Anche i Caciocavalli Hanno Fretta
Il pacchetto di Fonzies è un regalo inaspettato, lo ammetto. Per il momento, per il pensiero, per l'orario, per il turbolento finale di nottata. Ma lo accetto ben volentieri e rifletto su quanto sia facile a volte stabilire un contatto, un legame, anche e soprattutto quando l'alba non sta rischiarando l'orizzonte, che si è fatto cupo all'improvviso.
La nottata, prima di esser tale, era nata aperitivo, caldo e zanzaroso, per poi sfociare con disarmante ma prevedibile naturalezza in serata; un paio di birrette poi corriamo dal vecchio e caro Frigo, compare di mille sventure, lasciato consulente nullafacente, ritrovato imprenditore di successo o presunto tale. Al Vinyl riusciamo a pagare il primo giro (pardon, riesce), il resto è un turbine di cocktail a carico del proprietario, da sempre buono come un gin tonic ma irremovibile riguardo le questioni fondamentali dell'esistenza (offrirmi da bere, per l'appunto).
Troviamo un bel posticino tranquillo in mezzo all'insensata baldoria, la birra nel frattempo si è trasformata in mirto e le chiacchiere sono diventate grasse risate. Frigo è sempre stato un intrattenitore sui generis, non certo un provocatore alla Man on the Moon ma un catalizzatore di eventi fortuiti, a volte evitabili a volte imprevedibili; il finale a locale chiuso mi porta alla mente ricordi antichi e preziosi, Papillon in sottofondo mi fa venire voglia di cantare, sono carico, sono allegro, sono felice, lo ripeto in continuazione e il mio Diamante fa brillare il suo sorriso, annuendo. Ce ne andiamo perchè la notte, saggia e paziente, ci sta aspettando. Da ore, giorni, forse settimane. Aspetta me. Aspetta noi.
Non abbiamo fretta di arrivare all'appuntamento, nè noi nè il nostro sconsiderato tassista, che non conosce le strade di Milano ma compensa con una sfavillante simpatia; la fretta non porta niente di buono, la fretta dà un'immagine non veritera, la fretta mi ha sempre mandato in paranoia, la fretta ce l'ha il caciocavallo che vuole finire a tutti i costi dentro il suo panino con la salamella, la fretta non mi appartiene ed è per questo che ho sempre cercato di non mettere pressione in quel senso. L'ho apprezzato, devo ammetterlo; sono parole dolci, delicate, che mi lasceranno insonne. Ha notato, ha capito, ha apprezzato.
E allora mi presento, in questa notte che avevamo a lungo aspettato; non voglio più autodistruggermi. Il resto sono oltre due ore di chiarimenti, ammiccamenti, dichiarazioni d'intenti, sentimenti. Ma è passato un secondo ed è già ora di scappare.
Sembri Topolino, con il naso tutto nero.
La dolcezza, devo dirlo, proprio le appartiene.
La nottata, prima di esser tale, era nata aperitivo, caldo e zanzaroso, per poi sfociare con disarmante ma prevedibile naturalezza in serata; un paio di birrette poi corriamo dal vecchio e caro Frigo, compare di mille sventure, lasciato consulente nullafacente, ritrovato imprenditore di successo o presunto tale. Al Vinyl riusciamo a pagare il primo giro (pardon, riesce), il resto è un turbine di cocktail a carico del proprietario, da sempre buono come un gin tonic ma irremovibile riguardo le questioni fondamentali dell'esistenza (offrirmi da bere, per l'appunto).
Troviamo un bel posticino tranquillo in mezzo all'insensata baldoria, la birra nel frattempo si è trasformata in mirto e le chiacchiere sono diventate grasse risate. Frigo è sempre stato un intrattenitore sui generis, non certo un provocatore alla Man on the Moon ma un catalizzatore di eventi fortuiti, a volte evitabili a volte imprevedibili; il finale a locale chiuso mi porta alla mente ricordi antichi e preziosi, Papillon in sottofondo mi fa venire voglia di cantare, sono carico, sono allegro, sono felice, lo ripeto in continuazione e il mio Diamante fa brillare il suo sorriso, annuendo. Ce ne andiamo perchè la notte, saggia e paziente, ci sta aspettando. Da ore, giorni, forse settimane. Aspetta me. Aspetta noi.
Non abbiamo fretta di arrivare all'appuntamento, nè noi nè il nostro sconsiderato tassista, che non conosce le strade di Milano ma compensa con una sfavillante simpatia; la fretta non porta niente di buono, la fretta dà un'immagine non veritera, la fretta mi ha sempre mandato in paranoia, la fretta ce l'ha il caciocavallo che vuole finire a tutti i costi dentro il suo panino con la salamella, la fretta non mi appartiene ed è per questo che ho sempre cercato di non mettere pressione in quel senso. L'ho apprezzato, devo ammetterlo; sono parole dolci, delicate, che mi lasceranno insonne. Ha notato, ha capito, ha apprezzato.
E allora mi presento, in questa notte che avevamo a lungo aspettato; non voglio più autodistruggermi. Il resto sono oltre due ore di chiarimenti, ammiccamenti, dichiarazioni d'intenti, sentimenti. Ma è passato un secondo ed è già ora di scappare.
Sembri Topolino, con il naso tutto nero.
La dolcezza, devo dirlo, proprio le appartiene.