Freakadelik Night.*
Siamo lì in tranquillità seduti al tavolino, io ed il Bagninazzo che voleva mangiare le spade (meglio mangiarle che farsele), uomo già uomo nel 1987 ma ancora bambino nel 2008. Guardiamo distrattamente un paio di video su AllMusic. In realtà è il Bagnino che si distrae, ma vabbè. Ad un certo punto veniamo catturati da questo nigga col volto coperto che balla tamarrissimo: sequenze ripetute in loop ed alternate ad una tipa attizzante che ammicca e provoca. Imbastiti, rimaniamo in silenzio a guardare mentre l'audio in sottofondo è sfasato perchè il mio iPod sta diffondendo l'album dei Royksopp (e che album, Melody A.M.). Finisce il video, compare la grafica che ci illumina e ci ribalta dalle nostre certezze, nonchè dalle sedie: la scritta che appare è molto chiara. Just Freakin' - Freakadelika!
Io ed il mio compare di sventura non ci possiamo credere. Reazione da pazzi scatenati, il Dundas diventa scenario di iniziazioni tribali, un po' esotiche, un po' allucinanti, un po' vomitevoli: corriamo fuori ed ululiamo alla luna, ci spogliamo e completamente nudi ci sdraiamo sui binari del 14 che sta portando lì da noi Miss Ravery e la Figa Imperiale. Non sentiamo il freddo e restiamo nudi in mezzo alla strada, per compiere il rituale completo chiediamo a Silvietto se ci può dar da bere sangue di pecora ma l'oste ostenta, stizzito e stanco, uno stentato straniamento: ci guarda come fossimo fatti come scimmie. Ma noi siamo scimmie! Per dimostrarlo alla folla ormai ubriaca delle nostre gesta ci arrampichiamo su per i pali della luce, sempre in attesa del tram che ancora non è arrivato in piazza Napoli. Per l'assalto al Jumbo però non siamo preparati, che abbiamo dimenticato giù in taverna (o sul pick up di Chuck Norris?) le frecce avvelenate; allora scendiamo e pretendiamo che ogni abitante del Dundas Cafè si inchini a noi e reciti la formula magica, passaporto per la felicità: rivolti in direzione Duomo, gli adepti devono prodursi nel grido purificatorio "un codino per domarli, un codino per trovarli, un codino per ghermirli e della Freak innamorarli".
A quel punto gli svedesi hanno chiamato rinforzi. Si sono presentati due tizi di Ankara e con il loro inglese friendly hanno posto fine al teatrino: you know, turkish and italian same people, you know? Nessuno si farà del male, mi spiega, ma coprite le vostre vergogne perchè sennò ci innervosiamo. L'ultima richiesta, da parte di molti presenti, ha a che fare col cibo. Silvietto a fine serata mi fa notare che, dopo lo spettacolino, in molti si sono presentati al bancone con un'insana voglia di "tuna fish". Silvio non sa l'inglese, ma la ciolla del mio migliore amico è ormai famosa nel mondo.
*avevo scritto questo post per un altro blog: il proprietario di tale blog si è però rifiutato di pubblicarlo, e quindi arriva a voi miei cari lettori. Cosa vi sareste persi!
Io ed il mio compare di sventura non ci possiamo credere. Reazione da pazzi scatenati, il Dundas diventa scenario di iniziazioni tribali, un po' esotiche, un po' allucinanti, un po' vomitevoli: corriamo fuori ed ululiamo alla luna, ci spogliamo e completamente nudi ci sdraiamo sui binari del 14 che sta portando lì da noi Miss Ravery e la Figa Imperiale. Non sentiamo il freddo e restiamo nudi in mezzo alla strada, per compiere il rituale completo chiediamo a Silvietto se ci può dar da bere sangue di pecora ma l'oste ostenta, stizzito e stanco, uno stentato straniamento: ci guarda come fossimo fatti come scimmie. Ma noi siamo scimmie! Per dimostrarlo alla folla ormai ubriaca delle nostre gesta ci arrampichiamo su per i pali della luce, sempre in attesa del tram che ancora non è arrivato in piazza Napoli. Per l'assalto al Jumbo però non siamo preparati, che abbiamo dimenticato giù in taverna (o sul pick up di Chuck Norris?) le frecce avvelenate; allora scendiamo e pretendiamo che ogni abitante del Dundas Cafè si inchini a noi e reciti la formula magica, passaporto per la felicità: rivolti in direzione Duomo, gli adepti devono prodursi nel grido purificatorio "un codino per domarli, un codino per trovarli, un codino per ghermirli e della Freak innamorarli".
A quel punto gli svedesi hanno chiamato rinforzi. Si sono presentati due tizi di Ankara e con il loro inglese friendly hanno posto fine al teatrino: you know, turkish and italian same people, you know? Nessuno si farà del male, mi spiega, ma coprite le vostre vergogne perchè sennò ci innervosiamo. L'ultima richiesta, da parte di molti presenti, ha a che fare col cibo. Silvietto a fine serata mi fa notare che, dopo lo spettacolino, in molti si sono presentati al bancone con un'insana voglia di "tuna fish". Silvio non sa l'inglese, ma la ciolla del mio migliore amico è ormai famosa nel mondo.
*avevo scritto questo post per un altro blog: il proprietario di tale blog si è però rifiutato di pubblicarlo, e quindi arriva a voi miei cari lettori. Cosa vi sareste persi!
2 Comments:
At 28 marzo, 2008 08:24, Anonimo said…
FRICK U...la maglia è già pronta...
At 30 marzo, 2008 12:00, Anonimo said…
Speechless...
Jodie
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