domenica, ottobre 31, 2010
giovedì, ottobre 28, 2010
Come Mi Sento Stasera
Quando sull'autobus tutti i posti a sedere sono occupati, e tu sei l'unico in piedi.
martedì, ottobre 26, 2010
lunedì, ottobre 25, 2010
domenica, ottobre 24, 2010
Vediamo Un Po'.
L'ansia della domenica sera, l'Inter che pareggia, le parole del Bagnino alla Serata Supereroi. La pioggia, i pensieri, e una settimana da brivido che sta per cominciare. Eh eh eh.
giovedì, ottobre 21, 2010
C'è Un Bel Sole Che Attutisce L'Ansia
Spiegare l'atmosfera dell'ufficio alle tre del pomeriggio di un giovedì di Ottobre, a pochi giorni dalla fine del mese, non è semplicissimo. Dopo una riunione così, poi. Dopo i discorsi a pranzo (che Frigo ha offerto), poi. Dopo il Settembre amaramente nero, e magro, che si è protratto oltremodo, minando ogni certezza. Allora obbligo il buon Frigo ad accompagnarmi alle macchinette, ce l'hai la chiavetta Frigo?, perchè non ce l'hai?, cosa cazzo ti serve se poi la lasci a casa? Frigo sorride, annuisce, conosce le mie intemperanze ma sa che scherzo (quasi sempre). Chiedo a Vanessa, va', la donna PickUp (non per via della macchina, ma per la merendina di cui è ghiotta). Frigo intanto va in giro a cercare venti centesimi, che possono servire, ma quando torna ormai ho già preso l'acqua per MissPickUp e il tè alla pesca pour moi. Torniamo alle nostre scrivanie a far finta di telefonare, dai.
Jefferson è fuori, il GrandeFalco è a Parma e non tornerà, pare si sia dimesso; come Juanin, che doveva accompagnarci ad Amsterdam ma poi si è perso via. Anche il CiccioBombo di Rozzano ci ha lasciati oggi pomeriggio, e mi sono sentito utile perchè doveva andare in via d'Alviano. Ma figa, scendi a BandeNere no?
Bevo, penso, giochicchio con la bottiglia, offro un sorso al mio compare di sventura; mi offrì il pranzo anche la prima volta che ci parlammo, si era alla metà di Aprile. Ci sedemmo sul muretto, impacciati nei nostri abiti ed insicuri sul da farsi. Cos'è cambiato, oggi? Siamo più tranquilli in giacca e cravatta, se è vero che due settimane fa mi sono sdraiato su una panchina per dormire usando la giacca come cuscino (Frigo ha le foto).
All'improvviso gli pongo la fatidica domanda: hai mai provato a bere, o mangiare qualcosa, tappandoti il naso? Lo sai che non senti i sapori? Lui comincia a ridere, pensa che io lo stia prendendo in giro, non ci crede, e meno ci crede più vorrebbe provare, ma sa che provare vorrebbe dire esporsi al pubblico ludibrio, o semplicemente ad uno dei temibili scherzi di cui sono capace. Dai, prova, cazzuto di merda, dai! Allora il buon Frigo cede alla tentazione, assaggia il tè alla pesca, che secondo me sa di aceto scaduto, tappandosi il naso; ride, è vero, cazzo è vero, non si sentono i sapori, ma come mai? Inizia allora una spasmodica ricerca su internet; è euforico, curiosissimo, un fiume in piena. Chiamiamo il Laureato, gli chiedo delucidazioni ma la risposta è laconica: eh cazzo, ok sono laureato, è vero, ma in Storia! Ma vai affanculo, gli rispondo, hai perso una vita a studiare, cazzo, ti sei laureato, e non sai ste cose! Oggi di lavorare non se ne parla proprio.
Torno allora alla mia poltrona, guardo fuori, c'è un bel sole che attutisce l'ansia; Frigo trova la risposta che cercava, tutto baldanzoso comincia a spiegarmi tutto quello che ha appena scoperto, gli aromi, la bocca, i sapori, le papille gustative e via dicendo, ripetendo ossessivamente la parola flavour e chiedendomi ogni due secondi cosa voglia dire.
Ed è a questo punto che mi torna in mente il fantastico incipit di "We Come 1", marasma elettronico di Faithless, che parte dalla voce calda e calma di Maxi Jazz per trasformarsi in un boato di acuti digitali e percussioni avvolgenti. All the subtle flavours of my life have become bitter seed, and poisoned leaves, without you.
