Sista.Ste.Herself 18th Birthday Party Episode Two
Hanno girato uno speciale nel 2002 sul derby di Roma, per una trasmissione che si chiamava "Tutto in un giorno". Il concetto era molto semplice: prendevano quattro persone, gli mettevano dietro un cameraman, e via li seguivano per tutto il giorno dell'evento. Poi si montavano i vari spezzoni della giornata di ognuno, ed il risultato era garantito. Quello speciale, "Dentro il derby della capitale", è un piccolo capolavoro. Anche perchè, ovviamente, le quattro persone seguite non erano state scelte così a caso, ma erano personaggi di spicco della romanità calcistica: il capo degli Irriducibili Lazio, Diabolik, il capo dei Boys della Roma, il comandante della polizia ed il commentatore delle partite della Lazio. Uno spettacolo.
Varie volte, dovendo raccontare mega-feste bagninesche, travedonesi o alla White, mi è tornato in mente quel fatidico speciale. E così è stato anche questa volta; quando, domenica pomeriggio, mi sono svegliato e la casa era già completamente pulita e sistemata, ho chiamato a raccolta i neuroni cercando di ricordare ogni singolo momento della serata, e collocarlo nella giusta casella temporale. Un'impresa impossibile. Ma soprattutto cercavo di riempire quei buchi cognitivi, del tipo: ma quando mi sono posizionato in consolle, il Bagnino dov'è sparito per un'ora? E la Morosona, a che ora è andata a dormire, ma soprattutto quante tequila si è shottata? E BigSere? Mi dicono sia stata in bagno un'ora con una tipa che stava impazzendo... della festeggiata, poi, meglio non parlare. Se uno non si ammazza il giorno del suo Diciottesimo (Episode Two, va detto), allora quando? Certo che se ognuno avesse avuto una telecamera puntata addosso tutto il tempo, ora sarebbe tutto molto più semplice.
Giuro a me stesso che non perderò tempo in consolle stasera; c'è della premeditazione. Chiedo che venga creata una playlist e che la musica vada da sola; se a una certa ora ci verrà voglia di suonare, allora suoneremo. In caso contrario, la musica dev'essere già bell'e pronta. Ovviamente la mia richiesta viene disattesa, ma non mi scompongo più di tanto. Non ne ho la forza: ieri sera sono uscito presto, alle nove e un quarto, e sono tornato a casa prestissimo, alle sei meno dieci. Che poi non era casa mia, e già qui lasciamo perdere. Ho dormito quattro ore, poi ho condotto i bambinetti al pareggio contro il Vighignolo, mi sono concesso un pisolino di mezz'ora e dopo la doccia il Perkovic era giù che mi aspettava nel diluvio. Non c'è scampo, non c'è tempo.
Le donzelline si preparano al piano di sopra; telefono alla Morosona ma non mi risponde, chissà dov'è finita, arriverà prima o poi, anche se non so nè come nè con chi. Dopo mezz'ora, scopro che anche lei è su a cambiarsi con le altre; è arrivata molto prima di me. Risate. Rubo un po' di salamino, poi un po' di nachos, Caesar è teso, manca il Bagnino ed è lui in charge; ancora salame, ancora nachos, continua ad arrivare gente ed io mi sento ingestibile. Non riesco a star fermo, a star zitto, provo ad annullarmi svaccandomi sul divano, ma è proprio da lì che mi scateno, cominciando a tirare in mezzo chiunque mi capiti a tiro. La Morosona disapprova, mentre MissRavery mi offre un sorso di Capiroska: sarà questo il mio cocktail della serata, ho deciso. Ma voglio andarci piano, che ieri ho bevuto mille birre. Ma non c'è rimedio, non c'è scampo, non è ancora nemmeno arrivato il Bagnino.
Che invece si materializza all'improvviso, bello massiccio nella sua felpona con cappuccio. Gli intimo di mettersi in camicia, poi mi contraddico, rimani così che dai ancora di più nell'occhio. Mi sto occupando pigramente della musica, prima Gonzales, poi Dorfmeister, infine una serata di Satoshi mi aiutano a non sbattermi. La festa decollerà in un lampo, subito dopo l'arrivo delle cotolettine, più o meno verso la fine della partita. Il Bagninazzo ha voglia di farsi lo sbattimento, e dopo venticinque minuti spesi a fissare l'iPod in cerca di ispirazione, estrae il primo pezzo della serata: è ora di fare baldoria.
