Al Di Là Del Risultato.
Mancano dodici secondi alla fine del primo periodo, anzi del primo drittel, come ama dire Silvietto; c'è un ingaggio in zona d'attacco, siamo sotto 3-0, mi giro verso la Meravijosa e il Parisien e sentenzio: facciamo gol adesso, e la riapriamo. Sguardi perplessi. Giuly guarda, guarda che adesso la mettiamo e riapriamo la partita. Il Parisien ride, è alla sua prima partita di hockey, è agitato, eccitato, incuriosito ed attratto da quei bei maschioni che si spintonano e se le danno senza tregua. La Meravija è tesa, quando il Milano perde è sempre una brutta serata, io cerco di raddrizzarla improvvisandomi veggente. E' come quando chiudi la prima vendita alle due del pomeriggio, hai presente? Sei disperato di essere a quota zero... ma poi magari ti entra un cazzo di russo alle sei del pomeriggio e ti lascia cinquemila euro così come niente fosse... bisogna sempre crederci! Anche la Meravija sorride, nel frattempo mi distraggo un secondo, vinciamo l'ingaggio, mancano cinque secondi, disco a Kinasewich, bel canadesone biondocchiazzurri (il nostro allenatore si chiama Adolf, ndr), il disco è dentro, è gol, è gol, è gol è gol è gol, 1-3 saltiamo tutti in piedi, la Meravija mi punta il dito contro: L'AVEVI DETTO CAZZO, L'HAI CHIAMATO! L'HAI CHIAMATO! Andiamo a prenderci una birra va'.
La partita scorre tra mille emozioni. Inizia il secondo drittel, è un assedio, traversa incredibile di Degon (che non è veneto ma americano), mi sbilancio nuovamente: Parisien, è maturo. Ora lo facciamo, è maturo. Meno di trenta secondi dopo, siamo ancora in piedi ad abbracciarci; 2-3, ancora Kinasewich, c'è tutto il tempo per recuperare, loro sono cotti e noi siamo arrembanti. Bisogna crederci.
Intanto cantiamo. E beviamo birra. Il Parisien è carico, rovescia mezza birra, gliene verso un po' della mia e lui la rovescia ancora. La Meravija soffre insieme a BigLuciano, quando improvvisamente Lutz dalla difesa lancia Marcellino Borghi sull'ala destra, disco in mezzo e tripletta di Kinasewich. Il boato che parte dalla curva investe l'Agorà, è un delirio, te l'avevo detto cazzo, te l'avevo detto che non era finita!, ora aspettiamo il russo che si compra mezzo negozio! E sono sorsate di birra e abbracci e cori d'incitamento. La Meravija insulta l'arbitro che cade da solo, in men che non si dica siamo ancora sotto, 3-4, ma recuperiamo nuovamente con il mio nuovo idolo Matt Ryan. Da quando l'abbiamo incontrato alle due di notte, a Capodanno, lo guardo con occhi diversi. Sarà che si è allungato per stringermi la mano, attraverso il finestrino, e mi ha sorriso mentre gli gridavo, da un metro di distanza, RAIAAAAAAN IU AR NAMBER UAAAAAAAAN! Sarà che è stato il primo giocatore ad avermi impressionato quest'anno, alla prima amichevole a metà settembre. Sarà quel che sarà, ci godiamo questa partita dall'esito incerto.
Il terzo periodo inizia male, nuovamente. Siamo meno arrembanti, certamente più stanchi di loro, e andiamo sotto un'altra volta: 4-5 ma non è mai finita, l'Asiago non ha ancora fatto i conti con Ryan Kinasewich, canadese di St. Albert, origini croate, compleanno un giorno prima del mio, sguardo furbo, mani d'oro, pattinata plastica, è poker personale, siamo 5-5. Il Parisien è più cotto dei giocatori in campo, BigLuciano se ne va, e con lui le speranze di portare a casa i tre punti. Lo sforzo profuso nel continuo rincorrere si fa sentire e scontro dopo scontro, ingaggio dopo ingaggio, cediamo il campo. In men che non si dica siamo sotto di due gol, provo a rincuorare il neo-tifoso rossoblu al mio fianco, non ti preoccupare, nulla è impossibile... è come un pullman di giapponesi che parcheggia di fronte al tuo negozio... entrano alle sei del pomeriggio e in un'ora ti lasciano giù quindicimila euro! Ma niente può più accadere. I ragazzi vengono caldamente applauditi durante il giro di campo finale, salutano, chiamo Ryan che risponde all'applauso e mi fa l'occhiolino, il bello di questi campioni è che rimangono chiaramente umili, come se si stupissero di tanto affetto. Mentre usciamo, sconfitti a testa alta, ridiamo e scherziamo, e dal palazzo si sentono le voci dei ragazzi in curva, che non smettono di cantare "ti seguo sempre, anche se perdi sempre, ti seguo sempre anche se perdi sempre non fa niente!". Lo spirito è quello giusto.
