BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

lunedì, settembre 16, 2013

Milano - Valpellice 1-2

Il risultato finale, che poi è l'unica cosa che conta anche se si tratta di un'amichevole, è Giulia che in tarda serata dichiara: mi è sembrata un po' da pazzi questa scelta. Controbatto: avresti mai detto, due anni fa, che avrei preso la macchina per andare a vedere l'hockey da solo? Dietro ogni presunto errore, a volte c'è un piccolo passo in avanti. Annuisce. Credo, ma lei non me lo dice, che sia un po' orgogliosa di questo mio tentativo.

L'atmosfera è sempre fantastica, in curva si canta che è un piacere, stringo mani e saluto volti noti e dopo sei mesi -dannata pausa estiva- la voglia di hockey è tanta per tutti. Chicco ci scalda mentre la partita comincia, da qui non riesco a seguire le trame di gioco ma se devo stare solo, perlomeno sto in curva e canto: di sedermi in tribuna non se ne parla. Silvietto mi ha abbandonato per seguire la Samp, che poi ha preso tre papocchie calde nel derby, e vabbè. Manca qualcun altro ma cerco di non pensarci, voglio farmi trasportare dai cori, dalle emozioni della partita, me lo sono autoimposto perchè se mollo anche l'hockey, proprio adesso, è la fine. Sono un po' orgoglioso di questo mio tentativo.

Il primo periodo fila via senza colpi di scena; ci sono anche i tifosi della Valpe, che accogliamo al grido "dove cazzo è TorrePellice?". I ragazzi della curva sfoggiano la nuova felpa, spettacolare, ne voglio una. Ma il dubbio che sta cominciando a divorarmi è: ok, hai l'abbonamento in tasca, hai la passione, hai la voglia, hai due sciarpe, una maglia da gioco ufficiale, avrai la felpa... ma al palazzo con chi ci vai? Un dubbio non da poco, ma comincia il secondo periodo e non ci si può mica perdere via così. Mi sono bevuto una birretta per caricarmi, ma non sta facendo effetto.

Il rituale prevede che nel secondo periodo il portiere avversario (tal Jeff Frazee nell'occasione) si posizioni sotto la curva e venga quindi subissato di fischi ed improperi; il rito non viene accantonato. Chicco sfodera dal suo repertorio ogni tipo di insulto possibile, c'è goliardia ed entusiasmo, ma non riesco a togliermi le paure, a scrollarmi tutto di dosso. Incontro Brunone e scambio quattro parole, ma comincio a a sentire che questo non è il mio posto. Non stasera, non adesso. La fine del secondo periodo è vicina, la fine della mia serata anche. Chicco non lo sa, quando intona il coro che mette fine alle mie speranze di sfidare il tabù: sembra impossibile... che segua ancora te... questa è una malattia che non va più via! Vorrei andar via, vorrei andar via di qua, MA NON RESISTO LONTANO DA TE!!!

E sembra impossibile anche provare a spiegare quante e quali emozioni racchiudano queste parole; cantarla insieme ci riportava ai nostri giochi di sguardi, io e lei persi nella notte dei tempi, o del dundas, quando tutto doveva ancora accadere; prima di scoprirci follemente innamorati, prima di volerci provare, prima di quel discorso nel parcheggio del Lops, prima di quel risveglio mattutino in macchina. Prima di tutto. Scoppio a piangere, anche se il Bagnino non è d'accordo, poi scappo, la chiamo, mi prendo tutta la pioggia fino alla vietta dove ho parcheggiato là in fondo, e me ne vado a casa. Per la prima volta nella mia vita, vado via prima della fine della partita. Anche se era soltanto un'amichevole, sento il peso di una sconfitta piuttosto amara.


Ma almeno due periodi li ho visti, blatero piagnucolante al telefono. Forse la mia vita è tutta così... mi impegno, mi affanno... ma poi arrivo a due terzi dall'obiettivo... che inevitabilmente mi scappa via.