L'Otorino Guida Un Cayenne.
Stavolta mi ha dato un'altra impressione. Cioè, la faccia da pirla gli è rimasta. Però, non so, penso di essere riuscito a scavare nella profondità dei suoi occhioni malinconici.
Dovete sapere che l'otorino ha sti due occhioni grossi così, e il taglio, che è ciò che fa la differenza, è simile a quello di George W., non so se lo conoscete. E' il classico taglio malinconico; non potete non farci caso, Bush ha sempre quell'espressione da texano introverso che se una tipa gli rifila un due di picche lui è capace di uscire con un fucile ed ammazzare una dozzina di cristiani così, a caso, tanto per sfogarsi un po'. Per poi tornare introverso, e malinconico ovviamente.
Ecco, oggi l'otorino mi guardava coi suoi occhioni, faceva come al solito finta di ascoltarmi, ed io intanto lo analizzavo. Cazzo, se quello sguardo un po' così lo conosco. Eccola, eccola la gestualità tipica... sì, sì, gli parlo e si perde via... poi mi parla lui, frasi brevi, e poi si blocca, sta zitto, scuote la testa, sembra non darsi pace... ed ovviamente non per la mia tonsilla grossa come una pallina da tennis, no... stavolta l'ho capito... l'otorino ha lo sguardo tipico di uno che è stato appena mollato dalla donna!
Ordunque, io sono abbastanza un esperto in questo campo, quindi li riconosco i miei simili. E l'otorino che viene da Cantù, posso dirlo con certezza, è un "fratello". Non so come ho fatto a non accorgermene subito, dieci giorni fa. Forse perchè quella era ancora la fase del "ma sì in fondo ci spero ancora, nulla è perduto", che segue quella del "ma sì tanto sono forte e poi non è che me ne fregasse più di tanto". Fasi inevitabili, che portano allo stadio finale: l'assenza mentale, la vuotezza dello sguardo, i comportamenti disturbati e grotteschi. Sì, perchè grottesche erano le sue espressioni stamattina, ambigui i suoi gesti, drammatici i suoi silenzi. Ad un certo punto volevo chiedergli io se stava bene, se andava tutto a posto, capovolgendo così la classica dicotomia paziente-dottore. Oh, voglio dire, con tutto quello che mi è successo ultimamente, penso di poter essere d'aiuto in casi del genere (ed in effetti sta proprio succedendo, ma questa è un'altra storia). Però alla fine, nonostante l'empatia, non mi sono sentito di dirgli nulla. L'ho lasciato da solo coi suoi pensieri, con la sua composta disperazione; testa bassa, sguardo perso tra mille fogli illeggibili, un saluto appena accennato, con quel filo di voce rimasta a chi non ha nemmeno la forza di sperare -e di parlare.
Forse lo rivedrò fra tre mesi, non lo so. Spero che per quella data ci saremo ripresi entrambi. Io, per ora, mi tengo una pallina da tennis al posto della tonsilla sinistra. Lui, poraccio, si tiene i suoi pensieri.
Mi sa che a sto giro va meglio a me.
5 Comments:
At 12 settembre, 2006 02:11, fayna said…
dovevi fare ciò che ti dettava l'istinto..
e sicuramente sarebbe finita con lui con la testa poggiata sulla tua spalla, e tu, carezzandogliela, con in sottofondo i Guns'N'Roses...
Don't you cryyyyyy tonight
At 12 settembre, 2006 08:03, Fabri said…
mettetevi insieme e risolvete tutto.
At 12 settembre, 2006 10:45, Anonimo said…
non è che hai visto troppi film?
At 12 settembre, 2006 18:59, il capitano said…
MA aveva la faccia di legno e la pupilla di vetro?
Ciao pirlone ci sentiamo dopo.........già lo sai!
At 14 settembre, 2006 16:28, Anonimo said…
magnifico, fantastico... "ambigui i suoi gesti, drammatici i suoi silenzi...la sua composta disperazione"... il concetto di empatia che associo sempre a moltheni. WOW!
Posta un commento
<< Home