BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

giovedì, luglio 29, 2010

Sfogliando Foto Su Feisbuk

Mi piace non avere voglia.
Non mi piace constatare che il tempo è passato.

domenica, luglio 25, 2010

Dopo La Sangria

E allora se ieri sera ci fosse stato il Bagnino (ma suvvia, in fondo c'è stato via Skype, prima, e con l'anima, dopo) l'avrei preso in disparte, dopo la sangria e prima di tornare a casa, e gli avrei chiesto cosa ne pensava.

Fez, ma te la ricordi quella nostra vacanza a Travedona nel '96? C'è anche Claudio stasera, ci siamo tirati scemi con le solite battutine, niente è cambiato. Lasciamo da parte la nostalgia, i bei tempi e tutto quanto, focalizziamoci solo su quel momento. Io, te, noi, il sole, il prato immenso, gli ultimi due giorni li passiamo insieme ai tuoi e alle tue sorelle. Eccolo, eccolo il ricordo. Serena ormai ha quasi sei anni, e tra poco invece è il compleanno di Stefy; ne fa quattro. Sgambettano nel prato, William tenta di farci sgobbare, vorrei rimanere qui altri sei mesi, senza cellulari senza pc e praticamente senza televisione (abbiamo provato a guardare la cerimonia d'inaugurazione dei Giochi Olimpici ma non c'è stato modo)... ma dobbiamo tornare. Stefy e i suoi quattro anni da compiere, e sembra ieri, accidenti a noi.


Ora sono diciotto.


So che ne riparleremo, appena tornerai. Ci metteremo in disparte, ci abbracceremo, e cercheremo di non farci sopraffare dalla malinconia.


Ieri sera c'eri anche tu davvero.

mercoledì, luglio 21, 2010

Se Scappi, il Sole Ti Insegue.

C'è qualcosa di strano in questo ufficio, ed è che di giorno è tetro come la notte, poi alle otto di sera esce il sole e sembrano le sette del mattino. Così ti vien più voglia di lavorare, dice il mite Diego, un uomo nato per non comandare; io sorrido, poi rido, poi sorrido ancora, vorrei rispondere ma taccio, scoppio ancora in una risata. Cazzo, è proprio vero comunque, qui è tutto al contrario, alle nove del mattino c'è l'ombra dappertutto, poi mentre la giornata sta scemando il sole ti insegue, ti viene a prendere fin dentro all'atrio, non ti dà tregua.

Ma sono le persone, le anime, a fare la differenza. Sempre. Eravamo partiti a metà aprile con la mia espressione scazzata e scazzosa, scoglio superabilissimo, scudo sentimentale, scelta sociale; abbiamo proseguito con aperitivi di confronto, telefonate notturne, bigiate Aquatiche. E siamo arrivati a legarci l'uno all'altro, come non avrei mai pensato nè sperato, tre mesi fa come non mai. Oggi le idee che mi frullano in testa sono un milione, ma non posso esplicitarle, chè ferirei i miei compagni di sventura. Vorrei soltanto capire cosa fare ad Agosto, riprendere un po' di carica, poi spingermi fino a Natale, fino all'Oceano Indiano, fino ad Anse Royale.


Rimpiango i tempi andati ed antichi, ma non ho più la forza malinconica di una volta; tendo a dimenticare, o meglio, a sminuire. Il peso del ricordo degli eventi recenti mi schiaccerebbe inesorabilmente; mi addormento più sereno da qualche mese, non penso più a me stesso ogni minuto della mia vita, tutto ciò comincia ad avere un senso, credo. E' sempre tempo di bilanci, certo, ma le scelte dell'ultimo periodo mi hanno aiutato eccome. Continuo, per non sbagliarmi, a vedere la vita a due colori; il nero, perchè mi mette allegria. E il fucsia, che va con tutto.


Una specie di eterno PGold. Tanto, il ritmo lo si prende ballando. E i cattivi pensieri spariscono.

domenica, luglio 18, 2010

And The Law Won.

Sto tornando a casa in una domenica da pazzi, per il caldo e per l'attesa (vogliamo dire l'ansia) degli impegni dei prossimi due giorni. Mi sono gustato un cielo da brividi, non sembra neanche Milano, lo dico ma non lo penso, perchè in fin dei conti di Milano sono innamorato anche perchè ogni tanto regala dei colori così.
Mi bevo un cocacolone in post-serata, la Morosona è alle prese con libri, costumi e pareo; beata lei. Domani è un gran giorno, oh sì, mentre io divido caldo e ventilatore col Morosona's Brother. Sono chiacchiere leggere, nonostante questo orecchio maledetto che non mi dà tregua da una settimana ormai.

