Bastavano Le Briciole
La musica serve a questo, non è vero? A spiegare quei sentimenti che altrimenti rimarrebbero inesplosi, a condividere stati d'animo che avremmo paura di esternare, a farci sentire meno soli. Dopo la mastodontica introspezione di Amore in polvere, correva l'anno 2011, (volevo fare parte di qualcosa nella vita, anche se questo qualcosa era una morte collettiva), Marracash riesce a regalarmi un'emozione straripante anche oggi, con un pezzo tanto vecchio eppure inaudito, che ho riscoperto grazie alle mie recenti frequentazioni di quartiere. I miei viaggi sulla 95 intanto, verso il lavoro e ritorno, sono sempre pregni di momenti epocali a contatto con me stesso. Allora capita qualcosa, un pomeriggio di Ottobre, le note e le parole risuonano in testa, non può non scapparmi una lacrima quando questo tamarro della Barona sentenzia
ed io e i miei non siamo mai stati uguali, chissà com'è che pensavo che non aveste niente da insegnarmi, sono cresciuto senza mai accontentarmi, chissà com'è che ora non trovo il modo per ringraziarvi
allora ripenso all'sms che ho mandato sabato mattina a mia'amma, l'ho scritto piangendo già sapendo che l'avrei commossa, ma è vero che quando ci ritroviamo in fondo al baratro vediamo tutto più nitidamente, "Momin! Mi dispiace essere sempre così musone! Vedo che tu e l'Ile siete preoccupate per me... perfino Timoteo! [...] Ma voglio impegnarmi, ho dedicato troppo tempo a tante persone che non lo meritavano e ho sottovalutato proprio te. Non succederà più!", la musica in sottofondo non mi dà scampo, mi trattengo più che posso ma qualche lacrima ha la meglio, ed è a questo punto che il viaggio diventa fantastico. Salgono a due fermate da casa tre ragazze con la sindrome di down, con relativi accompagnatori, ed allora vecchi e marocchini fanno a gara per alzarsi e cedere il posto a queste ragazze dal viso furbo ed il sorriso vispo, ed io piango e rido e piango e rido e mi sento orgogliosamente imperfetto; sono ancora capace di commuovermi ed avere speranza nell'umanità. Un pensiero va anche a Timoteo che ho sempre cercato di non imitare ma il cui carattere mi appartiene inesorabilmente. Una volta mi raccontò di essersi messo a piangere assistendo ad una scena al piccolo Cottolengo: alcuni pazienti, affetti da sindromi rare e feroci, si stavano divertendo con i loro parenti, cantando e scattandosi foto ricordo. Lui era in disparte col suo giornale e forse era più riparato, più nascosto di me in mezzo alla 95, mentre si gustava la scena con un magone insopprimibile. Ma tant'è. C'è tanto ancora, da tirare fuori, io adesso faccio ripartire Marra, poi potrò andare a dormire, un altro giorno è passato ed io sto soltanto cercando di fare meno danni possibili.
ed io e i miei non siamo mai stati uguali, chissà com'è che pensavo che non aveste niente da insegnarmi, sono cresciuto senza mai accontentarmi, chissà com'è che ora non trovo il modo per ringraziarvi
allora ripenso all'sms che ho mandato sabato mattina a mia'amma, l'ho scritto piangendo già sapendo che l'avrei commossa, ma è vero che quando ci ritroviamo in fondo al baratro vediamo tutto più nitidamente, "Momin! Mi dispiace essere sempre così musone! Vedo che tu e l'Ile siete preoccupate per me... perfino Timoteo! [...] Ma voglio impegnarmi, ho dedicato troppo tempo a tante persone che non lo meritavano e ho sottovalutato proprio te. Non succederà più!", la musica in sottofondo non mi dà scampo, mi trattengo più che posso ma qualche lacrima ha la meglio, ed è a questo punto che il viaggio diventa fantastico. Salgono a due fermate da casa tre ragazze con la sindrome di down, con relativi accompagnatori, ed allora vecchi e marocchini fanno a gara per alzarsi e cedere il posto a queste ragazze dal viso furbo ed il sorriso vispo, ed io piango e rido e piango e rido e mi sento orgogliosamente imperfetto; sono ancora capace di commuovermi ed avere speranza nell'umanità. Un pensiero va anche a Timoteo che ho sempre cercato di non imitare ma il cui carattere mi appartiene inesorabilmente. Una volta mi raccontò di essersi messo a piangere assistendo ad una scena al piccolo Cottolengo: alcuni pazienti, affetti da sindromi rare e feroci, si stavano divertendo con i loro parenti, cantando e scattandosi foto ricordo. Lui era in disparte col suo giornale e forse era più riparato, più nascosto di me in mezzo alla 95, mentre si gustava la scena con un magone insopprimibile. Ma tant'è. C'è tanto ancora, da tirare fuori, io adesso faccio ripartire Marra, poi potrò andare a dormire, un altro giorno è passato ed io sto soltanto cercando di fare meno danni possibili.
1 Comments:
At 02 ottobre, 2013 11:42, Mary said…
Fabio Bartolo Rizzo merita...se non la conosci io consiglio "in faccia"...ciao Joe!
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