E Così Sarà.
Questo dolore insensato al collo si sposa perfettamente con la pioggia notturna e l'ansia delle due di notte; ansia, poi, sarebbe meglio definirla in altro modo ma non ho tempo di spiegarmi. Non ho mai tempo, io, è questo che mi frega, ho sprecato tutto il tempo del mondo ma non ho mai dominato la mia vita, ho sempre e solo arrancato, inseguito, sprecato, rimpianto il mio tempo. And if time can emerge, dicono alcuni famosi ricercatori, it can also disappear. Un monito, più che un punto fermo della scienza. Il tempo può finire veramente, per noi tutti ed anche per questo blog trascurato e malandato, perchè no?, ci penso da tanto... da tanto tempo. Tempo per pensare, tempo per curare il male al collo e all'anima, nera e scalfita da qualche litigio, qualche parola di troppo, qualche rospo difficile da inghiottire. E sono giorni, settimane, forse mesi, le parole scomode ronzano sempre in testa e tornarno quando sono più fragile, più vulnerabile. C'è sempre tempo per stare male ed immalinconirsi, nella caleidoscopica, stupefacente vita di Joe Rokocoko; la terra a volte va innaffiata con il pianto, ma poi vedrai la pioggia tornerà, Lorenzo aveva proprio ragione nel '94... diciannove anni dopo possiamo dire che sei mesi di pioggia sono troppi. Il tempo, quello atmosferico, ci deride e ci ricorda che non siamo mai noi a decidere, per quanto ci sforziamo di essere perfetti, preparati a tutto, belli pettinati e sull'attenti. Il tempo di un mancato scrittore è ossessione e compulsione, è un incubo ricorrente popolato di premi, riconoscimenti, copie vendute ed interviste radiofoniche; ha ancora ragione di esistere tutto ciò? Credo di conoscere la risposta da parecchio ormai, l'ho anche data a qualcuno con cui volevo confessarmi; io non voglio creare un capolavoro, io voglio esserlo. Ma mi manca sempre il tempo, lo spreco a ragionare su me stesso, sui perchè che mi attorniano, cercando di sconfiggere ansie ataviche, paure ancestrali ed inestinguibili allergie. Ho fatto il mio tempo, me l'ha ricordato Riky qualche settimana fa, fotografando un tavolo con una birra ed il mio cellulare appoggiato su un pacchetto di fazzoletti Fria; l'eterno ritorno di Joe Rokocoko, l'uomo in rosa dalle mille vite, che poi sarebbero un insieme vuoto, frutto di fantasie psicanalitiche ed esistenziali. Ce l'abbiamo avuto tutti un blog, non è vero? Bè, io ce l'ho ancora. Questo la dice lunga, la dice quasi tutta. Forse il mio tempo è arrivato. Questo dolore insensato al collo non mi abbandona, e mi costringe ad affrettare la resa. Vorrei poterti dedicare più tempo, vorrei donarti il mio tempo fino all'eternità, vorrei poter credere che supererò certi traumi, vorrei chiuderti per sempre e ripartire, da qualche parte, in qualche modo, da zero.