Allora sono arrogante sul mio timido pick-up, e quando arrivo in Tirana decido che no, non ho voglia di tornare a casa; mi faccio un giro. Passo allora davanti al Dundas, butto un occhio ma è domenica sera, cosa spero di trovare? Proseguo per stradine e semafori conosciuti anni e anni orsono, e mai più abbandonati (seppur poco frequentati). Penso alle persone lontane, a Jodie, a TommyBoy, alle vite degli altri, ai destini che si incrociano ed a volte si separano, al luglio di due anni fa, con la Morosona in montagna e Ermes che mi sfidava ogni sera alla play. Un luglio clamoroso, quello del 2008; e ci voleva, visto l'apocalittico luglio '07 (sul quale taccio). E oggi, Joe, quale bilancio in questo afoso, umido, de-bagninizzato luglio '10? E' strano da dire, ma certe cose non cambiano mai. Il Dundas, luogo degli incontri più imprevedibili e sconvolgenti, da sempre patria di disperazione ed allegria; i mille compleanni da festeggiare, tutti importanti. Le vacanze da prenotare senza una minima idea, il cielo delle nove di sera e quello delle sei del mattino; i sedici week-end consecutivi in compagnia della Sylvie, ovviamente, gli sbattimenti lavorativi ed il poco tempo da dedicare al blog. Qualcosa di nuovo c'è allora, in questo eterno ritorno di buoni pensieri e cattive azioni. Questo è Joe targato 2010, una sorpresa dietro ogni angolo, uno sclero dopo ogni errore, un progetto in cui credere per la prima volta dopo nove anni. Ci sto davvero credendo. E ancora non ci credo.

giovedì, luglio 15, 2010

Un 15 Luglio Al Rovescio

Ci sono parole che colpiscono, anche (e forse soprattutto) quando arrivano con otto anni di ritardo.
Ci sono capitoli che si chiudono, lasciando spazio a pagine bianche tutte da scrivere.

Ci sono giorni in cui si è costretti a ripensare a ciò che siamo, ma soprattutto alla strada che abbiamo percorso; i successi, i fallimenti, gli infiniti rovesci della fortuna.

Ci sono giorni come il 15 luglio, per esempio.

Dopo otto anni, le parole sono arrivate.

Colpito e affondato.


"
Sappi che ho una grande stima di te. Sei stato presente in un mio momento difficile che anche per te dev'essere stato cruento. Prima o poi saprò sdebitarmi."

Ma forse già l'hai fatto.

sabato, luglio 10, 2010

C'è Qualcuno Che Rema Contro.

Le storie del Dundas si assomigliano tutte, a volte stancano a volte invece mi rapiscono, come le canzoni dei Cranberries, o come il blues in genere, che prima t'intrippa poi dopo dieci minuti non ne puoi più. Quando arrivo e la serata è tranquilla ripenso sempre all'insegnamento di Marietto (che fine avrà fatto?), "l'ultima volta che ho fatto il bravo ho preso dieci anni", ed il senso sta tutto lì.

C'è Jeffrey che sclera col Patatone e si produce in una serie di blasfemie al limite dell'imbarazzante; non si sa quale sia il motivo della contesa, ma il Patatone sa essere davvero pesante, e pressante, alle volte. Capisco Jeffrey, oh sì. Poi arriva Pianeta, offrimi un Southern, mi tira un paio di pugni come da rituale virile e ormai virale; tieni le chiavi e vai a prendere CrisBandiera. Toh, vai. Non ho il tempo di inventare scuse, ho le chiavi in mano punto e stop, non ci sono discussioni. Pianeta sale con me, traffica col cruscotto, poi scende, ora puoi andare. Ma dove? Cazzo io odio guidare ste macchinette del cazzo, mi trovo bene soltanto con il mio arrogante pick up (la Sylvie qualche giorno prima aveva dichiarato: "stai proprio bene sul pick up"). Vai, è qui al Mac, vai a prenderlo e fammi benzina, toh, e allunga gli eurini. Ma come al Mac, cazzo, ma è qui dietro. CrisBandiera non ce la fa a camminare, è caduto con lo scooterone nuovo di pacca, ma zio cantante dico io, ma come cazzo si fa. Prendo e vado. Taaac dopo pochi minuti sono di ritorno, siamo di ritorno, ed è un vortice di telefonate, sms, Carlsberg in bottiglia e shottini di vodka alla menta. Sento Jefferson, l'uomo ciondolante, la Morosona almeno dieci volte, chissà dov'è finita la Sylvie, a che punto è comparsa?, a che punto è sparita?, non posso ricordare nulla se non il finale, alcolico e onirico, con Pianeta ed il buon Silvietto, l'uomo che dal 1994 non si tira mai indietro.


Anche il Patatone a un certo punto è ricomparso, assillando chiunque gli capitasse parlando di Pato che se ne va via a Mexes e fa il colpo sotto a Doni: quell'uomo sa essere di un'insistenza clamorosa. E quando il buio si fa più profondo, quando le anime del Dundas svaniscono nel consumo di alcolici, allora il Patatone tira fuori la sua massima di vita preferita; quella che maggiormente lo contraddistingue, l'unica, tra le tante che utilizza, che abbia davvero un senso anche al di fuori di questo luogo oscuro. "Che brutta fine che abbiamo fatto", con il suo tono malinconico, ironico, auto-colpevolizzante. Le storie del Dundas si assomigliano tutte, è vero, eppure, ne sono sicuro, non ce n'è una uguale all'altra.

sabato, luglio 03, 2010

Momento Di Tristezza