BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

mercoledì, agosto 11, 2010

Con Chi Esco Questo Venerdì?

Ci sarebbe da designare il Personaggio della Stagione, ma c'è davvero bisogno che spieghi chi, come, cosa, perchè? La Morosona, certo, è fuori concorso; e di lei parlerò in altro momento. Ma la Sylvie, suvvia, vogliamo parlare della Sylvie? Si inizia col botto, come sempre, in quel di Settembre: e con le botte. Metaforiche, telefoniche, inspiegabili e rimaste insolute. Tant'è. Si prosegue tra gite mancate all'Entropia e missioni Mojitesche al Mogamo, che il Varanazzo è una certezza ora e sempre. Ma è l'inizio di marzo a fare la differenza. Sono un paio di messaggi in una mattina grigia, lontana, profonda come gli abissi; sempre la Sylvie e la Morosona riescono a rialzarmi, ed allora inizia l'avventura, e risorgo, e scrivo mille mail al giorno perchè ho qualcuno che mi legge, che mi risponde, che mi ascolta. Ed è il fatidico Dundas che si erge protagonista allora; teatro degli incontri più sorprendenti, delle storie più malate, di innamoramenti fugaci e repentini cambi d'umore. Sono diciassette, forse venti (sono inenumerabili in realtà), weekend consecutivi in cui ci vediamo o di venerdì o di sabato sera. Non si scappa, nè dall'impegno nè dal locale, e non serve dirmi che alle due te ne vuoi andare, stasera mi aspetti; ma capita sovente anche il contrario, Sylvie stasera lasciami perdere, qui arrivano i balordi ed insieme a loro sbattimenti, racconti da bar e magheggi. Le persone intanto vanno e vengono, il Bagnino m'abbandona -fisicamente- per qualche mese dopo avermi abbandonato -moralmente- da troppo tempo. Silvietto è un punto di riferimento costante ma va aiutato. I nuovi amici della cricca di Bresso mi danno soddisfazioni, ma cinque giorni a settimana sono abbastanza: il weekend è del Dundy, il weekend è della Sylvie. Andiamo a prendere le sigarette, non mi rompere le palle cazzo è qua in Inganni, e adesso che torniamo ti bevi quattro sambuche non mi rompere i coglioni cazzo che non bevi mai un cazzo!, ma tanto al ritorno il locale ci inghiotte, un venerdì dopo l'altro, una sigaretta dopo l'altra, così fino ad Agosto; ed eravamo partiti a Marzo.

Con due messaggi in una mattina grigia, lontana, profonda come gli abissi.