Se solo, ogni tanto, fossi capace di credere in me stesso così caparbiamente.
(Matt Ryan, l'uomo dell'occhiolino a fine partita, viene abbracciato dall'altro mio idolo assoluto, Jordan Knackstedt)
La partita scorre tra mille emozioni. Inizia il secondo drittel, è un assedio, traversa incredibile di Degon (che non è veneto ma americano), mi sbilancio nuovamente: Parisien, è maturo. Ora lo facciamo, è maturo. Meno di trenta secondi dopo, siamo ancora in piedi ad abbracciarci; 2-3, ancora Kinasewich, c'è tutto il tempo per recuperare, loro sono cotti e noi siamo arrembanti. Bisogna crederci.
Intanto cantiamo. E beviamo birra. Il Parisien è carico, rovescia mezza birra, gliene verso un po' della mia e lui la rovescia ancora. La Meravija soffre insieme a BigLuciano, quando improvvisamente Lutz dalla difesa lancia Marcellino Borghi sull'ala destra, disco in mezzo e tripletta di Kinasewich. Il boato che parte dalla curva investe l'Agorà, è un delirio, te l'avevo detto cazzo, te l'avevo detto che non era finita!, ora aspettiamo il russo che si compra mezzo negozio! E sono sorsate di birra e abbracci e cori d'incitamento. La Meravija insulta l'arbitro che cade da solo, in men che non si dica siamo ancora sotto, 3-4, ma recuperiamo nuovamente con il mio nuovo idolo Matt Ryan. Da quando l'abbiamo incontrato alle due di notte, a Capodanno, lo guardo con occhi diversi. Sarà che si è allungato per stringermi la mano, attraverso il finestrino, e mi ha sorriso mentre gli gridavo, da un metro di distanza, RAIAAAAAAN IU AR NAMBER UAAAAAAAAN! Sarà che è stato il primo giocatore ad avermi impressionato quest'anno, alla prima amichevole a metà settembre. Sarà quel che sarà, ci godiamo questa partita dall'esito incerto.
Il terzo periodo inizia male, nuovamente. Siamo meno arrembanti, certamente più stanchi di loro, e andiamo sotto un'altra volta: 4-5 ma non è mai finita, l'Asiago non ha ancora fatto i conti con Ryan Kinasewich, canadese di St. Albert, origini croate, compleanno un giorno prima del mio, sguardo furbo, mani d'oro, pattinata plastica, è poker personale, siamo 5-5. Il Parisien è più cotto dei giocatori in campo, BigLuciano se ne va, e con lui le speranze di portare a casa i tre punti. Lo sforzo profuso nel continuo rincorrere si fa sentire e scontro dopo scontro, ingaggio dopo ingaggio, cediamo il campo. In men che non si dica siamo sotto di due gol, provo a rincuorare il neo-tifoso rossoblu al mio fianco, non ti preoccupare, nulla è impossibile... è come un pullman di giapponesi che parcheggia di fronte al tuo negozio... entrano alle sei del pomeriggio e in un'ora ti lasciano giù quindicimila euro! Ma niente può più accadere. I ragazzi vengono caldamente applauditi durante il giro di campo finale, salutano, chiamo Ryan che risponde all'applauso e mi fa l'occhiolino, il bello di questi campioni è che rimangono chiaramente umili, come se si stupissero di tanto affetto. Mentre usciamo, sconfitti a testa alta, ridiamo e scherziamo, e dal palazzo si sentono le voci dei ragazzi in curva, che non smettono di cantare "ti seguo sempre, anche se perdi sempre, ti seguo sempre anche se perdi sempre non fa niente!". Lo spirito è quello giusto.
Se solo, ogni tanto, fossi capace di credere in me stesso così caparbiamente.
(Matt Ryan, l'uomo dell'occhiolino a fine partita, viene abbracciato dall'altro mio idolo assoluto, Jordan Knackstedt)
0 Comments:
Posta un commento
<< Home