Something Quiet.
Diano Marina ha saputo regalarmi tranquillità, svago e soprattutto un'abbronzatura decente: andrà via tra due settimane, ma perlomeno ho spazzato via il mio twilightesco pallore. E' l'ultimo giorno di vacanza, anche se partiamo domani tardi. Siamo stanchi, ci svegliamo sempre troppo presto per abbuffarci a colazione ed arriviamo al pomeriggio mezzi morti. In questi giorni mi sono goduto StudioAperto; non avevo mai seguito questo splendido programma satirico. Non so se lo conoscete; in pratica è strutturato come un telegiornale, ma non lo è veramente. Dura mezz'ora, ma dedica tipo tre minuti alle questioni importanti, poi nei restanti ventisette parla di gente in spiaggia, cani che cantano, il traffico che rende nervosi ed uno studio sulla pizza che fa ingrassare ma solo se ne mangi sette al giorno.
Ora però non c'è Studio Aperto, è pieno pomeriggio e sto per andare a tuffarmi in piscina. Cammino avanti e indietro per cercare il costume, l'asciugamano, le creme varie. La Morosona, dal canto suo, sta dormendo sul lettone, di sbieco così da occuparlo tutto. La guardo, e sorrido. Penso alla nostra vacanza, a questi giorni passati insieme, da soli, alle infinite chiacchierate sul balcone, ma anche ai lunghi silenzi mattutini, quando per riprendermi ho sempre bisogno di un paio d'ore; mi avvicino per darle un bacino, so di infastidire il suo sonnellino ma lei sorride ugualmente. More, vado in piscina, ci vediamo dopo?
Scendo con la mia andatura tamarra, mi svacco su una sdraio, leggo Wired, poi mi accorgo che siamo in quattro. Allora mi tuffo. Una vasca a dorso e sono già vittima di crampi, sciatalgie, traumi muscolari di vario genere. Faccio il morto con l'aiuto di un tubolare viola, c'è una bambina che sta facendo un casino allucinante ma tanto non c'è nessuno da disturbare. Risalgo, aspetto la Morosona, cerco di spegnere i pensieri per un po'. Diano Marina mi ha regalato tranquillità, svago e quest'abbronzatura che ancora non ha cominciato a sbiadirsi. Sono tornato.
Ora però non c'è Studio Aperto, è pieno pomeriggio e sto per andare a tuffarmi in piscina. Cammino avanti e indietro per cercare il costume, l'asciugamano, le creme varie. La Morosona, dal canto suo, sta dormendo sul lettone, di sbieco così da occuparlo tutto. La guardo, e sorrido. Penso alla nostra vacanza, a questi giorni passati insieme, da soli, alle infinite chiacchierate sul balcone, ma anche ai lunghi silenzi mattutini, quando per riprendermi ho sempre bisogno di un paio d'ore; mi avvicino per darle un bacino, so di infastidire il suo sonnellino ma lei sorride ugualmente. More, vado in piscina, ci vediamo dopo?
Scendo con la mia andatura tamarra, mi svacco su una sdraio, leggo Wired, poi mi accorgo che siamo in quattro. Allora mi tuffo. Una vasca a dorso e sono già vittima di crampi, sciatalgie, traumi muscolari di vario genere. Faccio il morto con l'aiuto di un tubolare viola, c'è una bambina che sta facendo un casino allucinante ma tanto non c'è nessuno da disturbare. Risalgo, aspetto la Morosona, cerco di spegnere i pensieri per un po'. Diano Marina mi ha regalato tranquillità, svago e quest'abbronzatura che ancora non ha cominciato a sbiadirsi. Sono tornato.
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