E' Possibile, Dopo Cinque Anni, Sognarti Ancora.
"Ogni tanto ti penso, ogni tanto ti cerco tra le tue parole anche se ormai non capisco più niente, ogni tanto mi manchi e avrei voglia di vederti di abbracciarti di guardarti, ma poi mi viene sempre una terribile terrificante paura."
Ora so già che mi metterò ad ascoltare Ciao di Vasco, di spulciare tra gli archivi del blog non se ne parla perchè ho già dato qualche ora fa, colpa di The Departed intravisto di sfuggita stamattina... quella sera la ricordo bene, come fosse ieri, il finale pirotecnico e l'angoscia del ritorno a casa. Ma sono anni ormai, anni ed anni ai quali si aggiungono ancora anni ed altri anni, anche se in sogno, o in sms, i sentimenti rimangono quasi uguali, per metà inespressi e per metà indefinibili. Io non so quando e se leggerai, non so quando e se ci rivedremo, so solo che ogni tanto mi manchi e avrei voglia di vederti di abbracciarti di guardarti, ma poi mi viene sempre una terribile, terrificante paura.
Da Sinistra A Destra E' Piu' Facile Però
Va Subiendo La Corriente
El pescador habla con la luna
Un misto di ricordi, di sensazioni, di pugni nello stomaco e carezze tra i capelli, mi aggredisce (ma sono io a provocare) mentre mi incupisco sul 14 che mi porta in via Kuliscioff. E' passato un anno, anche se non ha senso misurare in questo modo il tempo che è stato, come ovvio, giustiziere inesorabile. Ascolto Mia Martini e Roberto Murolo, non ho voglia di intristirmi, mi tengo stretto l'ultimo abbraccio, l'ultimo saluto, quella lacrimuccia che scese e che lei cercò di non vedere. Finisce tutto, a volte. E fa male, sempre.
El pescador habla con la playa
Oggi non è giornata, e vabbè; ma non lo è da troppo ormai, dall'incredibile sabato sera sotto la pioggia, sotto il ponte di via Koch, sotto la devastazione morale e psicologica che mi sono auto-inflitto, sotto la pensilina aspettando la 321 che mi avrebbe riportato alla realtà. E realtà è stata: guardiamo X-Factor anche se non sento un accidente, ho freddo alla schiena e su Cult c'è Morgan Freeman, la scena della fuga di Tim Robbins potrei recitarla a memoria, le immagini scorrono sullo schermo e la voglia di fuggire, come Andy Dufresne, è tanta. So esattamente su chi posso contare, e questo è un bel vantaggio.
El pescador no tiene fortuna
Provo a spiegarmi, inutilmente, col Bagnino; il tempo è tiranno e non si può risolvere tutto con una birretta insieme. Rimango preda di cattive sensazioni per tutto il weekend, mi illumino a tratti, ma rovinosamente mi spengo; poi, mentre la Meraviglia prova a risollevarmi, DiscoRadio ci regala un gioiello da indossare ad alta voce, un diamante incastonato tra due versi, se starò meglio, un giorno, ricordami di passare un po' di tempo con te. E proprio così è stato, come accade soltanto in quei sogni che non racconti per paura che non si avverino mai.
Sòlo su atarraya.
Allora decido di prendermi un day-off, sfoggio la splendida camicia di AntonyMorlacco in ufficio, le donzelline mi inondano di complimenti ma per le prime tre ore sono assente, assorto, assalito dai ricordi, da quel tram pieno di marocchini che non si accorsero di niente. Oggi voglio e devo pensare al tempo che è passato; voglio guardare quanta strada ho percorso, senza rimpiangere nulla, senza piangere, alzando la testa e tenendo per mano quanto di più prezioso io abbia. Oggi più che mai, so che se tornassi indietro sceglierei ancora te.
Mi Manca Anche Heroes.
La strada per Trezzano era decisamente più lunga, e con m2o in sottofondo il paragone non si può proprio fare. Ho provato a sostituire Stardust di Paolo Bolognesi con le frequenze un po' snob e felpate di Lifegate; un bell'esperimento. Domani sera però vado ad abbracciare Fritz Kalkbrenner ai Magazza; io e la Meravijosa mano nella mano. Come in un ritorno notturno da via Mantegna, quando la strada era vuota ed i fantasmi lasciavano spazio ai pensieri positivi.
E' passato, bisogna dirlo, già un po' di tempo.
Quanto Rompi
La telefonata è interrotta, più e più volte, dalla mia curiosità, le mie continue domande. E come sta Diego, andi Djego per dirla alla Montplaisir? E la zia Antonella? E Kim, mi saluti Kim? Fa ancora il pompiere? E tua'amma e Sofia e Aurora e tutti quanti. Ride, sì sì sì sìììììì Carletto quanto rompi stanno tutti bene niente è cambiato, tuona sorridendo, incutendomi un pizzico di allegro timore. Ora sto bene, ci sono stati mesi difficili ma ora sto bene. Parole che rimangono, parole che servono sempre.
Un secondo dopo sono sul pick-up, svolto a sinistra verso il ponte per Buccibucci, la Meravijosa si sveglia in un lampo e mi scuote dal torpore, non passano mai inosservate ed inascoltate le mie parole; perlomeno, non con lei. E' una conversazione vertiginosamente lenta, si mischiano l'uno dopo l'altro progetti, sentimenti, notti insonni, piccoli momenti di commozione; c'è tutto. E' un dialogo sincopato, in cui la fanno da padroni i due protagonisti con le loro piccole fissazioni, le preoccupazioni, che però devono lasciare spazio ai sogni di una vita, o di un anno intero (tra un po').
Ho dato tanto. Alla fine ho capito questo. E quel tanto rimane, per alcuni. Ed è vitale, per altri. In mezzo, l'insolito vecchio Joe, a zonzo per Milano alla guida del poderoso pickup. Come davvero non aveva mai fatto.