La Cognizione Dei Giovani D'Oggi.
Cominciamo la serata con un aperitivo importante, anche se è tardi per chiamarlo aperitivo, in fin dei conti. Ci beviamo uno champagnino; così esordisce il Bagninazzo impertinente, parlantina brillante, pizzetto crescente, felpa sgargiante ed andatura insolente. Gli champagnini, come li chiama giustamente lui, diventano due a testa, poi si trasformano in una bottiglia da portare su a casa. A casa mia, a Milano, ogni volta deve specificare, perchè dopo mille volte in cui mi ha indotto all'errore, non vuole sorbirsi i miei noiosissimi cazziatoni. Questa pioggerellina infastidisce ma non più di tanto, a casa il ragù è pronto e mezzo kg di fusilli ci aspetta. Le gatte si sono ovviamente nascoste, ci metteranno un po' a prendere confidenza con me (ma la prenderanno, oh se la prenderanno!). Parliamo del meno, del per e del diviso; il più, come al solito, siamo noi due, è lo stare insieme, è il ritrovarsi nei momenti difficili. Negli ultimi due anni mi è capitato spesso di invertire le parti, e vestire quindi i panni del "bagnino", ma senza pizzetto e con poca propensione alle sculture gonfiate ed al fascino della magia; oggi si torna alla normalità, ed è lui che corre in mio soccorso. Sa che me lo deve, da quella telefonata di settimana scorsa, lui in Belgio io all'Orion Square Garden Paradise Circus. Apri la bottiglia, va'.
Ci raccontiamo cinquecento aneddoti lasciandoli tutti a metà; dai suoi momenti di commozione si passa all'arbitraggio di sabato del papà dell'AleGranny, un cult dei miei momenti all'Orione. Quell'uomo mi odia come si può odiare soltanto un genero mancato. Ridiamo. I casi del destino, lo champagne che va giù ed eccoci a ripercorrere quel viaggio di ritorno da Venezia: cosa accadde veramente? Ricostruiamo tre anni di medie in un'ora, passando per il celeberrimo "video dello scatolone" e lo scherzo al Bradipo sulla gita in ludoteca. Gli rivelo un clamoroso retroscena sulla fine della mia storia con l'AleGranny, poi un altro sul bagno del Dundas e ci perdiamo nel ricordo di quella nostra prima birra insieme. Avevamo davvero bisogno di tutto questo?
L'Amaretto di Saronno finisce in un lampo, ed io non ho la forza di assaporare la GreyGoose, per quanto sia la vodka più buona del mondo, per quanto sia la preferita di Teo, per quanto il Bagnino continui a riempire bicchierini su bicchierini: se continuiamo così finisce male, altro che ritorno in taxi. Gli schemi, gli schemi mentali ti uccidono, ti fanno stare male, ti bloccano, s'inalbera lo Scultore Gonfiante; m'incazzo a morte ogni volta che ci penso, perchè io lo so che è così, lo so che sono quei cazzo di preconcetti a rovinare sempre tutto! Niente è insormontabile se ci credi veramente fino in fondo! Occazzo ma sto parlando forse con Camorra&Love? Ma no, è che alcuni traumi del passato sembrano non abbandonarmi ed il Bagnino non si dà pace. Tento di spiegargli, tra mezzi sorrisi e silenzi epocali, mentre in sottofondo parte Soothe degli Smashing che mi commuove e mi stona, che i giovani d'oggi hanno una buona cognizione di ciò che dev'essere fatto, quando dev'essere fatto, perchè dev'essere fatto. Allora lui ne approfitta per incazzarsi ancora di più, e io non posso reagire, non posso dire niente, non posso assolutamente...
