BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

mercoledì, ottobre 01, 2008

About Tommy.

Mi viene a beccare a Baggio; la mia nuova identità parte da lì, quindi lì deve arrivare. Mi dice un orario, so che non sarà mai quello ma non me ne curo. E' venerdì, abbiamo qualche giorno per stare insieme, mezz'ora di ritardo non sarà un problema. Mi chiama alle sei meno dieci, all'incirca, poi nel giro di dieci minuti mi telefona altre sei volte. Dimmi di chi è sto numero, non sai cosa mi è successo, tu hai sentito qualcuno, Albi il bagnino come fa di cognome, dimmi a chi hai dato il numero. "Tommy, porca di una puttana troia, ma possibile che sei a Milano da sei minuti e già sei in mezzo ai casini?". Ma lascia stare, mi risponde lui, che sono in paranoia totale. Strano, aggiungo io. Ti aspetto alle sette al parchetto, cia.

Meno male che c'è la SG con me. Splendida sorpresa in questo 2008 d'altri tempi; senza di lei non so come avrei fatto, ma meglio non pensarci. Provo a chiamare il pirlone ma ovviamente il telefono è spento. Se non si fa sentire me ne vado a casa, ok? La morosa annuisce: "tanto vi vedete stasera". Seeeee, già. Fosse facile ragionare così con Tommy. Quello ti dice un'ora, poi è capace di arrivare due giorni dopo. Non è mica semplice accordarsi, cazzo. Comunque alla fine, magicamente, alle sette e cinque mi chiama. "Sto arrivando, mefistofelico omosessuale".

Arriva. E' in ritardo di non so quanto, forse 40 minuti dal primo orario stabilito, non ricordo. La SG gli dice di stare attento a non investire una bici, ma lui ci prova comunque. Ci salutiamo, Salam aleikum fratello, ci stringiamo la mano poi la battiamo sul petto, aleikum ab salam ricchione, risponde lui e sorride alla SG un po' intimidito. TommyBoy s'intimidisce sempre per le cazzate, poi attacca a parlare di cose intime e private con una naturalezza sconcertante. Allora, state trombando almeno quattro volte al giorno?

Salutiamo la morosa, meglio farci un giro da soli. Cerchiamo un puntello ma non si trova nulla. Per un attimo rivivo l'incredibile pomeriggio del 31 dicembre scorso, quando mi feci prestare la macchina da Silvietto e lo accompagnai in giro per Esselunga e sbattimenti. "Fate quel cazzo che volete, ma compratemi il latte" ordinò l'oste di via Gonin. Tornammo col latte. In ritardo di una vita, ma col latte. Non sia mai.

Giriamo per viette buie e sconosciute, cerchiamo una via d'entrata per i nostri problemi ma niente sembra muoversi, nessuno ci aiuta. Un ragazzetto cammina dall'altra parte della strada, TommyBoy ha le idee chiare: "Oh quello lì ha l'andatura da tossico, scrutiamolo!". Ci attacchiamo al parabrezza per guardarlo, per capire chi è, dove va, cosa fa. E' soltanto un ragazzetto, Tommy esplode nei suoi immancabili commenti pacati: "ma no, è soltanto un mongoloide!". Gli faccio notare che questa frase entrerà negli annali, ridiamo per cinque minuti buoni, è ora di un kebab.

L'affratellamento coi kebabbari è ormai un must; stavolta la molla che fa scattare l'amicizia è la richiesta di un TuttoCittà. Ma davvero dobbiamo andare a Sesto? Il nostro eroe riceve una telefonata. E' la stessa persona che prima lui aveva chiamato, e che l'aveva trattato male. Poi questa persona ha chiamato per dire che avrebbe richiamato. Ora sta chiamando e Tommy esce. Parlottano un po', il paranoicomane gira l'angolo poi rientra dall'ingresso laterale, non quello da dove era uscito. L'idea è effettivamente di andare a Sesto, ma da lì a dieci minuti quella persona chiamerà quattro volte per dire che alla fine non si va da nessuna parte. Torniamo in zona e poi si vedrà.

Ci salutiamo al Dundy, ci sentiamo più tardi forse, ok? Domattina mille sbattimenti (per lui), se avessi soldi nel cellulare sarebbe stupendo, ma in fondo ce la caveremo anche senza. Ce l'abbiamo sempre fatta, non è vero?

Come il 31 dicembre scorso. Quando in giro per via Torino abbiamo beccato il tipo che lavorava per Karim e gli abbiamo detto "ci vediamo più tardi". Le scarpe argento, le Converse che non si trovavano e i due minuti su a casa mia. Ancora di corsa, sempre di corsa, in giro, improvvisando soluzioni e scegliendo la retta via solo quando è buio e nessuno vede. La malinconia mi atterrisce, come abbiamo fatto a rimanere amici dopo tutti questi anni? Siamo stati -e siamo tuttora- fantastici. Aspetto con ansia il suo prossimo passaggio milanese. Ci ritroveremo ancora in macchina in cerca di sbattimenti, puntelli ed avventure sconclusionate.

Io però preferisco quando siamo a piedi. Come quella volta a Cesenatico, ormai più di dieci anni fa.

Forse il tempo per noi non passa mai.

2 Comments:

  • At 01 ottobre, 2008 16:52, Anonymous Anonimo said…

    Vedi...post con i controcazzi Joe...

     
  • At 02 ottobre, 2008 14:13, Anonymous Anonimo said…

    ....mi è mancato non poter vedere Tommy in questo suo "passaggio milanese", ma grazie per il tuo racconto,che, come sempre, mi fa sentire le emozioni come se le avessi vissute in prima persona.

     

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