Mentalmente.
Sì buongiorno ho questo foglio.
Ah vieni, vieni con me... dunque mi dici come ti chiami?
Joseva Taliga Rokocoko (in ambito ospedaliero devo ricordarmi che non mi chiamo Joe).
Ok d'accordo ora ti spiego. Esami del sangue non te ne faccio fare, tanto li rifarai poi più avanti. Appena arriva il medico ti spruzziamo in gola uno spray che ti anestetizza. Poi una puntura di anestetico ed infine il prelievo di un pezzettino di tonsilla. E' questione di un attimo, sentirai forse un po' di male. Sei a digiuno?
Ho mangiato due biscotti.
Va bene, non mangiare se riesci, prchè durante l'intervento potrebbe venirti l'urto di vomito... meglio stare leggeri d'accordo?
Mi siedo e aspetto. Leggo E Polis, fraternizzo con uno zio nonostante il suo calzino bianco sotto i jeans, mi sento stranamente sciallato. Forse per non pensare a quella storia del possibile urto di vomito, perchè lo so già che appena mi metteranno le mani in bocca succederà un casino, ma chissenefrega. Penso ai miei cazzi e controcazzi, alla conversazione a quattro su messenger ieri sera, alla proposta (magnifica) di FabriBrifa, all'aperitivo di giovedì al Dundas, alle foto da mettere sul blog appena torno a casa. Me ne sto seduto svaccato con i miei pantaloni della tuta in stile pusher che tanto piacciono al Perkovic. Nessuno rompa le palle, pleaze.
Taliga! Seguimi.
Capita spesso che mi chiamino col mio secondo nome, sempre in ambito ospedaliero. Mi chiama così la mia dottoressa, e mi chiamano così al Policlinico quando vado a donare il sangue. Non so perchè, porca puttana, mi dà un fastidio terribile. Tra l'altro, una volta tra i bambinetti che allenavo ce n'era uno che si chiamava Taliga Taligi, mi faceva impazzire sta cosa. Vabbè, entro nello stanzino della paura e so che ci sarà da ridere. E allora ridiamo.
Ok, lo spray è stato una passeggiata. La siringata, ragazzi, era uno spettacolo. Aveva un ago porca puttana non esagero, sarà stato lungo sei chilometri. E non esagero! Era una bestia. Quel pirla del dottore cercava di tenerla nascosta sta cazzo di iper siringa ma io gliel'ho sgamata. Ma no problem, non mi sono scomposto più di tanto. Il bello doveva ancora venire...
Ok signor Rokocoko apra la bocca... dai dai dai tieni la lingua morbida... MOOOORBIDA respira, respira, respira, non stai respirando! (e porca troia ho il tuo braccio in gola!) Dai, dai, dai, respira, bravo... (sento un leggerissimo pizzicorino in gola) Ecco fatto, a posto, ha visto? E' tutto finito.
Allora? Si sente bene?
Sì sì tutto a posto. E chi m'ammazza...
Sciallato come non mai esco dall'ospedale. Pantaloni blu della tuta e felpa gialla UCLA del Bagnino Pizzettato. Mentalmente sono ancora a Travedona. Sciallatissimo.
Ah vieni, vieni con me... dunque mi dici come ti chiami?
Joseva Taliga Rokocoko (in ambito ospedaliero devo ricordarmi che non mi chiamo Joe).
Ok d'accordo ora ti spiego. Esami del sangue non te ne faccio fare, tanto li rifarai poi più avanti. Appena arriva il medico ti spruzziamo in gola uno spray che ti anestetizza. Poi una puntura di anestetico ed infine il prelievo di un pezzettino di tonsilla. E' questione di un attimo, sentirai forse un po' di male. Sei a digiuno?
Ho mangiato due biscotti.
Va bene, non mangiare se riesci, prchè durante l'intervento potrebbe venirti l'urto di vomito... meglio stare leggeri d'accordo?
Mi siedo e aspetto. Leggo E Polis, fraternizzo con uno zio nonostante il suo calzino bianco sotto i jeans, mi sento stranamente sciallato. Forse per non pensare a quella storia del possibile urto di vomito, perchè lo so già che appena mi metteranno le mani in bocca succederà un casino, ma chissenefrega. Penso ai miei cazzi e controcazzi, alla conversazione a quattro su messenger ieri sera, alla proposta (magnifica) di FabriBrifa, all'aperitivo di giovedì al Dundas, alle foto da mettere sul blog appena torno a casa. Me ne sto seduto svaccato con i miei pantaloni della tuta in stile pusher che tanto piacciono al Perkovic. Nessuno rompa le palle, pleaze.
Taliga! Seguimi.
Capita spesso che mi chiamino col mio secondo nome, sempre in ambito ospedaliero. Mi chiama così la mia dottoressa, e mi chiamano così al Policlinico quando vado a donare il sangue. Non so perchè, porca puttana, mi dà un fastidio terribile. Tra l'altro, una volta tra i bambinetti che allenavo ce n'era uno che si chiamava Taliga Taligi, mi faceva impazzire sta cosa. Vabbè, entro nello stanzino della paura e so che ci sarà da ridere. E allora ridiamo.
Ok, lo spray è stato una passeggiata. La siringata, ragazzi, era uno spettacolo. Aveva un ago porca puttana non esagero, sarà stato lungo sei chilometri. E non esagero! Era una bestia. Quel pirla del dottore cercava di tenerla nascosta sta cazzo di iper siringa ma io gliel'ho sgamata. Ma no problem, non mi sono scomposto più di tanto. Il bello doveva ancora venire...
Ok signor Rokocoko apra la bocca... dai dai dai tieni la lingua morbida... MOOOORBIDA respira, respira, respira, non stai respirando! (e porca troia ho il tuo braccio in gola!) Dai, dai, dai, respira, bravo... (sento un leggerissimo pizzicorino in gola) Ecco fatto, a posto, ha visto? E' tutto finito.
Allora? Si sente bene?
Sì sì tutto a posto. E chi m'ammazza...
Sciallato come non mai esco dall'ospedale. Pantaloni blu della tuta e felpa gialla UCLA del Bagnino Pizzettato. Mentalmente sono ancora a Travedona. Sciallatissimo.
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