BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

mercoledì, maggio 11, 2005

Sì, grattare.

Dovevo capirlo che c'era qualcosa di strano.
Checcazzo, io non dimentico mai il cellulare a casa. Mai e dico mai.
E stamattina l'ho dimenticato. Non solo... Ho pure dimenticato i fazzoletti!
Dovevo capirlo, era un segno che qualcosa stava per andare male. Ed io stavo per andare in ospedale per l'ultima visita di controllo.
Arrivo lì, tranquillo, non c'è coda nè all'accettazione, nè per pagare il ticket, nè per entrare a fare la visita. Tutto filava liscio, se non che chiaramente non avevo con me nè il cellulare nè i fazzoletti. Andava tutto così tranquillamente che mi sono tornate in mente le parole di Tommy Lee Jones in Assassini nati: "il silenzio... lo senti il silenzio qui dentro... è un bruttissimo segno".
Il superbo Tommy si riferiva al silenzio dentro un carcere... io mi trovavo in un ospedale che non sarà proprio la stessa cosa, ma insomma, troppe cose che andavano in modo strano dovevano mettermi in guardia. Invece no, sono andato incontro al mio destino con sfrontatezza, incurante dei possibili intoppi.

"allora vediamo un po' questa ferita come va... uuuuuuuh bè allora allora... sì sì lei venga qua (all'assistente)... mi dia una pinza ecco... allora senta, caro Joe, c'è un inizio di microinfezione, roba da niente, però ora dobbiamo grattare via un po' di roba, le faremo un po' male, faremo sanguinare la ferita e poi sarà tutto a posto..."

Ecco, ora come ora quel concetto di "un po' di male" io non sono in grado di spiegarvelo.

Ma mi hanno letteralmente distrutto. DISTRUTTO.

Ci ho messo una cifra a tornare a casa, camminando zoppissimo e aspettando per mezz'ora quel tram di merda che non arrivava. Rientrato in casa, ho subito controllato il cellulare: nessuno mi aveva cercato.
Oggi dovevo affrontare il destino in completa solitudine.




(nella foto, dove inizia e dove finisce questo post)