Allora sgrano gli occhi, rimango a bocca aperta: ecco cos'è successo quando ci siamo conosciuti, quando ci siamo parlati per la prima volta su quelle poltrone nere alla White! Stavo vivendo col naso tappato, il che mi impediva di assaporare ogni cosa. Che fosse dolce come un rimpianto, o velenosa come l'amore; che avesse il gusto intenso di un abbandono o mandasse segnali estasianti al cervello come una fugace conquista al primo sguardo. Torno con la mente a quella notte, mi sembra di rivedere quel cielo stellato, e mi accorgo, finalmente, di quello che è successo; ho tolto la mano, ho tolto il tappo. Forse non ero pronto. Perchè non si è mai pronti, in fondo. Ma tornare ad immergermi nei sapori, anche quelli più delicati, più sottili, è stato il regalo più grande che potessi farmi.
Frigo continua a chiedermi spiegazioni, ma gli intimo di finirla perchè mi sono stufato. Accompagnami in bagno e spiegami come si fa quel nodo alla cravatta. Poi potremo andarcene a casa. Sono le quattro del pomeriggio; non abbiamo combinato un bel niente, ma la giornata... è di quelle da ricordare.
Jefferson è fuori, il GrandeFalco è a Parma e non tornerà, pare si sia dimesso; come Juanin, che doveva accompagnarci ad Amsterdam ma poi si è perso via. Anche il CiccioBombo di Rozzano ci ha lasciati oggi pomeriggio, e mi sono sentito utile perchè doveva andare in via d'Alviano. Ma figa, scendi a BandeNere no?
Bevo, penso, giochicchio con la bottiglia, offro un sorso al mio compare di sventura; mi offrì il pranzo anche la prima volta che ci parlammo, si era alla metà di Aprile. Ci sedemmo sul muretto, impacciati nei nostri abiti ed insicuri sul da farsi. Cos'è cambiato, oggi? Siamo più tranquilli in giacca e cravatta, se è vero che due settimane fa mi sono sdraiato su una panchina per dormire usando la giacca come cuscino (Frigo ha le foto).
All'improvviso gli pongo la fatidica domanda: hai mai provato a bere, o mangiare qualcosa, tappandoti il naso? Lo sai che non senti i sapori? Lui comincia a ridere, pensa che io lo stia prendendo in giro, non ci crede, e meno ci crede più vorrebbe provare, ma sa che provare vorrebbe dire esporsi al pubblico ludibrio, o semplicemente ad uno dei temibili scherzi di cui sono capace. Dai, prova, cazzuto di merda, dai! Allora il buon Frigo cede alla tentazione, assaggia il tè alla pesca, che secondo me sa di aceto scaduto, tappandosi il naso; ride, è vero, cazzo è vero, non si sentono i sapori, ma come mai? Inizia allora una spasmodica ricerca su internet; è euforico, curiosissimo, un fiume in piena. Chiamiamo il Laureato, gli chiedo delucidazioni ma la risposta è laconica: eh cazzo, ok sono laureato, è vero, ma in Storia! Ma vai affanculo, gli rispondo, hai perso una vita a studiare, cazzo, ti sei laureato, e non sai ste cose! Oggi di lavorare non se ne parla proprio.
Torno allora alla mia poltrona, guardo fuori, c'è un bel sole che attutisce l'ansia; Frigo trova la risposta che cercava, tutto baldanzoso comincia a spiegarmi tutto quello che ha appena scoperto, gli aromi, la bocca, i sapori, le papille gustative e via dicendo, ripetendo ossessivamente la parola flavour e chiedendomi ogni due secondi cosa voglia dire.
Ed è a questo punto che mi torna in mente il fantastico incipit di "We Come 1", marasma elettronico di Faithless, che parte dalla voce calda e calma di Maxi Jazz per trasformarsi in un boato di acuti digitali e percussioni avvolgenti. All the subtle flavours of my life have become bitter seed, and poisoned leaves, without you.
Allora sgrano gli occhi, rimango a bocca aperta: ecco cos'è successo quando ci siamo conosciuti, quando ci siamo parlati per la prima volta su quelle poltrone nere alla White! Stavo vivendo col naso tappato, il che mi impediva di assaporare ogni cosa. Che fosse dolce come un rimpianto, o velenosa come l'amore; che avesse il gusto intenso di un abbandono o mandasse segnali estasianti al cervello come una fugace conquista al primo sguardo. Torno con la mente a quella notte, mi sembra di rivedere quel cielo stellato, e mi accorgo, finalmente, di quello che è successo; ho tolto la mano, ho tolto il tappo. Forse non ero pronto. Perchè non si è mai pronti, in fondo. Ma tornare ad immergermi nei sapori, anche quelli più delicati, più sottili, è stato il regalo più grande che potessi farmi.
