BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

lunedì, agosto 17, 2009

Bolt.

Cos'è lo stupore? Usain Bolt ha provato a spiegarcelo ieri sera. Di fronte a lui cento metri e il mondo intero. La telecamera si avvicina e capta le sue parole: are you ready?

Cos'è lo stupore quando già sai cosa ti aspetta? Usain Bolt è banalmente veloce quanto il suo cognome, che non a caso significa lampo. E i lampi, si sa, portano con sè presagi di vario genere. Usain si è messo ai blocchi ridacchiando e scherzando con tutti. Tutti tranne Tyson Gay, che non è un insulto al grande pugile ma un signor corridore. Uno che potrebbe correre la distanza, che so, in 9'71, un tempo che dieci anni fa sarebbe stato impronosticabile.

Cos'è lo stupore se ai trenta metri Bolt è già in testa? Ecco, Usain, ora devi tenere giù il pedale. Non fare come l'anno scorso, ti prego. Ero a Bahamas quando hai corso la finale per l'oro olimpico a Pechino. Porcammerda Usain, ma cosa cazzo hai rallentato a fare negli ultimi venti metri? Avresti demolito ogni record immaginabile! Invece no, hai allargato le braccia, ti sei battuto la mano sul petto, sei arrivato quasi passeggiando abbattendo il muro dei 9'70. E tutti lì a pensare "ma questo da dove cazzo è venuto?", ma soprattutto "se non rallentava, chissà che cazzo di tempo faceva".

Cos'è lo stupore se ai cinquanta metri stai ancora spingendo? Usain mi sembra sempre pesantissimo nei primi tre passi, ma è solo un'illusione ottica; gli è che è spilungone e indossa scarpe arancioni, molto appariscenti, che fanno sembrare la sua corsa meno leggiadra di quanto realmente sia. Tyson Gay, che non è un modo per prendersi una pizza dal grande Iron Mike ma un signor corridore, è determinato e sta pompando più che può. E questo è un bene perchè Usain non potrà rallentare. Cos'è lo stupore se sul traguardo il vincitore è Usain Bolt, che ha staccato Gay, eterosessuali e compagnia bella. Cos'è che mi fa gridare, mettermi le mani nei capelli, come succede solo di fronte ad eventi assurdi, inspiegabili e inaspettati?

Scoppio a ridere quando il cronometro segna 9'58: record mondiale battuto di 11 centesimi. Io mi ricordo del grande Carl Lewis, lo chiamavano il figlio del vento, e cazzo Lewis era un atleta fantastico, nel '91 a Tokyo abbattè il muro dei 9'90 correndo in 9'86. Era un record stratosferico, impensabile, inattaccabile. Diciotto anni dopo, Usain porta il limite umano 28 centesimi più in là. Non è nemmeno credibile.

E poi si rimane lì, imbambolati davanti allo schermo a rivedere cento, mille volte la stessa corsa, cercando di capire come fa ad andare così forte, e quanto potrebbe migliorarsi in futuro, se è vero che un ragazzone di 23 anni (li compie tra poco) ha davanti a sè ancora tutta una carriera. Cosa farà ora sui 200 metri? Forse solo lui lo sa. A noi non resta che aspettare un segno premonitore. Uno sparo, un rombo, una smorfia davanti alla telecamera, e poi via in un lampo.