Per la prima mezz'ora mi limito ad osservare; faccio avanti e indietro dalla pista alla sala fuori, con le sedute luminose che spaccano come non mai. MissRavery mi accoglie con un applauso ad ogni apparizione, la Morosona si alza soltanto per tequileggiare, questa Caipiroska è proprio buona e faccio il bravo, niente shottini per me. Il livello alcolico si decuplica di mezz'ora in mezz'ora, non mi sto perdendo niente, finchè il Bagninazzo mi regala "Hombre" a tutto volume; pelle d'oca all'istante, entro gridando a squarciagola NO PUEDO VIVIR WITHOUT YOU, che belli quei tempi andati, è presto per immalinconirsi ma è il tempo giusto per ballare, per svarionare, per esagerare.
La consolle è ancora un miraggio, non mi faccio prendere dall'ansia mentre la Sylvie, improvvisamente, annuncia la sua fuga; ce la farà soltanto dopo quaranta minuti di chiacchiere con Caesar, mentre il viavai è continuo e scorgo sorrisi conosciuti, sguardi a mezz'asta, ubriacature solenni, vestiti troppo corti e cosce ovunque. E' tempo di tracciare il solco, se non riesco a trovare un punto fermo allora sarò io a mettermi da parte, nell'angolino delle luci e delle emozioni. Le donzelline mi hanno chiesto un po' di minimal, è giunta l'ora di accontentarle. Ad un'ora imprecisata, faccio l'esordio nella postazione magica. Parto con "One 2 3 Four", delirio elettronico targato Martin Solveig. Alzatevi tutti, cazzo.
Caesar mi accompagna al microfono, ed è qui che parte la vera festa. La Morosona, splendida tequilomane, lingua salata e labbra al limone, ha chiesto un time out tecnico e si è arenata nel lettino; dobbiamo ancora mangiare la torta e stappare la Jeroboam di champagne generosamente offerta dall'ex-dj, ora misteriosamente inghiottito nei meandri della White. Dove cazzo è finito il Bagnino? Caesar non ha una risposta, ma una rima per tutti e per tutte (soprattutto), va in giro cercando l'euforia, scatenandosi e scatenando chiunque incontri sulla propria strada; è il primo tassello di un effetto-domino fatto di salti, grida, allucinazioni visive, mentre l'Albanozzo tenta di accecare chiunque con il suo poderoso flash. Ci siamo chiusi in cucina, qualche ora fa, e l'ho deriso ricordando la scena della laurea della Sarina... Poi ho fatto il pazzo, e la Sylvie a momenti si strozza dal ridere. Ma torniamo a Caesar... un momento, dov'è finito il mio vocalist???
Ah, è lì sul trono che si fa ritrarre insieme a qualche fanciulla... vecchio birbantello! Il Bagnino riappare, Sista.Ste.Herself è il momento della torta, siamo in pista da non so quanto ma percepisco che questo è il punto di svolta; lo Scultore Gonfiante mi si avvicina, mi riempie il bicchiere tre volte, "Fez qui inizia la nostra festa, qui inizia!", gli faccio segno che non ce la faccio più, avanzo una Caipiroska poi mi butto a ballare dopo aver annientato la Faby e la Kottina con "Nous sommes Mmm", estasi perforante targata Villalobos Time Warp o Ellen Allien ElectroVenice. Non c'è scampo, c'è un tempo infinito davanti a noi.
Anche MissRavery è sparita nel frattempo, BigSere se n'è accorta dopo dieci minuti, prima o poi tornerà, non è vero?, alla fine la rivedo la mattina dopo. Cose che succedono, alla White più che in altri luoghi. BigSere vince una scommessa grazie alla mia serata di Richie Hawtin, Sista.Ste.Herself si perde Plato ma corre a scatenarsi su Two Times; anche il Bagnino è stra-carico, ed intanto faccio conoscenza con la Bratz, un nome un perchè (lei era talmente malmessa che non me l'ha saputo spiegare), Caesar avrà di che divertirsi tentando un flirt impossibile (anche perchè metto in giro la voce che il mio gagliardo vocalist abbia da poco finito di scontare una pena di quindici anni di galera). Come diceva quello, una bugia è una bugia; rimane tale se la ripeti dieci, cento volte. Ma alla millesima volta, diventa verità. La Bratz avrà paura di addormentarsi, questa notte? Chi lo sa.