Frigo continua a chiedermi spiegazioni, ma gli intimo di finirla perchè mi sono stufato. Accompagnami in bagno e spiegami come si fa quel nodo alla cravatta. Poi potremo andarcene a casa. Sono le quattro del pomeriggio; non abbiamo combinato un bel niente, ma la giornata... è di quelle da ricordare.
martedì, ottobre 19, 2010
Mi Sono Sempre Piaciute Le Recensioni Di Questo Tizio. Ma Non Si Occupa Più Di Cinema?
"Giunti al terzo episodio della saga, diventa sempre più evidente come la resa cinematografica non renda onore allo sforzo letterario della Meyer. Il suo personaggio clou, Edward, amato ed idolatrato dalle lettrici di ogni parte del globo, al cinema non è nient’altro che un belloccio sempre corrucciato, con quell’aria appesa e l’ardore di un vecchio di novantanove anni (in effetti è ultracentenario, l’immortale!). La rivalità con Jacob regala spunti esilaranti: il fisicato ragazzo-lupo infatti si gioca al meglio le sue carte, con ironia, coraggio, sprezzo del pericolo. Corteggia la sua amata cercando di conquistarla in ogni modo; dall’altra parte invece il nulla totale. E’ questo che accade nel libro? Probabilmente sì, ma la forza del romanzo sta nell’indurre gli appassionati a parteggiare ugualmente per il vampiro, che al cinema risulta invece impotente e succube della sua fidanzata. Un disastro totale. Da questo equivoco deriva tutta una serie di considerazioni poco edificanti per l’opera cinematografica, che risulta piatta, abulica, quasi banale (gli spunti sono veramente pochi, ed ovviamente rendono onore alla poetica dei lupi). Siccome la realtà dei fatti parla di un chiaro successo di Twilight dal punto di vista editoriale, dobbiamo pensare che il vero Edward sia quello delle pagine dei libri, e non questa pallida e asciutta imitazione. Come nei precedenti due film quindi, salgono alla ribalta le scelte riguardanti la fotografia, gli scenari e la colonna sonora. Il prodotto, come al solito, è confezionato alla perfezione. Ma la scatola, una volta aperta, è tragicamente vuota."
lunedì, ottobre 18, 2010
Tutto Bene Fino Alla Fine.
Poi, mentre nella saletta davanti alle zie, ai vecchiardi e a tutto il resto, partiva il trenino col disco samba, sono uscito per riprendere fiato. Ho preso una boccata d'ossigeno, di quelle liberatorie ed opprimenti allo stesso tempo. Ho visto le facce sorridenti, e imbarazzate, e un po' ubriache, e mi sono nascosto fingendo di telefonare. Poi ho davvero chiamato la Morosona, ed in quel momento è apparsa la Sylvie, anche lei al telefono. Pioveva, certo, e faceva un po' freddo. Ma io sentivo che dovevo uscire, dovevo respirare, dovevo non pensare. A questo punto, mi sono detto tra me e me, è meglio tornare a casa.
E così, in fondo, è stato.
E così, in fondo, è stato.
domenica, ottobre 17, 2010
E' Una Storia, Forse.
La verità è che quella volta non volevo nemmeno salire a Travedona. E' un po' complicato spiegare il perchè, ma nel giugno del 1999 le cose stavano così. Il Bagninazzo riuscì lo stesso a convincermi: passò qualcuno a prendermi, io mi feci trovare in BandeNere insieme ad un altro tizio che penso di non aver più rivisto. Lo sbattimento era totale. Una volta arrivato, mi lasciai contagiare dall'atmosfera di festa, ma la sensazione di essere il classico pesce fuor d'acqua prese il sopravvento con il passare delle ore. Non fu traumatico abbandonare la compagnia e mettermi a nanna. Il buon Bagninazzo, neo diciottenne, mi aveva riservato una camera con letto matrimoniale (a volte succede). Salii in stanza allora, sapendo che avrei poi dovuto dividere il letto con qualcuno. Chiusi gli occhi e mi assalirono i fantasmi che avevo lasciato a Milano, dall'interrogazione su Dante alla fidanzata che non mi aveva accompagnato a Trave. Mi addormentai.
Nel cuore della notte, un rumore mi sveglia. Mi alzo di scatto ma è tutto fermo, immobile. Poi mi giro e vedo di fianco a me questo ragazzetto che dorme, immobile, a pancia in su con la maglia del Parma. Davidino, sei riuscito ad aggiudicarti un prezioso posto letto! Ma io non so ancora chi è costui. Penso solo a dormire, a scacciare i pensieri, l'ansia, il senso di inadeguatezza.
