BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

venerdì, giugno 22, 2012

I Wake Up Thinking Of You.

Attenzione perchè questo post contiene the fabolous life of Joe Rokocoko al 100%. Arrivo al Chiringuito e mi lascio sopraffare dalla malinconia, dal senso di tristezza, cazzo amore mi manca TommyBoy... maledetto bastardo, lei sorride, che bello che sei. Parlottiamo, siamo in serata ed i nostri compari di sventura godono alquanto della nostra presenza. Amore ma te l'ho mai detto che... mi manca l'hockey?, cazzo manca da morire anche a me! è la sua risposta. Le coppie intorno a noi intanto si intortano, si intuisce un mezzo disagio, inizio ad intonare Let's get down di Supafly che è partita in sottofondo perchè questa è la canzone mia e di Nick, estate 2006 sul traghetto per la Sardegna, in cabina svegliammo tutti e fu un delirio. E allora canto, ho finito la Corona e mi scappa di andare a un albero "perchè devo fare una telefonata", I wanna feel the sunshine on my head, I wanna see your face when I wake up, canticchio e gironzolo per gli alberi finchè non trovo quello adatto allo scopo. Prima di tornare al tavolo ordino una Coronita di nascosto; becco la tipina sul retro, pago e chiedo che mi porti birra e resto al tavolo. Riappaio allora, e ricomincio a cantare (questo dj ne sa una cifra, ma lo scoprirò poi), I wake up thinking of you, your face and mine together, mi siedo e lascio che tutti si facciano trasportare dalla mia improvvisa euforia. Amore tutto bene? Ma certo, sono dovuto andare di corsa altrimenti mi telefonavo addosso, mi piace ripetere le stesse battutine all'infinito perchè tanto fanno sempre ridere. Poi accade quel che accade. Mentre scorgo la tipina che sta arrivando con vassoio Coronita e resto, lei si gira -non la tipina, deficientoni!- e con gli occhi luccicanti sentenzia: "questa volta l'ho riconosciuta prima io". Questione di attimi. Non faccio nemmeno in tempo a capire cosa chi come quando perchè, si alza di scatto e col braccio a momenti manda ko la birra e la tipina; ridiamo e forse un po' piangiamo perchè, ora capisco tutto, è partita quella canzone che significa quelle sensazioni che ci riporta a quei momenti di tanto tempo fa. Ridiamo e forse un po' piangiamo, come ogni volta che parte questa canzone, ma questa è la prima volta che accade per caso, per di più in pubblico! La abbraccio e la trascino in mezzo alla pista, già sentita questa storia?, non c'è ovviamente nessuno che balla a parte me e lei, e sono abbracci, foto scattate da persone che ci ammirano, ci vogliono bene, ci danno la giusta carica, e poi ancora baci e abbracci e mezze lacrime ed io e lei a squarciagola, I'm your guardian angel, trust in me... so many times, I've been watching you... and now I fell in love with you. Ridiamo e forse un po' piangiamo ancora.
In fondo, the fabolous life of Joe Rokocoko è tutta qui.

domenica, giugno 17, 2012

Fidelio

Quanto tempo è passato non me lo ricordo, l'ultima volta era una storia di donzelline, compleanni e freedrink che non arrivavano mai. Non amo i genetliaci in discoteca, all'epoca della mia ultima apparizione all'Old se ne festeggiavano quattro in una volta sola dunque si poteva anche strappare la regola. Per di più incontrai il buon Fabri, che però sparì nella notte, fuggito chissà dove.

Allora ritorno animato da uno spirito antico, come una fiammella immortale che torna ad ardere in determinate occasioni mondane; sono di nuovo all'Old Fashion, elegante nelle mie AirMax e comodo in camicia AntonyMorato, prezioso regalo della Meravijosa che giustamente sto accompagnando.

Che poi, non è che la sto accompagnando. Ce la sto proprio trascinando, visto che le sue ultime disavventure l'hanno trascinata in una mezza spirale di clausura maniacale quasi monacale (concedimi il virtuosismo). I colleghi hanno sorriso con gli occhi, e mi hanno abbracciato a parole, quando ho sentenziato: "senti ma che cazzo ce ne frega, stasera andiamo a ballare anche noi". Applausi.

Beviamoci un cocktail, buttiamoci in pista, baciamoci e balliamo. Qualcuno forse potrebbe obiettare che non c'è nessuno, il locale è desolato (per ora) e qui davanti alla consolle non si agita nessuno. Io e la Meravijosa di certo non ci facciamo scalfire da questi pensieri... ci scateniamo su questo remix di Gotye (ma quanti significati ha questa canzone?) e intorno a noi c'è il vuoto; ma ci sarebbe anche se fossimo in mezzo ad un milione di persone. C'è sempre qualcuno che deve aprire le danze e quel qualcuno siamo io e lei. Ci abbracciamo, cantiamo, si comunica a parole, sguardi, piccoli gesti.

La serata procede allegramente tra mancati inciuci, foto sfocate e gitarelle al bancone del bar, da sempre meta di confessioni ed affratellamenti: qualcosa sembra andare storto proprio sul finire, poco prima del megapanino e di un viaggio in taxi sicuramente da dimenticare. Qualcosa, forse qualcuno, forse niente, forse nessuno. Ci sediamo alla fermata della 61 e ci commuoviamo, perchè ci ricordiamo di chi eravamo e ci accorgiamo di chi siamo ora. A fine serata restano in testa tanti pensieri, o forse poi è soltanto uno.

Volevo una persona che mi accompagnasse lungo il cammino. Volevo una persona che mi fosse di supporto nei momenti difficili, e per la quale essere fondamentale. Volevo una persona capace di trasformare la tristezza in un sorriso.

Volevo una persona che si buttasse in pista con me quando ancora nessuno sta ballando.