Grazie, SexyGirl.
Così scriveva Joe Rokocoko esattamente un anno fa, a coronamento di un 2007 da non rivangare. Cos'è successo, allora?
Trecentosessantasei giorni dopo torno a fare un bilancio, ma questa volta senza aneddoti simpatici o al limite del grottesco. Tengo tutto per me, come conviene fare nei casi più delicati. Avrei mille storie da raccontare, ma preferisco lasciare tutto sospeso (applico alla vita i puntini di sospensione, cantava Morgan qualche tempo fa) che i proclami non mi sono mai piaciuti (a parte quelli dal famoso balconcino: sai che adrenalina quando li sento?) perchè inutili e spesso dannosi. E senza proclami, per l'appunto, avevo chiuso lo scorso anno, augurandomi di non farmi del male come troppe volte mi era successo. Chiudo il 2008 sapendo di aver reagito bene, di aver creduto a ciò che per altri era impensabile, di aver anche sbagliato tanto ma sempre andando alla ricerca dell'insolito, dell'indefinito, del paradossale (Time Warp = salto nel tempo, ci avete mai pensato?). Prendo atto della definitiva trasformazione di Breathing, non più punto di riferimento ma soltanto elemento accessorio. Un epilogo mesto, ma qui e soltanto qui: stasera alla White House voglio festeggiare. Non manderò affanculo questo 2008 fatto di passeggiate in quel di Baggio, affratellamenti sulla spiaggia bahamense, gamberetti piccanti dopo l'amore e nottate oscure in quel di via Gonin. Per una volta, cazzo, non mi va di mandare affanculo nessuno.
E' stato proprio un grande anno.