Oggi, a undici anni di distanza, non posso forse dire ancora chi sia veramente "costui". Ma so che sono stato felice, ieri. Felice di esserci, a differenza di quella volta lontana. Davidino non aveva la maglia del Parma ieri, anche se avrebbe voluto indossarla, ne sono certo. Non volevo proprio perdermelo, questo matrimonio. Anche se a un certo punto, durante la cerimonia, ho pensato che ci avrebbero sbattuto fuori dalla chiesa (mi prendo le mie responsabilità, ma ammetto che col Varano, Nick e TDC riuscire a rimanere seri è un'impresa al limite dell'umano). Dettagli. La mia storia di Davidino, in fondo, è tutta qua.
Ma chissà poi perchè Audrey non mi accompagnò, quel weekend. Quasi quasi ora la chiamo e glielo chiedo.
Nel cuore della notte, un rumore mi sveglia. Mi alzo di scatto ma è tutto fermo, immobile. Poi mi giro e vedo di fianco a me questo ragazzetto che dorme, immobile, a pancia in su con la maglia del Parma. Davidino, sei riuscito ad aggiudicarti un prezioso posto letto! Ma io non so ancora chi è costui. Penso solo a dormire, a scacciare i pensieri, l'ansia, il senso di inadeguatezza.
Oggi, a undici anni di distanza, non posso forse dire ancora chi sia veramente "costui". Ma so che sono stato felice, ieri. Felice di esserci, a differenza di quella volta lontana. Davidino non aveva la maglia del Parma ieri, anche se avrebbe voluto indossarla, ne sono certo. Non volevo proprio perdermelo, questo matrimonio. Anche se a un certo punto, durante la cerimonia, ho pensato che ci avrebbero sbattuto fuori dalla chiesa (mi prendo le mie responsabilità, ma ammetto che col Varano, Nick e TDC riuscire a rimanere seri è un'impresa al limite dell'umano). Dettagli. La mia storia di Davidino, in fondo, è tutta qua.
Ma chissà poi perchè Audrey non mi accompagnò, quel weekend. Quasi quasi ora la chiamo e glielo chiedo.
mercoledì, ottobre 13, 2010
martedì, ottobre 12, 2010
Ne-Yo, Do You.
"Fez, tu sai cosa vuol dire scoprire il titolo di una canzone dopo tre anni che lo cerchi? Fez, lo sai o no?"
"Lo so Fezzino, lo so."
Maybe this decision was a mistake
You probably don't care what I have to say
But it's been heavy on my mind for months now
Guess I'm tryna clear some mental space
I would love to talk to you in person
But I understand why that can't be
I'll leave you alone for good I promise
If you answer this one question for me
I just wonder... do you ever think of me anymore? Do you?
"Lo so Fezzino, lo so."
Maybe this decision was a mistake
You probably don't care what I have to say
But it's been heavy on my mind for months now
Guess I'm tryna clear some mental space
I would love to talk to you in person
But I understand why that can't be
I'll leave you alone for good I promise
If you answer this one question for me
I just wonder... do you ever think of me anymore? Do you?
lunedì, ottobre 11, 2010
Vai Via
C'è una sola verità che emerge dopo cinque settimane di crisi esistenziale in pieno stile rokocokiano: ed è che certi traumi, a tre anni di distanza, non sono per niente superati. E ciò non è bene.
"non trovo le parole giuste per dirti che non sei una merda e non devi sentirti tale. mi spiace saperti solo adesso. spirale vai via"
domenica, ottobre 10, 2010
Pensieri Del Venerdì Notte
"Grazie per i sentimenti che mi hanno espresso i tuoi occhi ed il tuo abbraccio. Il tuo affetto mi è di grande consolazione."
domenica, ottobre 03, 2010
Magari Prima Mi Contatti, Poi Però Sparisci, E Allora Non E' Che Ti Sono D'Aiuto, E' Normale No.
Chissà poi il Bufalone che fine ha fatto. Dovevamo vederci. E Paul? Ci eravamo promessi una serata un paio di mesi fa... ma poi cazzo mantenere la parola data è sempre una missione impossibile. Teo me lo sono perso nella sua ultima apparizione milanese, ma so che potrò contarci nuovamente, prima o poi. Phoebe, certo, potevo chiamarla. Ma stasera dopo la partita non ne avevo proprio più. Ma allora perchè cazzo sono rimasto sveglio fino alle due? Misteri. La prossima settimana si preannuncia importante, a livello di uscite intendo. Devo rimettermi in moto, in qualche modo. Ma poi alla fine... il Bufalone che cazzo di fine avrà fatto?