Analisi E Analisi.
Quel pensiero è ancora lì.
Siamo in macchina, è il 31 dicembre 2004. Ci sono le analisi di Timoty da andare a ritirare. Tim è sempre perentorio, che parli, scriva sms o dia un'indicazione. Le analisi. Dalla White House allora parto insieme al fidato Perkovic, che gentilmente mi accompagna (non ho ancora la patente, ebbene sì). Ogni gita è un'avventura, stasera si festeggia alla grande e le donzelle stanno già combinando un delirio in cucina. E' da un po' di giorni che siamo tutti insieme, abbiamo perso il senso del tempo e spostato il nostro fuso orario un bel po' più in là. Non siamo mai stati così bene, di certo non immaginiamo che non sarà mai più così. Saliamo sull'Athos e partiamo.
Eccoci con le analisi. Ritiro, recapito, riparto. Prima però, propongo al prode Perkovic un beffardo sbeffeggio alle donzelle: spariamoci un kebab. Il Perkovic dissente. Non si può, ci ammazzano. No dai ti prego, non si può, non possiamo. No dai, poi facciamo tardi.
Ma è tutto inutile. Andiamo a sbafarci un mega-kebab in piazza Napoli, ce lo godiamo alla grande. Il furto delle pere di Sant'Agostino mi ha insegnato che spararsi un mega panino di nascosto dalle donzelle è più gustoso del mega panino in sè. Ci rimettiamo in macchina e siamo più sciallati che mai. Ed è lì che il peggior ballerino d'Albania mi frega. Siamo a tre minuti dalla White e il bastardo si ferma a guardare una specie di tugurio malandato a lato del Naviglio. "C'è scritto se è in vendita? Io voglio comprare questa casa... minchia la ristrutturo e poi sono qui, sai che figata?". Gli rispondo dandogli del pazzo maniaco ubriaco, ormai siamo scesi dalla macchina, prendiamo il numero di telefono che c'è sul cartello ma tanto già sappiamo come andrà a finire. Quel pazzo del Perkovic.
Torniamo alla White. Quel kebab entra nella leggenda, così come il dialogo con l'albanozzo in macchina ("ultimamente sono un po' distratto") e l'episodio della casa da ristrutturare. Ed è come se il tempo si fosse fermato. Sento l'ansia che mi pervade. E' ancora il 31 dicembre 2004, solo che tutto il resto è andato avanti in questi quattro anni e otto mesi; mentre io sono ancora lì, inchiodato a quel cartello, stupito e spaventato di fronte a quell'idea così bizzarra. Ancora lì a riflettere sulle differenze di idee, di vedute, di prospettive. Quel bastardo mi ha proprio fregato, ed ora io sono ancora qui con le mie incertezze e i miei dubbi davanti alla vecchia casa malandata sul naviglio.
Sarò mai come lui?
Siamo in macchina, è il 31 dicembre 2004. Ci sono le analisi di Timoty da andare a ritirare. Tim è sempre perentorio, che parli, scriva sms o dia un'indicazione. Le analisi. Dalla White House allora parto insieme al fidato Perkovic, che gentilmente mi accompagna (non ho ancora la patente, ebbene sì). Ogni gita è un'avventura, stasera si festeggia alla grande e le donzelle stanno già combinando un delirio in cucina. E' da un po' di giorni che siamo tutti insieme, abbiamo perso il senso del tempo e spostato il nostro fuso orario un bel po' più in là. Non siamo mai stati così bene, di certo non immaginiamo che non sarà mai più così. Saliamo sull'Athos e partiamo.
Eccoci con le analisi. Ritiro, recapito, riparto. Prima però, propongo al prode Perkovic un beffardo sbeffeggio alle donzelle: spariamoci un kebab. Il Perkovic dissente. Non si può, ci ammazzano. No dai ti prego, non si può, non possiamo. No dai, poi facciamo tardi.
Ma è tutto inutile. Andiamo a sbafarci un mega-kebab in piazza Napoli, ce lo godiamo alla grande. Il furto delle pere di Sant'Agostino mi ha insegnato che spararsi un mega panino di nascosto dalle donzelle è più gustoso del mega panino in sè. Ci rimettiamo in macchina e siamo più sciallati che mai. Ed è lì che il peggior ballerino d'Albania mi frega. Siamo a tre minuti dalla White e il bastardo si ferma a guardare una specie di tugurio malandato a lato del Naviglio. "C'è scritto se è in vendita? Io voglio comprare questa casa... minchia la ristrutturo e poi sono qui, sai che figata?". Gli rispondo dandogli del pazzo maniaco ubriaco, ormai siamo scesi dalla macchina, prendiamo il numero di telefono che c'è sul cartello ma tanto già sappiamo come andrà a finire. Quel pazzo del Perkovic.
Torniamo alla White. Quel kebab entra nella leggenda, così come il dialogo con l'albanozzo in macchina ("ultimamente sono un po' distratto") e l'episodio della casa da ristrutturare. Ed è come se il tempo si fosse fermato. Sento l'ansia che mi pervade. E' ancora il 31 dicembre 2004, solo che tutto il resto è andato avanti in questi quattro anni e otto mesi; mentre io sono ancora lì, inchiodato a quel cartello, stupito e spaventato di fronte a quell'idea così bizzarra. Ancora lì a riflettere sulle differenze di idee, di vedute, di prospettive. Quel bastardo mi ha proprio fregato, ed ora io sono ancora qui con le mie incertezze e i miei dubbi davanti alla vecchia casa malandata sul naviglio.
Sarò mai come lui?
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