E qui servirebbero le famose quattro telecamere. Una anche per registrare i miei movimenti, certo. Tiro il ghiaccio a Serena, discuto di musica elettronica con la Kottina, mi affratello con "Novanta" mentre prendo un po' d'aria fuori; minaccio di chiamare la polizia, i carabinieri e quant'altro, faccio il cinema, poi scappo, sono bravo a non mischiare alcolici così come, invece, a mescolare aneddoti leggendari a citazioni strampalate; sono al servizio della festa, ma sono sempre Caesar e il Bagnino i miei punti di riferimento. La barista ha perso ogni speranza, il Perkovic smonta tutto, la Jeroboam è ancora piena, mi tolgo la camicia e bevo a canna, qualsiasi foto potrà essere usata contro chiunque, era da tanto che non mi divertivo così. Da troppo, soprattutto qui alla White. Ho parlato con Sista.Ste.Herself di tutto questo, molto ma molto tempo prima che la festa fosse concepita. E ci siamo capiti, pur nella diversità di vedute. Poi, alla fine, lei mi ha stritolato in un abbraccio ("ma quanto sono fortunata?"), subito dopo il paninazzo col salame, subito prima che Mazzo facesse saltare la presa, subito prima che Driftin On A Comet mi stordisse totalmente come una fatality di emozioni.
Alle cinque e quarantacinque mi ritrovo in camera con il Bagnino, Caesar e la Jeroboam da finire. Ma non ce la potremo mai fare. Entra Sista.Ste.Herself, le chiedo di scegliere un regalo, ridiamo tutti quanti. La Morosona è riapparsa, quei pantaloncini di SpongeBob sono una goduria, la notte a questo punto è fatta per dormire, per abbracciarsi, per amarsi all'infinito. Domani mattina faremo ordine, in casa e nella nostra testa. Perfino un po' nell'anima. Era da un secolo che non ci divertivamo così ("quanto staremmo bene qui, se fossimo altrove").
Ha avuto davvero senso crederci dall'inizio.
Varie volte, dovendo raccontare mega-feste bagninesche, travedonesi o alla White, mi è tornato in mente quel fatidico speciale. E così è stato anche questa volta; quando, domenica pomeriggio, mi sono svegliato e la casa era già completamente pulita e sistemata, ho chiamato a raccolta i neuroni cercando di ricordare ogni singolo momento della serata, e collocarlo nella giusta casella temporale. Un'impresa impossibile. Ma soprattutto cercavo di riempire quei buchi cognitivi, del tipo: ma quando mi sono posizionato in consolle, il Bagnino dov'è sparito per un'ora? E la Morosona, a che ora è andata a dormire, ma soprattutto quante tequila si è shottata? E BigSere? Mi dicono sia stata in bagno un'ora con una tipa che stava impazzendo... della festeggiata, poi, meglio non parlare. Se uno non si ammazza il giorno del suo Diciottesimo (Episode Two, va detto), allora quando? Certo che se ognuno avesse avuto una telecamera puntata addosso tutto il tempo, ora sarebbe tutto molto più semplice.
Giuro a me stesso che non perderò tempo in consolle stasera; c'è della premeditazione. Chiedo che venga creata una playlist e che la musica vada da sola; se a una certa ora ci verrà voglia di suonare, allora suoneremo. In caso contrario, la musica dev'essere già bell'e pronta. Ovviamente la mia richiesta viene disattesa, ma non mi scompongo più di tanto. Non ne ho la forza: ieri sera sono uscito presto, alle nove e un quarto, e sono tornato a casa prestissimo, alle sei meno dieci. Che poi non era casa mia, e già qui lasciamo perdere. Ho dormito quattro ore, poi ho condotto i bambinetti al pareggio contro il Vighignolo, mi sono concesso un pisolino di mezz'ora e dopo la doccia il Perkovic era giù che mi aspettava nel diluvio. Non c'è scampo, non c'è tempo.
