BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

giovedì, ottobre 27, 2011

58.

Speravo di non tornare sull'argomento (per delicatezza, pudore, o chiamatelo come volete) ma mi tocca farlo.

Non amo il pandemonio mediatico che si scatena quando muore un personaggio famoso. Cerco di staccarmi dalla tv, da facebook (ma è impossibile!), da tutto. Mentre fioccano banalità e sciacallaggi, cerco di isolarmi, riflettere sui perchè della vita, di certe tragedie, di certi sentimenti. Ho dedicato un post alla morte di Simoncelli senza scavare in profondità, ma soltanto con l'intento di spiegare come mi sono sentito domenica mattina. Senza la solita retorica del giovane di belle speranze che bla, bla, bla. Ho riassunto il mio pensiero a mia'amma, l'altra sera, piangente davanti alla tv, che si lamentava singhiozzando "non è giusto".
"Sono le corse delle moto, mamma", e ho chiuso il capitolo.

Poi ieri pomeriggio esco per andare a lavoro, passo davanti all'edicola per andare a prendere il 14, cammino muro muro e arrivo nei pressi della piadineria, e qui vengo colto di sorpresa, sulla lavagnetta fuori dal locale mi colpisce la scritta gigantesca IN TUO ONORE, allora non posso fare a meno di continuare a leggere... LA "58", coppa squacquerone e non so cos'altro... rimango attonito, che bella idea però, che bel gesto, per quanto microscopico, per quanto infinitesimale rispetto al dolore, alla sofferenza, alla tragedia. IN TUO ONORE, come se potesse davvero apprezzare questa dedica, come se potesse davvero leggerla, da chissà dove poi. Non in suo onore, ma in tuo onore, perchè sei qui, in fin dei conti, ancora con noi. Ho già provato queste sensazioni, evito di dire quando, sempre per delicatezza e pudore (anch'io ho scritto, a volte, a persone che non potevano più leggere e ricambiare il saluto). Ma mi è sembrato giusto fermare qui, ora, questo momento intenso, commovente, inaspettato.

In mezzo a tutte le schifezze dette, scritte e mostrate ovunque, questa dedica si erge gigantesca nella sua spontaneità.

3 Comments:

  • At 27 ottobre, 2011 13:34, Blogger CristianoRonaldo10 said…

    anch'io non seguo da tifoso la motogp
    come il calcio o la F1 mie vere ragioni di vita
    anch'io credevo di essere forte
    e invece ero debole
    anch'io sono stato felice di piangere davanti alla fierezza di un Padre con la P maiuscola
    anch'io sono stato squarciato nel cuore da quelle stupende parole
    grazie Paolo
    tuo figlio Marco è qui ed è meraviglioso
    in tuo onore
    SIC

     
  • At 28 ottobre, 2011 12:10, Blogger Mary said…

    Sono d'accordo con te...davvero in tutto, sull'eccesso, lo sciacallaggio, il mancato senso del pudore, l'invadenza di quel dolore privato che mai andrebbe violato...ma voglio pensare, credere che, seppure ho sentito, come te o più di te, di scrivere un post di "troppo" per questa tragedia è stato solo perchè l'ho sentita "vicina",perchè la semplicità di questo ragazzo, il suo sorriso ed il suo assurdo modo di parlare, quello stile di guida così puro, mi sono entrati nel cuore.

     
  • At 28 ottobre, 2011 15:35, Blogger krepa said…

    a mio modo di vedere il vero modo di soffrire è nel silenzio. odio e mi stanno sul cazzo i post di facebook in cui gente che non ha visto mai una gara scrive "angelo vola in cielo" o "vinci ancora per noi".
    capisco lo sconforto del tifoso, il rivedersi del motociclista.
    ma come tu hai detto, la mediaticità prende il sopravvento e a volte la gara sta nel farsi vedere più amareggiati degli altri, contando le lacrime. dall' "uomo della strada" al giornalista.
    non sono contro il pianto di fronte al televisore, nemmeno contro al pensiero profondo per certe morti, però c'è sempre troppa voglia di apparire.

    morta la winehouse sembrava fosse morto un genio della musica, ma perfavore...
    a sto punto molto meglio la piadina dedicata

     

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