La Malinconia del Ritorno da Travedona è la Più Imponente Tra Tutte le Malinconie.
a Bianca, per ogni nuvola di panna montata
Le prime curve sono uguali per tutti, ci si lascia il cancello alle spalle, comincia la discesa, l'appena vissuto lascia spazio ai ricordi sfocati ma mai perduti, quante volte l'abbiamo fatta in bicicletta?, ma poi sono tre curve e niente più, alla fine di via Ugo Foscolo ci si immette sulla destra; qualche dosso, la mia passeggera fa in tempo a ricordarmi che devo accendere i fari poi si addormenta.
Mi aspetta un'oretta da solo, ma non si è mai realmente soli nei rientri da Travedona.
Conosciamo noi stessi
Sbuffo, as usual, per i mille patimenti che mi affliggono tra un casello e l'altro, che l'ansia mi domina senza tregua anche se una tregua, pardon uno scudo, pardon un'arma letale, è il mio amore treenne che ronfa sul seggiolone. Con te mi sento coraggioso, con te non ho paura di niente le ho scritto una volta in un altro diario segreto, e devo ammettere con un pizzico di orgoglio che se penso a sei anni fa, al Mas Que Nada e tutto quanto, di passi avanti ne abbiamo fatti parecchi.
Nel marasma della caccia al tesoro, delle corse nel prato e dei mille giochi in cui vengo trascinato, trovo tempo per qualche sguardo fugace; ma amorevole, come quello della Sylvie, ancora lei, o incoraggiante come quello del Bagnino, o di sincera ammirazione come quello del Polpettino, che riesce sempre a essere uno dei miei tifosi più convinti.
solo fin dove
Passa un riccio, passano gli elicotteri, staranno tornando da Monza?, passano gli aerei, quello là in alto è piccolissimo e tu ti domandi come mai; perchè è lontano, spiega la Sylvie ridacchiando, perchè è molto molto in alto, provo a specificare; passano birre, salamelle e calici di Malbec, passano anni, fidanzate, amici vecchi e nuovi; passano le stagioni della nostra vita e io mi ritrovo a gironzolare per questa casa che è sempre perfetta perchè ha sempre qualcosa fuori posto; a volte un cuscino, a volte un quadro, a volte un capodanno fotonico, a volte un'alba del luglio '96.
Travedona significa ricordarsi, e poi ritrovarsi, e poi rinascere. Da sempre.
siamo stati messi alla prova.
Cerco di resistere alle emozioni forti e mi concentro sui profumi, su questi orizzonti mai abbandonati, su questa finestrella su cui avevamo appoggiato un foglio con la scritta BERTI VIKINGO, e mi godo ogni istante di questa gita; mi riempio della tua vitalità, dei tuoi sorrisi e dei tuoi baci, non penso a niente e assecondo Robbie fin quasi all'ultimo, quando decide che è ora di Nightswimming, allora calo l'occhialata e mi rifugio in casetta; il pianoforte è una tentazione irresistibile e io ti ci accompagno di corsa, così nessuno può vedermi, ti stringo ti abbraccio ti bacio anche se mi chiedi di metterti giù. Provo a chiedermi da dove arrivano queste due lacrime e posso solo rispondermi da lontano, da molto molto in alto.
E così siamo arrivati a destinazione, ti svegli sorridendo, io resto con questo magone qua ancora un po', sono volate queste ore passate insieme, sono volati questi sei anni e chissà che non si possa davvero, davvero ricominciare.
Anche Wisława Szymborska appartiene a questo luogo.

1 Comments:
At 11 settembre, 2025 02:48,
Anonimo said…
Ben tornato! ValeRoga
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