Le donzelline si preparano al piano di sopra; telefono alla Morosona ma non mi risponde, chissà dov'è finita, arriverà prima o poi, anche se non so nè come nè con chi. Dopo mezz'ora, scopro che anche lei è su a cambiarsi con le altre; è arrivata molto prima di me. Risate. Rubo un po' di salamino, poi un po' di nachos, Caesar è teso, manca il Bagnino ed è lui in charge; ancora salame, ancora nachos, continua ad arrivare gente ed io mi sento ingestibile. Non riesco a star fermo, a star zitto, provo ad annullarmi svaccandomi sul divano, ma è proprio da lì che mi scateno, cominciando a tirare in mezzo chiunque mi capiti a tiro. La Morosona disapprova, mentre MissRavery mi offre un sorso di Capiroska: sarà questo il mio cocktail della serata, ho deciso. Ma voglio andarci piano, che ieri ho bevuto mille birre. Ma non c'è rimedio, non c'è scampo, non è ancora nemmeno arrivato il Bagnino.
Che invece si materializza all'improvviso, bello massiccio nella sua felpona con cappuccio. Gli intimo di mettersi in camicia, poi mi contraddico, rimani così che dai ancora di più nell'occhio. Mi sto occupando pigramente della musica, prima Gonzales, poi Dorfmeister, infine una serata di Satoshi mi aiutano a non sbattermi. La festa decollerà in un lampo, subito dopo l'arrivo delle cotolettine, più o meno verso la fine della partita. Il Bagninazzo ha voglia di farsi lo sbattimento, e dopo venticinque minuti spesi a fissare l'iPod in cerca di ispirazione, estrae il primo pezzo della serata: è ora di fare baldoria.
Per la prima mezz'ora mi limito ad osservare; faccio avanti e indietro dalla pista alla sala fuori, con le sedute luminose che spaccano come non mai. MissRavery mi accoglie con un applauso ad ogni apparizione, la Morosona si alza soltanto per tequileggiare, questa Caipiroska è proprio buona e faccio il bravo, niente shottini per me. Il livello alcolico si decuplica di mezz'ora in mezz'ora, non mi sto perdendo niente, finchè il Bagninazzo mi regala "Hombre" a tutto volume; pelle d'oca all'istante, entro gridando a squarciagola NO PUEDO VIVIR WITHOUT YOU, che belli quei tempi andati, è presto per immalinconirsi ma è il tempo giusto per ballare, per svarionare, per esagerare.
La consolle è ancora un miraggio, non mi faccio prendere dall'ansia mentre la Sylvie, improvvisamente, annuncia la sua fuga; ce la farà soltanto dopo quaranta minuti di chiacchiere con Caesar, mentre il viavai è continuo e scorgo sorrisi conosciuti, sguardi a mezz'asta, ubriacature solenni, vestiti troppo corti e cosce ovunque. E' tempo di tracciare il solco, se non riesco a trovare un punto fermo allora sarò io a mettermi da parte, nell'angolino delle luci e delle emozioni. Le donzelline mi hanno chiesto un po' di minimal, è giunta l'ora di accontentarle. Ad un'ora imprecisata, faccio l'esordio nella postazione magica. Parto con "One 2 3 Four", delirio elettronico targato Martin Solveig. Alzatevi tutti, cazzo.
Caesar mi accompagna al microfono, ed è qui che parte la vera festa. La Morosona, splendida tequilomane, lingua salata e labbra al limone, ha chiesto un time out tecnico e si è arenata nel lettino; dobbiamo ancora mangiare la torta e stappare la Jeroboam di champagne generosamente offerta dall'ex-dj, ora misteriosamente inghiottito nei meandri della White. Dove cazzo è finito il Bagnino? Caesar non ha una risposta, ma una rima per tutti e per tutte (soprattutto), va in giro cercando l'euforia, scatenandosi e scatenando chiunque incontri sulla propria strada; è il primo tassello di un effetto-domino fatto di salti, grida, allucinazioni visive, mentre l'Albanozzo tenta di accecare chiunque con il suo poderoso flash. Ci siamo chiusi in cucina, qualche ora fa, e l'ho deriso ricordando la scena della laurea della Sarina... Poi ho fatto il pazzo, e la Sylvie a momenti si strozza dal ridere. Ma torniamo a Caesar... un momento, dov'è finito il mio vocalist???
