Mac M.
Non sono cotto, non sono stracotto, non sono morto, mi sento oltre, c'è un po' di trambusto in giro appena apro gli occhi, luce e fresco mattutino intorno a me, ma non solo (troppa vodka alla menta?); non dovrei essere qui, ed in effetti per il resto del mondo sono altrove, invece ci sono. Perchè l'ho voluto, perchè l'ha voluto, perchè abbiamo incrociato lo sguardo e da lì in poi è stato un viaggio inarrestabile. E' scomodo questo letto, che poi non è un letto, in questa camera che è uno studio, in questo studio che mi avvolge di foto e ricordi. Non so come siamo finiti in via MacMahon, è troppo presto per pensare, Roger mi scrive insistentemente, in qualche modo devo svegliare la NonAncoraMeravijosa e farmi portare a casa. Poi potrò pensare, magari mentre salgo le scale... come di solito accade nei miei rumorosi rientri notturni. Come ogni volta che incrocio il suo sguardo, sfioro le sue mani, mi faccio trascinare dal suo entusiasmo atomico. Alla fine mi fermo a pensare... cosa sta succedendo?
Bè. Ne è passato di tempo eh. Lo specifico con una punta di felicità.
Bè. Ne è passato di tempo eh. Lo specifico con una punta di felicità.
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