Franco Scoglio.
Franco Scoglio era diventato un mio mito tanti anni fa, quando allenava il Torino. Una domenica sera, mi ricordo che un suo giocatore, credo Maltagliati, fece un fallo di mano in area talmente vistoso ed inutile da risultare addirittura paradossale. Regalare così un calcio di rigore agli avversari era una cosa scandalosa. Il Torino perse la partita anche per colpa del rigore, ed ecco che "il Professore" si presentò ai microfoni dei giornalisti.
"Il calcio di rigore? E' sicuramente tutta colpa mia, il giocatore non c'entra nulla. In settimana agli allenamenti li ho fatti giocare a pallavolo, e si vede che istintivamente il ragazzo ha allungato il braccio... E' tutta colpa mia, lui non c'entra niente".
Il Professore non ti lasciava mai indifferente. Quando arrivò a Napoli, mammamia, quella conferenza stampa rimarrà nella storia: "io non alleno: IO INSEGNO CALCIO" e poi soprattutto "Con me gioca solo chi ha tre palle, chi ne ha due è in bilico tra panchina e tribuna" (grazie a Paul).
Uno così, per me era il massimo che ci fosse in giro. Mai banale, sempre controcorrente, a volte anche solo contro tutti come nelle ultime apparizioni a Controcampo. Come quando, un po' di settimane fa, provava a far capire che Vieri non è un bonaccione che accetta la panchina senza fiatare (cazzo a Mediaset dubitare dei meccanismi della "grandefamigliamilan"... ci vogliono tre palle, non due); come quando, domenica sera, è stato l'unico difensore di Materazzi, al solito linciato per i suoi falli al limite del codice.
E questo episodio penso dica tutto.
Scoglio era uno che ne sapeva di calcio, in un mondo di arroganti, buffoni ed incompetenti. Era uno che diceva quello che pensava in un mondo di ruffiani e figlidiputtana.
Lui, ai tempi del Genoa, voleva che la sua fosse la squadra più antipatica del campionato. Perchè se sei simpatico vuol dire che non vinci, sosteneva.
E ieri sera, in diretta televisiva, si è accasciato dopo aver animatamente discusso a proposito del Genoa. Non c'è un modo simpatico di morire, ma vedere le immagini è stato davvero agghiacciante.
Ci vogliono tre palle, per intenderci.
Ciao Professore. Mancherai a chi ama il calcio.
"Il calcio di rigore? E' sicuramente tutta colpa mia, il giocatore non c'entra nulla. In settimana agli allenamenti li ho fatti giocare a pallavolo, e si vede che istintivamente il ragazzo ha allungato il braccio... E' tutta colpa mia, lui non c'entra niente".
Il Professore non ti lasciava mai indifferente. Quando arrivò a Napoli, mammamia, quella conferenza stampa rimarrà nella storia: "io non alleno: IO INSEGNO CALCIO" e poi soprattutto "Con me gioca solo chi ha tre palle, chi ne ha due è in bilico tra panchina e tribuna" (grazie a Paul).
Uno così, per me era il massimo che ci fosse in giro. Mai banale, sempre controcorrente, a volte anche solo contro tutti come nelle ultime apparizioni a Controcampo. Come quando, un po' di settimane fa, provava a far capire che Vieri non è un bonaccione che accetta la panchina senza fiatare (cazzo a Mediaset dubitare dei meccanismi della "grandefamigliamilan"... ci vogliono tre palle, non due); come quando, domenica sera, è stato l'unico difensore di Materazzi, al solito linciato per i suoi falli al limite del codice.
E questo episodio penso dica tutto.
Scoglio era uno che ne sapeva di calcio, in un mondo di arroganti, buffoni ed incompetenti. Era uno che diceva quello che pensava in un mondo di ruffiani e figlidiputtana.
Lui, ai tempi del Genoa, voleva che la sua fosse la squadra più antipatica del campionato. Perchè se sei simpatico vuol dire che non vinci, sosteneva.
E ieri sera, in diretta televisiva, si è accasciato dopo aver animatamente discusso a proposito del Genoa. Non c'è un modo simpatico di morire, ma vedere le immagini è stato davvero agghiacciante.
Ci vogliono tre palle, per intenderci.
Ciao Professore. Mancherai a chi ama il calcio.
4 Comments:
At 04 ottobre, 2005 14:26, Anonimo said…
sottoscrivo. tutto.
At 04 ottobre, 2005 14:35, krepa said…
Grande prof...ho appena scritto anch'io qualcosa.Mi spiace davvero...porca puttana
At 05 ottobre, 2005 13:58, il capitano said…
Quando parlavamo del professore dicevamo sempre che LUI, Sonetti e Galeone erano gli allenatori della disperazione, quelli che sanno andare dalla B alla A, ma che poi in A fanno fatica a starci.
Il professore era uno che parlava di calcio con passione perchè amava il calcio,uno che per il calcio si incazzava come pochi.
Cocciuto e irriverente, ma mai banale fino a sfiorare il ridicolo.
Il calcio è anche questo, un insieme di opinioni,idee e pensieri, mica solo soldi e sudore!
Il professore mi faceva impazzire, perchè nonostante avesse collezionato 8 esoneri dal '90 al '98 (roba che un altro sarebbe scappato sulla luna) era sempre presente nei salotti delle trasmissioni TV a insegnare(come diceva lui)calcio ad una massa di giornalisti che a pallone forse non hanno mai giocato.
L'ultima lezione la stava dando a Preziosi,ma il caro professore avrebbe dovuto saperlo che un somaro difficilmente impara qualcosa!
Ciao grande Professore.....per quanto riguarda l'Inter che avresti voluto portare al successo.....beh sarà per un'altra volta.
Nikodejan
At 05 ottobre, 2005 15:03, Joe Rokocoko said…
Galeone in effetti è un altro grandissimo, anche se mediaticamente non c'è paragone col Professore.
Galeone era uno che i giocatori, quando allenava il Pescara, li portava al mare anzichè farli allenare perchè almeno si rilassavano... altri tempi...
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