Ah, è lì sul trono che si fa ritrarre insieme a qualche fanciulla... vecchio birbantello! Il Bagnino riappare, Sista.Ste.Herself è il momento della torta, siamo in pista da non so quanto ma percepisco che questo è il punto di svolta; lo Scultore Gonfiante mi si avvicina, mi riempie il bicchiere tre volte, "Fez qui inizia la nostra festa, qui inizia!", gli faccio segno che non ce la faccio più, avanzo una Caipiroska poi mi butto a ballare dopo aver annientato la Faby e la Kottina con "Nous sommes Mmm", estasi perforante targata Villalobos Time Warp o Ellen Allien ElectroVenice. Non c'è scampo, c'è un tempo infinito davanti a noi.
Anche MissRavery è sparita nel frattempo, BigSere se n'è accorta dopo dieci minuti, prima o poi tornerà, non è vero?, alla fine la rivedo la mattina dopo. Cose che succedono, alla White più che in altri luoghi. BigSere vince una scommessa grazie alla mia serata di Richie Hawtin, Sista.Ste.Herself si perde Plato ma corre a scatenarsi su Two Times; anche il Bagnino è stra-carico, ed intanto faccio conoscenza con la Bratz, un nome un perchè (lei era talmente malmessa che non me l'ha saputo spiegare), Caesar avrà di che divertirsi tentando un flirt impossibile (anche perchè metto in giro la voce che il mio gagliardo vocalist abbia da poco finito di scontare una pena di quindici anni di galera). Come diceva quello, una bugia è una bugia; rimane tale se la ripeti dieci, cento volte. Ma alla millesima volta, diventa verità. La Bratz avrà paura di addormentarsi, questa notte? Chi lo sa.
E qui servirebbero le famose quattro telecamere. Una anche per registrare i miei movimenti, certo. Tiro il ghiaccio a Serena, discuto di musica elettronica con la Kottina, mi affratello con "Novanta" mentre prendo un po' d'aria fuori; minaccio di chiamare la polizia, i carabinieri e quant'altro, faccio il cinema, poi scappo, sono bravo a non mischiare alcolici così come, invece, a mescolare aneddoti leggendari a citazioni strampalate; sono al servizio della festa, ma sono sempre Caesar e il Bagnino i miei punti di riferimento. La barista ha perso ogni speranza, il Perkovic smonta tutto, la Jeroboam è ancora piena, mi tolgo la camicia e bevo a canna, qualsiasi foto potrà essere usata contro chiunque, era da tanto che non mi divertivo così. Da troppo, soprattutto qui alla White. Ho parlato con Sista.Ste.Herself di tutto questo, molto ma molto tempo prima che la festa fosse concepita. E ci siamo capiti, pur nella diversità di vedute. Poi, alla fine, lei mi ha stritolato in un abbraccio ("ma quanto sono fortunata?"), subito dopo il paninazzo col salame, subito prima che Mazzo facesse saltare la presa, subito prima che Driftin On A Comet mi stordisse totalmente come una fatality di emozioni.
Alle cinque e quarantacinque mi ritrovo in camera con il Bagnino, Caesar e la Jeroboam da finire. Ma non ce la potremo mai fare. Entra Sista.Ste.Herself, le chiedo di scegliere un regalo, ridiamo tutti quanti. La Morosona è riapparsa, quei pantaloncini di SpongeBob sono una goduria, la notte a questo punto è fatta per dormire, per abbracciarsi, per amarsi all'infinito. Domani mattina faremo ordine, in casa e nella nostra testa. Perfino un po' nell'anima. Era da un secolo che non ci divertivamo così ("quanto staremmo bene qui, se fossimo altrove").
Ha avuto davvero senso crederci dall'inizio.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home