Tentiamo di imbastire qualche discorso più concreto, più pratico, ma non ce la facciamo, dobbiamo tornare a discutere di quei passaggi là, di quelle scelte lontane, di quelle dinamiche che non hanno tempo nè età. Finiamo a parlare di Premeno, del suo odio per l'analisi logica e la prof di Italiano che lo inchiappetta suggerendo a sua'amma di mandarlo al Classico: non l'avesse mai fatto... e chissà se invece aveva davvero ragione lei. I ritorni a casa da PompeoNeri sempre in clamoroso ritardo, la festicciola alla fine della prima media "alla struttura", nata così dal niente; all'epoca eravamo ancora parecchio diffidenti, l'uno dell'altro, ma chi l'avrebbe mai detto poi... cazzo.
Chiudiamo sotto la pioggia, dopo il ritorno di Dobby ed il siparietto sulla conferenza di Gazzo; Fez, Fez porca puttana, occhio all'aquaplaning, e finiamo la serata con una risata, una stretta di mano, un appuntamento telefonico che nessuno dei due rispetterà. Ci voleva, una serata così.
Ci raccontiamo cinquecento aneddoti lasciandoli tutti a metà; dai suoi momenti di commozione si passa all'arbitraggio di sabato del papà dell'AleGranny, un cult dei miei momenti all'Orione. Quell'uomo mi odia come si può odiare soltanto un genero mancato. Ridiamo. I casi del destino, lo champagne che va giù ed eccoci a ripercorrere quel viaggio di ritorno da Venezia: cosa accadde veramente? Ricostruiamo tre anni di medie in un'ora, passando per il celeberrimo "video dello scatolone" e lo scherzo al Bradipo sulla gita in ludoteca. Gli rivelo un clamoroso retroscena sulla fine della mia storia con l'AleGranny, poi un altro sul bagno del Dundas e ci perdiamo nel ricordo di quella nostra prima birra insieme. Avevamo davvero bisogno di tutto questo?
L'Amaretto di Saronno finisce in un lampo, ed io non ho la forza di assaporare la GreyGoose, per quanto sia la vodka più buona del mondo, per quanto sia la preferita di Teo, per quanto il Bagnino continui a riempire bicchierini su bicchierini: se continuiamo così finisce male, altro che ritorno in taxi. Gli schemi, gli schemi mentali ti uccidono, ti fanno stare male, ti bloccano, s'inalbera lo Scultore Gonfiante; m'incazzo a morte ogni volta che ci penso, perchè io lo so che è così, lo so che sono quei cazzo di preconcetti a rovinare sempre tutto! Niente è insormontabile se ci credi veramente fino in fondo! Occazzo ma sto parlando forse con Camorra&Love? Ma no, è che alcuni traumi del passato sembrano non abbandonarmi ed il Bagnino non si dà pace. Tento di spiegargli, tra mezzi sorrisi e silenzi epocali, mentre in sottofondo parte Soothe degli Smashing che mi commuove e mi stona, che i giovani d'oggi hanno una buona cognizione di ciò che dev'essere fatto, quando dev'essere fatto, perchè dev'essere fatto. Allora lui ne approfitta per incazzarsi ancora di più, e io non posso reagire, non posso dire niente, non posso assolutamente...
Tentiamo di imbastire qualche discorso più concreto, più pratico, ma non ce la facciamo, dobbiamo tornare a discutere di quei passaggi là, di quelle scelte lontane, di quelle dinamiche che non hanno tempo nè età. Finiamo a parlare di Premeno, del suo odio per l'analisi logica e la prof di Italiano che lo inchiappetta suggerendo a sua'amma di mandarlo al Classico: non l'avesse mai fatto... e chissà se invece aveva davvero ragione lei. I ritorni a casa da PompeoNeri sempre in clamoroso ritardo, la festicciola alla fine della prima media "alla struttura", nata così dal niente; all'epoca eravamo ancora parecchio diffidenti, l'uno dell'altro, ma chi l'avrebbe mai detto poi... cazzo.
Chiudiamo sotto la pioggia, dopo il ritorno di Dobby ed il siparietto sulla conferenza di Gazzo; Fez, Fez porca puttana, occhio all'aquaplaning, e finiamo la serata con una risata, una stretta di mano, un appuntamento telefonico che nessuno dei due rispetterà. Ci voleva, una serata così.
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