BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

giovedì, ottobre 21, 2010

C'è Un Bel Sole Che Attutisce L'Ansia

Spiegare l'atmosfera dell'ufficio alle tre del pomeriggio di un giovedì di Ottobre, a pochi giorni dalla fine del mese, non è semplicissimo. Dopo una riunione così, poi. Dopo i discorsi a pranzo (che Frigo ha offerto), poi. Dopo il Settembre amaramente nero, e magro, che si è protratto oltremodo, minando ogni certezza. Allora obbligo il buon Frigo ad accompagnarmi alle macchinette, ce l'hai la chiavetta Frigo?, perchè non ce l'hai?, cosa cazzo ti serve se poi la lasci a casa? Frigo sorride, annuisce, conosce le mie intemperanze ma sa che scherzo (quasi sempre). Chiedo a Vanessa, va', la donna PickUp (non per via della macchina, ma per la merendina di cui è ghiotta). Frigo intanto va in giro a cercare venti centesimi, che possono servire, ma quando torna ormai ho già preso l'acqua per MissPickUp e il tè alla pesca pour moi. Torniamo alle nostre scrivanie a far finta di telefonare, dai.

Jefferson è fuori, il GrandeFalco è a Parma e non tornerà, pare si sia dimesso; come Juanin, che doveva accompagnarci ad Amsterdam ma poi si è perso via. Anche il CiccioBombo di Rozzano ci ha lasciati oggi pomeriggio, e mi sono sentito utile perchè doveva andare in via d'Alviano. Ma figa, scendi a BandeNere no?

Bevo, penso, giochicchio con la bottiglia, offro un sorso al mio compare di sventura; mi offrì il pranzo anche la prima volta che ci parlammo, si era alla metà di Aprile. Ci sedemmo sul muretto, impacciati nei nostri abiti ed insicuri sul da farsi. Cos'è cambiato, oggi? Siamo più tranquilli in giacca e cravatta, se è vero che due settimane fa mi sono sdraiato su una panchina per dormire usando la giacca come cuscino (Frigo ha le foto).

All'improvviso gli pongo la fatidica domanda: hai mai provato a bere, o mangiare qualcosa, tappandoti il naso? Lo sai che non senti i sapori? Lui comincia a ridere, pensa che io lo stia prendendo in giro, non ci crede, e meno ci crede più vorrebbe provare, ma sa che provare vorrebbe dire esporsi al pubblico ludibrio, o semplicemente ad uno dei temibili scherzi di cui sono capace. Dai, prova, cazzuto di merda, dai! Allora il buon Frigo cede alla tentazione, assaggia il tè alla pesca, che secondo me sa di aceto scaduto, tappandosi il naso; ride, è vero, cazzo è vero, non si sentono i sapori, ma come mai? Inizia allora una spasmodica ricerca su internet; è euforico, curiosissimo, un fiume in piena. Chiamiamo il Laureato, gli chiedo delucidazioni ma la risposta è laconica: eh cazzo, ok sono laureato, è vero, ma in Storia! Ma vai affanculo, gli rispondo, hai perso una vita a studiare, cazzo, ti sei laureato, e non sai ste cose! Oggi di lavorare non se ne parla proprio.

Torno allora alla mia poltrona, guardo fuori, c'è un bel sole che attutisce l'ansia; Frigo trova la risposta che cercava, tutto baldanzoso comincia a spiegarmi tutto quello che ha appena scoperto, gli aromi, la bocca, i sapori, le papille gustative e via dicendo, ripetendo ossessivamente la parola flavour e chiedendomi ogni due secondi cosa voglia dire.

Ed è a questo punto che mi torna in mente il fantastico incipit di "We Come 1", marasma elettronico di Faithless, che parte dalla voce calda e calma di Maxi Jazz per trasformarsi in un boato di acuti digitali e percussioni avvolgenti. All the subtle flavours of my life have become bitter seed, and poisoned leaves, without you.

Allora sgrano gli occhi, rimango a bocca aperta: ecco cos'è successo quando ci siamo conosciuti, quando ci siamo parlati per la prima volta su quelle poltrone nere alla White! Stavo vivendo col naso tappato, il che mi impediva di assaporare ogni cosa. Che fosse dolce come un rimpianto, o velenosa come l'amore; che avesse il gusto intenso di un abbandono o mandasse segnali estasianti al cervello come una fugace conquista al primo sguardo. Torno con la mente a quella notte, mi sembra di rivedere quel cielo stellato, e mi accorgo, finalmente, di quello che è successo; ho tolto la mano, ho tolto il tappo. Forse non ero pronto. Perchè non si è mai pronti, in fondo. Ma tornare ad immergermi nei sapori, anche quelli più delicati, più sottili, è stato il regalo più grande che potessi farmi.

Frigo continua a chiedermi spiegazioni, ma gli intimo di finirla perchè mi sono stufato. Accompagnami in bagno e spiegami come si fa quel nodo alla cravatta. Poi potremo andarcene a casa. Sono le quattro del pomeriggio; non abbiamo combinato un bel niente, ma la giornata... è di quelle da ricordare.