchè tanto non conosce il mio cammino interiore. Un cammino di sofferenza e di ricerca di una realtà migliore che lei si è sempre rifiutata di voler conoscere, scoprire, capire. Deriva da questo il mio odio per lei? Risposta scontata.

Arrivo e la vedo sorridente: prima di me le sono passati davanti una decina di bambini sudati e contenti, accompagnati da genitori rumorosamente ridanciani. I miei bambinetti, che spettacolo che sono. Ed ora, ora cazzo in fondo alla fila mi materializzo io. Eccomi. Ci mette mezzo secondo di troppo a vedermi, io ho deciso che non farò finta di niente, e mentre il cuore ad ogni battito mi trafigge pompandomi in circolo un milione di spilli, salgo l'ultimo gradino, giro il mio sguardo verso di lei ed abbozzo un minimo, stentato sorriso, accompagnato da un lieve cenno di saluto con la testa. Ecco, a questo punto mi vede.

Io non ci dormirò questa notte per questo incontro. Perchè cazzo non mi sono fermato?, perchè non ho teso una mano? So che lei mi odia, the feeling is mutual, ma cazzo mi fa schifo vivere così, nè io nè lei ci meritiamo questa situazione. Non so se e quando mai la rivedrò, ma so che se avrò l'occasione farò di tutto per stringerle la mano e farle capire che sì, posso avere sbagliato, ma so che differenza c'è tra essere una merda ed essere un uomo. Le stringerò la mano fortissima, Dio mio ma perchè non l'ho fatto stasera?, ed a quel punto saprò se quel sentimento potrà mai estinguersi. Io ci credo, nonostante tutto.