BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

martedì, settembre 10, 2013

Intanto Aspetto Facebook.

Apro la finestra e guardo verso i palazzoni di via Missaglia; li fotografo spesso, ma questa sera sono andato in pausa un po' più tardi del dovuto ed è già quasi buio. Mangio due popcorn di fretta, ho un dente che mi sta facendo impazzire (commento di MominRochin: ma tu ne hai sempre una!) e ho perso troppo tempo alle macchinette. Non ho nessuno da chiamare, in questo primo giorno lavorativo post-ferie, che poi è anche il primo post-assunzione. Scruto il cielo e là in fondo, tra due torri grigie, la luna sembra sorridermi ma mi faccio illudere per poco. Nell'aria il profumo di Settembre mi rende lunatico; sono sempre intento a combattere l'ansia a colpi di malinconia, e va così anche oggi.

Certo che è brutto passare il quarto d'ora di pausa senza parlare con nessuno, ma so che dovrò fare un po' di fatica da qui in avanti e quindi voglio adeguarmi. Avrò anche soltanto un quarto d'ora, ma un quarto d'ora di pensieri ben assestati può cambiare la giornata. Ne sono consapevole da sempre. Viaggio allora indietro con i ricordi fino a Venezia e mi chiedo se non sia stato quello il vero nodo cruciale. Mi ci sono sentito solo, sperduto e abbandonato, o si è trattato solo di un attimo? Le ho mai realmente perdonato le parole ed i gesti di quella famosa notte? Ma non riesco a ragionare, mi annebbio, mi nascondo, giro gli angoli e mi semino tra una calle di ataviche paure ed un campiello di scuse non sincere; corro sul ponte dei miei musi lunghi e mi fermo ad osservare l'acqua che scorre nel canale della presunzione; viaggia più veloce che mai. Penso a quante cose avrei da dire, da chiedere, da approfondire, attanagliato dalla consapevolezza di non poter andare a fondo di ogni questione lasciata irrisolta, almeno per ora. Ma questo "per ora" è, fatalmente, un tempo indefinito, e ciò mi rende impossibile qualsiasi scelta, qualsiasi azione: non riesco a dormire, ma tanto nemmeno prima ci riuscivo; non ho fame, ma questo potrebbe essere un bene; lavoro male, ma anche perchè il rientro è sempre complicato; mi sento inquieto e basta, ma non è certo una grande novità.

In fondo penso che di tempo ce ne sia ancora, e tanto, per chiarire la montagna di questioni che mi frullano in testa; è il momento di richiudere la finestra dei ricordi e tornare in postazione. Come d'abitudine sbuffo, poi sorrido.

Oggi perfino Timoteo mi ha chiesto di te, ed io non ho saputo raccontargli la verità. E' troppo difficile.
Quasi quanto raccontarla a me.