Remember Aurora.
Ma non dovevamo andare a correre stasera? Ma quale corsa... Cristian mi chiama dal Dundas ma non c'è tempo nemmeno per lui in questa giornata così stralunata. Il dente è tolto e ne siamo tutti felici, peccato che il fastidio sia enorme; ma vabbè, passerà, non è il caso di fare drammi. Me ne sto un'oretta al telefono ma è tutto ingarbugliato: il discorso, non il filo, che il mio cordless della Swatch continua a sopravvivere dal lontano 1996. All'epoca il vecchio Joe non conosceva i Deftones...
L'inquietudine, come d'obbligo, sale. Mi arriva un sms al quale rispondo con un po' di fatica. Razionalità o sentimento? Quando ci sono di mezzo io, di solito cerco di scegliere la strada che porta al maggior danno possibile, per me e per gli altri. Qui però mi si chiede un consiglio: e io, da vecchio balordo di periferia, evito spargimenti di sangria sbattimentosa. Mi ringrazia, ma sono io che ringrazio lei per farmi sentire un po' speciale. In giornate come queste aiuta. I Deftones li ho scoperti nel 1997.
L'ansia per la partenza un po' si fa sentire. Ci sarà la Divina e, credetemi, questa è più che una buona notizia. La maglia raffigurante il Pibe mi sta stretta stasera, il sapore del sangue in bocca mi nausea ma bisogna resistere ancora un po': prima o poi tutto si sistema. Ho voglia di tornare in quel parco, il resto sono dissonanze cognitive che non mi abbandonano mai. Il primo pezzo che ho amato dei Deftones è stato Shove it, più avanti scoprii Mascara.
Mascara, tra l'altro, gioca nel Catania. E mentre Mayra aspetta Aurora, io ascolto Aurora dei Foo Fighters in macchina col Bagninazzo. Insieme aspettiamo una svolta, anche se lui la cerca con un po' più d'insistenza (salvo poi rivelarmi al bancone del Dundas: "pezzo forse nella vita c'hai ragione tu"). Non ho decisamente risposte stasera. Soltanto voglia di guardarmi i gol del Fenerbahce che ha battuto il Chelsea 2-1: il nostro ex-amico Hakan sarà triste. Ci starà ancora aspettando? L'importante, come mi insegna la storia dei Deftones, è condividere.
Ma io spesso deludo le attese.
L'inquietudine, come d'obbligo, sale. Mi arriva un sms al quale rispondo con un po' di fatica. Razionalità o sentimento? Quando ci sono di mezzo io, di solito cerco di scegliere la strada che porta al maggior danno possibile, per me e per gli altri. Qui però mi si chiede un consiglio: e io, da vecchio balordo di periferia, evito spargimenti di sangria sbattimentosa. Mi ringrazia, ma sono io che ringrazio lei per farmi sentire un po' speciale. In giornate come queste aiuta. I Deftones li ho scoperti nel 1997.
L'ansia per la partenza un po' si fa sentire. Ci sarà la Divina e, credetemi, questa è più che una buona notizia. La maglia raffigurante il Pibe mi sta stretta stasera, il sapore del sangue in bocca mi nausea ma bisogna resistere ancora un po': prima o poi tutto si sistema. Ho voglia di tornare in quel parco, il resto sono dissonanze cognitive che non mi abbandonano mai. Il primo pezzo che ho amato dei Deftones è stato Shove it, più avanti scoprii Mascara.
Mascara, tra l'altro, gioca nel Catania. E mentre Mayra aspetta Aurora, io ascolto Aurora dei Foo Fighters in macchina col Bagninazzo. Insieme aspettiamo una svolta, anche se lui la cerca con un po' più d'insistenza (salvo poi rivelarmi al bancone del Dundas: "pezzo forse nella vita c'hai ragione tu"). Non ho decisamente risposte stasera. Soltanto voglia di guardarmi i gol del Fenerbahce che ha battuto il Chelsea 2-1: il nostro ex-amico Hakan sarà triste. Ci starà ancora aspettando? L'importante, come mi insegna la storia dei Deftones, è condividere.
Ma io spesso deludo le attese.
1 Comments:
At 03 aprile, 2008 12:26, Anonimo said…
no, non deludi le attese, o almeno non le mie. mi sembrava di vederti ieri davanti a quel messaggio, sapevo di aver fatto una domanda scomoda, ma nessuno meglio di te mi avrebbe saputo aiutare. e lo hai fatto. io poi ho cambiato idea anche se in questi giorni sto impazzendo...
per me tu sei speciale e sono felice che ci siamo aiutati.
enjoy yr trip.....
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