BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

sabato, dicembre 08, 2007

994: il Destino Disegna Parabole Che Non Possiamo Comprendere.

Lunedì sera. Sto tornando a casa dopo aver visto un filmaccio, l'umore però è buono perchè perlomeno è finito presto. Di solito mi ritrovo in sbattimenti metropolitaneschi alle undici di sera, ed invece sono le otto e sono happy. Anzi, sono sciallato.
Sale sul mio vagone un tizio con la chitarra. Saluta, buonasera scusate, ho bisogno. Ha due orecchie a sventola da far paura, dunque lo prendo subito in simpatia. Io odio i suonatori, gli accattoni, gli zingari; odio un sacco di gente e lui appartiene a molte categorie da me malsopportate. Ma le sue orecchiacce a sventola e il sound della chitarrina, miste alla mia sciallatezza estemporanea, mi fanno dimenticare tutto. Quindi decido che gli darò 50 centesimi (non il cantante, la moneta). Non do monete ad accattoni da una decina d'anni, ma stasera mi sembra così... così diverso il mondo! E poi mi sta rallegrando il viaggio con la sua chitarrina scrausa. Toh, ciapa su, buonanotte. Dieci anni che non davo una moneta... pazzesco. Che bella serata che è.

Mercoledì. L'Inter sta vincendo tre a zero e posso permettermi di uscire di casa senza vedere come andrà a finire. C'ho il puntello col Bagninazzo al Dundas tra mezz'ora, se arrivo prima intanto mi berrò uno Jaeger con Silvietto. Dal cortile sento il rumore del 14 che sta arrivando. Comincio a correre. Ecco, io non corro mai dietro i mezzi, e quando lo faccio poi... poi succede sempre qualcosa di strano. Perchè non sono in ritardo e non me ne frega un cazzo di perdere sto 14, eppure corro per prenderlo al volo. Attraverso di corsa e via, eccomi con un salto acrobatico sul tram: sono in fondo e, come sempre, questo locus amoenus è popolato di zingari e marocchini. Odio stare qui, c'è sempre una puzza tremenda, e poi anche più avanti ci sarà qualche posto per sedersi. Mah, cosa vedono i miei occhi? C'è il tizio dell'altra sera in metropolitana, il chitarrista con le orecchie in stile Coppa dei Campioni! Maddaaaaaai non ci credo, proprio lui! L'eletto, the chosen one! Allora resto qui, dai, mi affratello con sta gentaglia puzzolente perchè le sue orecchiacce mi fanno sognare un mondo migliore. Ma sì, se dopo dieci anni è riuscito a scucirmi cinquanta centesimi, riuscirà anche a farmi stare in fondo al 14 per qualche fermata.
E qui accade qualcosa.
Due fermate, ed il ragazzo davanti a me comincia a guardarsi in giro nervosamente. C'è trambusto, all'inizio non capisco. Uh cazzo. Cazzo, cazzo il controllore! Ma porca puttana troia il controllore alle dieci di sera. Me l'hanno già fatto lo scherzo sti bastardi, era il luglio del 2001, e chi se la scorda più la fermata in Pagano a mezzanotte e dieci, che stavo dormendo in piedi e mi hanno fatto la multa. Ma tu dimmi. Il controllore cazzo, sono sempre in giro col biglietto ma alle dieci di sera, dai! Cazzo, è proprio un controllore, non ci sono dubbi. Si sta avvicinando lentissimamente. Orecchiacce gli è passato davanti con nonchalance, il corvo non l'ha cagato di striscio. Ma quanto manca alla prossima fermata? Eccheccazzo dai, muoviti cocchiere di merda, apri quella cazzo di porta che anche il ragazzo davanti a me è in ansia totale. Sta fermata non arriva mai, ma ecco che il tram rallenta, io sono ancora seduto, starò qui immobile fino all'ultimo secondo per non dare nell'occhio e poi via. Il cuore va a seimila, ormai la multa è qui a due metri da me, sta arrivando: lentamente, ma sta arrivando. E invece no, non c'è più tempo per il controllore, ormai ho capito che ce la farò. Si aprono le porte, in mezzo secondo sono via nella notte, la biblioteca di via Odazio non è mai stata così splendente. L'ho scampata proprio per un pelo.
Me la faccio a piedi fino al Dundas e poi con calma ripenso all'accaduto. Sono rimasto seduto là in fondo grazie a quel pirla di zingaro di merda. Quell'uomo ha un potere su di me. Mi ha salvato, senza saperlo, da una multa sicura. Sì cazzo, perchè se non avessi visto lui mi sarei diretto come faccio di solito verso il centro del tram. E a quel punto sarebbero stati cazzi. Vabbè che una multa non è una tragedia, però è una bella rottura di coglioni. E poi alle dieci di sera! Ma si può!? Ed invece no. Il chitarrista, ispirandomi simpatia, mi ha dapprima succhiato cinquanta centesimi dalla tasca. Poi però mi ha fatto risparmiare un bel po' di eurini, e quindi ora teoricamente sono in debito con lui. Possibile?

Rimango qui a pensare a questi strani disegni del caso. Si può anche non credere in niente -ma sai la monotonia?-, non è mica un delitto. Ma queste parabole del destino mi fanno spesso sorridere. Non so tra quanto tempo tirerò fuori un'altra moneta per un suonatore metropolitano. Ma a questo punto c'ho quasi paura.